Profughi a San Pellegrino, “molte cose non vanno”: la riflessione dell’assessore Andrea Brunetti
FIRENZUOLA – Andrea Brunetti, assessore firenzuolino e residente a San Pellegrino, ci ha inviato una sua riflessione sulla presenza del CAS, il centro di accoglienza per extracomunitari presente ormai da qualche anno nella frazione di Firenzuola.
Mi ritengo chiamato in causa sul Cas di San Pellegrino, visto che sono residente in quella frazione e assessore comunale. Faccio un po’ di cronostoria.
Circa tre anni fa sono arrivati i primi 20 profughi pachistani a San Pellegrino, all’insaputa del sindaco e del comune stesso, tant’è che fui io a chiedere informazioni allo stesso sindaco Buti.
Erano tutti ragazzi sui vent’anni, non sapevano parlare la nostra lingua, erano spaesati…
Noi cittadini della frazione li abbiamo accolti, abbiamo cercato di interagire con loro, abbiamo dato loro passaggi in auto, ecc.. addirittura giocavamo insieme a pallavolo nel campetto.
Poi uno alla volta, dopo aver ottenuto i documenti necessari, sono andati via, e piano piano nella struttura di San Pellegrino sono cambiate e aumentate le presenze, fino ad arrivare a una sessantina, vengono da diversi paesi, Senegal, Egitto, Tunisia ecc… dormono in cinque o sei per camera con un solo bagno, ci sono condizioni igienico sanitarie dubbiose, molte volte sono dovute intervenire le forze dell ordine perché facevano a botte tra loro…
Ci sono state diverse segnalazioni da parte del sindaco alla prefettura per manifestare che il Cas di San Pellegrino non è il posto adatto, perché i profughi sono troppi rispetto ai residenti, perché non ci sono trasporti necessari per spostarsi, e che non è possibile ospitare sessanta persone in una struttura che ne può contenere venticinque al massimo.
Già siamo un comune disagiato, non è possibile che i nostri ragazzi che fanno enormi sacrifici per studiare a Borgo San Lorenzo o a Imola, e si alzano alle sei del mattino per prendere il pullman si ritrovino in piedi perché l’autobus è in sovrannumero, perché ci sono venti profughi senza biglietto (però i soldi per comprare le sigarette e le birre li hanno….!!) che si spostano per andare nei grandi centri, e a noi che paghiamo l’abbonamento tocca rimanere in piedi con lo zaino sulle spalle …
Non è possibile ritrovarsi con ragazzi che di buio vanno a piedi da San Pellegrino a Firenzuola con il rischio di investirli.
I cittadini di San Pellegrino hanno paura a fare le passeggiate, le ragazze hanno paura ad andate al fiume a fare il bagno, non si sentono sicure, specialmente le donne.
Giardini pubblici, marciapiedi e lungo la riva del fiume pieni di rifiuti, bicchieri, fazzoletti, ecc…
Io dico: ti ospita un paese che ti dà da mangiare e dormire gratis, almeno cerca di essere educato e rispettare le regole basilari …
Facile fare i buoni samaritani quando non si ha un Cas vicino a casa, bisogna vivere il paese per poter giudicare da diversi punti di vista.
Il problema è che sono troppi e da diverse provenienze, è una situazione non più controllabile perché nella massa che va e viene ci può esser qualcuno che può far qualcosa di brutto…
Se si vuol far loro del bene veramente, meglio prenderne meno e trattarli come si deve.
Detto questo, un comune piccolo come Firenzuola non può occuparsi del Cas, non ha la forza per fare progetti o tavoli, toccherebbe alle varie cooperative che lo gestiscono e che prendono diversi soldini, far loro visite mediche, educarli, e fare progetti per inserirli, se ci tengono veramente.
Andrea Brunetti
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 30 gennaio 2025
Le cooperative che gestiscino i Cas fanno soldi a palate… Dei migranti e dei cittadini limitrofi ai Cas non gliene importa niente… È tutta fuffa, nella maggior parte.
Io non capisco come si possano accogliere persone, da fa integrare, in paesi o frazioni dove il lavoro non c’è, dove i mezzi pubblici sono limitati e soprattutto sempre e solo tutti uomini. Mha …..