Le piste ciclabili di Borgo San Lorenzo. Il giudizio di “A ruota libera”
BORGO SAN LORENZO – C’è un’associazione, a Borgo San Lorenzo che ha lavorato molto, in termini propositivi, per creare un vero e proprio sistema di piste ciclabili. E’ “A ruota libera”, che con determinazione si è rapportata con l’amministrazione comunale di Borgo San Lorenzo per sostenere nuovi progetti legati al traffico e alla viabilità. Non senza fatica e con qualche delusione. Dopo l’intervista all’assessore alla Viabilità Gabriele Timpanelli (articolo qui), sull’argomento ciclabili abbiamo posto alcune domande al presidente dell’associazione Enrico Paci.
Intanto che giudizio date sui progetti di piste ciclabili realizzati o in corso di realizzazione a Borgo? Senza dubbio il giudizio complessivo è positivo perché le cose si stanno muovendo nella giusta direzione; quindi non solo infrastrutture per la mobilità ciclabile ma anche riqualificazione degli spazi pedonali, abbattimento delle barriere architettoniche, razionalizzazione del traffico veicolare, moderazione della velocità, ecc… Insomma una città che prova a ripensare se stessa mettendo al centro il cittadino con tutti i suoi bisogni.
Nelle cose finora fatte ci sono però luci ed ombre. Anzitutto si rileva che in diversi punti il passaggio è strettissimo, e mette a rischio gli stessi ciclisti… Come le corsie ciclabili di via Roma? Si, sono molto strette (sebbene entro i limiti concessi) e decisamente poco confortevoli per i ciclisti ma non le definirei pericolose. Sicuramente comunque è necessario migliorarle al più presto (A Ruota Libera ha già consegnato una proposta in tal senso da tempo) e – soprattutto – far proseguire il tracciato lungo piazza Dante e via Bandini, come previsto dal progetto originario: la continuità e la qualità delle infrastrutture ciclabili è essenziale per garantire ai cittadini la reale possibilità di muoversi in bicicletta.
Poi adesso ci sono contestazioni in merito agli alberi tolti dal viale, e anche alla loro sostituzione, ovvero al posizionamento. Qual è il vostro giudizio? Non ci riteniamo esperti di verde urbano pertanto non siamo intervenuti volutamente sulle questioni tecniche relative alle alberature. Noi abbiamo semplicemente ragionato su geometrie e viabilità e per questo abbiamo suggerito una soluzione per il posizionamento delle nuove piante; l’idea è stata quella di massimizzare la fruibilità dei marciapiede, l’ombreggiamento, la protezione delle corsie ciclabili, il mantenimento degli stalli di sosta, la captazione di acqua piovana da parte delle piante, il tutto mantenendo al minimo il costo di intervento. Da questo è nata la proposta di posizionare le alberature tra gli stalli di sosta, separando visivamente tramite i due filari l’area destinata agli autoveicoli (al centro) da quella riservata alla mobilità dolce (all’esterno). Ci è sembrata una soluzione complessivamente più vantaggiosa rispetto a quella adottata, che prevede invece la posa dei nuovi alberi sul marciapiede.
Piazza Vittorio Veneto vi soddisfa? Sicuramente rispetto alla situazione precedente è stato fatto un notevole salto in avanti. Noi avevamo proposto di realizzare marciapiede un po’ più larghi e di potenziare alcuni passaggi pedonali: lo spazio c’era e forse un occhio di riguardo in più verso i pedoni poteva valere la perdita di qualche stallo di sosta, visto che comunque ne sono stati realizzati quasi 30 in più rispetto a prima. Comunque complessivamente riteniamo che sia stato un buon intervento, grazie al quale la piazza ha certamente recuperato una migliore vivibilità.
E la sperimentazione di piazza Martiri della Libertà? È stata senza dubbio troppo lunga! Buona l’idea di sperimentare un nuovo schema di viabilità ma è evidente che aver tenuto una piazza in queste condizioni per un anno intero non ha portato benefici a nessuno. Come associazione avevamo fatto la nostra proposta, che però è stata scartata; abbiamo comunque collaborato alla messa a punto di un nuovo progetto voluto dall’Amministrazione, perché crediamo che proprio nell’area della scuola primaria sia necessario riqualificare lo spazio per renderlo sicuro, bello ed accogliente, ben organizzato e a misura di bambino, magari anche istituendo la prima strada scolastica della città ed attivando un servizio Bicibus.
Sui social c’è chi critica dicendo che le ciclabili non sarebbero una priorità. Come rispondete? Beh, che dire, nella vita ci sono cose senza dubbio più importanti in senso assoluto. Ma se vogliamo parlare di pianificazione urbana, cioè di come intendiamo ridisegnare le nostre città del futuro, sicuramente il tema della mobilità sostenibile è assolutamente prioritario: le nostre città non possono garantirci spazi vivibili ed accoglienti finché continueremo a progettarle partendo dal presupposto che ogni spostamento capillare debba essere possibile in auto: non funziona! Muoverci a piedi e in bicicletta, almeno in contesto urbano, è una risposta a questo bisogno di vivibilità; per farlo però abbiamo bisogno di infrastrutture adeguate.
Per adesso qual è l’errore – se c’è – che è stato fatto nella realizzazione delle piste? Il primo per importanza è stato la mancanza di comunicazione: se vuoi coinvolgere e rendere consapevoli i cittadini di ciò che sta accadendo non puoi mandare una ruspa a scavare senza dire niente a nessuno; pioveranno sicuramente critiche e infatti così è stato. Un altro limite da migliorare a mio avviso è dato dalla difficoltà di concludere le opere iniziate; pensiamo alla diramazione stazione, una delle prime realizzate, in cui il percorso di uscita dalla stazione è ancora incompleto; oppure al viale Giovanni XXIII, dove il raccordo con il parco è stato realizzato soltanto questa estate; o alla radiale che da viale IV Novembre dovrebbe condurre in piazza Garibaldi e che al momento attraversa via Trieste, piazza Vittorio Veneto e via Roma, interrompendosi in piazza Dante. Se una infrastruttura non è continua e completa allora difficilmente potrà essere utilizzata in modo sistematico dai cittadini.
Qualche automobilista sembra ignorare le ciclabili e vi parcheggia allegramente sopra, ostruendo il passaggio. In viale Giovanni XXIII anzitutto, ma anche in centro. Come si rimedia? Molto facilmente: basta proteggere i punti critici utilizzando gli appositi dissuasori, in modo che i cittadini più distratti o indisciplinati non riescano a nuocere agli altri. Purtroppo l’abitudine di posteggiare ovunque è radicata e non dipende dalla disponibilità di parcheggi: basti pensare a quante volte troviamo automobili posteggiate sulla ciclabile davanti al fontanello di viale della Resistenza, con un intero parcheggio a disposizione. Ecco, il punto è che se vogliamo generare un cambiamento significativo nelle abitudini delle persone dobbiamo trovare un modo per impedire i comportamenti scorretti, poi le buone abitudini verranno di conseguenza.
Progetti futuri: quale sarebbe il prossimo passo avanti da fare, in materia di mobilità sostenibile? Me ne vengono in mente tre.
Il primo è in ambito urbano: dopo il completamento della Circonvallazione Nord (viale della Resistenza, IV Novembre e Kennedy) sarà necessario espandere significativamente e in tempi molto rapidi la “ragnatela” dei percorsi previsti dal BiciPlan, in modo da consentire alle persone di muoversi realmente in sicurezza in tutta l’area urbana; questa espansione della rete ciclabile non potrà non tenere conto anche delle previsioni del Piano del Traffico, sul quale abbiamo fatto numerose osservazioni e proposte.
Il secondo passo è in ambito extraurbano, e riguarda il collegamento del capoluogo con il territorio circostante; se vogliamo che realmente la bicicletta possa tornare ad essere considerata un vero mezzo di trasporto dobbiamo mettere in sicurezza il collegamento almeno con le frazioni maggiori e con le aree produttive; sembra impossibile ma si può fare, con pochi interventi strategici ed utilizzando la viabilità minore già esistente (come fanno peraltro in mezza Europa)
Il terzo passo è il percorso Ecoturistico Sieve, che oggi purtroppo svolge una funzione prevalentemente ricreativa, mentre avrebbe tutte le potenzialità per essere utilizzato anche come arteria ciclabile di fondovalle; manca però almeno di due elementi: un fondo stradale liscio e scorrevole (ad esempio come quello realizzato sul ramo di Larciano) e un reale collegamento con i numerosi punti di interesse a cui passa accanto (piscine, scuole superiori, Rabatta…)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 novembre 2020
Speriamo non le facciano intorno ai giardini, se no addio tigli! Basti vedere Viale IV novembre e Viale Giovanni XXIII. Le ciclabili sono un’ottima idea, ma se per fare quelle disboscano tutto il verde del paese, allora è meglio lasciar perdere.
Con le piste ciclabili la amministrazione comunale,o meglio la associazione “A ruota libera” che ha ispirato il capolavoro urbanistico che così tanti consensi ha ricevuto, si è voluta rifare a quanto esistente nei paesi del nord Europa, ma senza averne le capacità.
Non ha saputo perciò che scimmiottare malamente e il risultato è quello che vediamo.
Mi ripropongo di sottoporre la questione a Italia Nostra.
Io credo che cosi come sono, siano pericolosissime sia ai ciclisti che agli automobilisti!