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Quale futuro per il nostro ospedale?
Ho letto con molta attenzione il comunicato dell’Asl sull’ospedale del Mugello e alla fine non riesco ad essere soddisfatto, come invece si dicono sindaco e assessore, ma piuttosto preoccupato.
Perché non c’è chiarezza, perché mancano elementi essenziali, perché si danno scontate cose che scontate non lo sono.
Intanto diciamo che i lavori avrebbero dovuto essere già iniziati, nel maggio 2015, e il progetto esecutivo essere approvato a febbraio 2015, con i lavori terminati nel maggio 2016. Prendiamo atto che ancora il progetto esecutivo non c’è, e quindi i ritardi son consistenti.
Poi il comunicato Asl che annuncia che “Entro settembre pronto il progetto per ristrutturare l’ospedale di Borgo” non fa riferimento, guarda caso, ai soldi. Ci credo, perché altrimenti il cittadino direbbe che un milioncino per “ristrutturare” l’ospedale è un po’ pochino… Inoltre è parecchio scorretto dire, come fa il comunicato Asl che questo progetto consentirà “di stabilizzare l’ospedale di Borgo San Lorenzo, mettendolo in sicurezza e maggiormente conforme alle attuali norme antisismiche”. E poi aggiunge, “fino alla realizzazione del nuovo edificio che è stato deciso di realizzare a fianco del vecchio”.
Per quanto riguarda il “maggiormente conforme alle attuali norme antisismiche” proprio non è così. Il progetto esecutivo che ancora non c’è ma che ci sarà a settembre riguarderà il consolidamento statico, ovvero il consolidamento di una parte dei solai che durante le indagini tecniche si è scoperto essere malcostruiti e incapaci di reggere pesi eccessivi. Che c’entra l’antisismica?
Quanto al “nuovo edificio che è stato deciso di realizzare”, chi lo ha “deciso”? Esiste un atto? Esiste un progetto? Esistono finanziamenti?
Nella nota manca un soggetto, fondamentale. La Regione Toscana. Che un anno fa si prese l’impegno di mettere in bilancio i soldi per progettare il nuovo edificio, ma poi non ha fatto nulla. A parte dichiarazioni e comunicati stampa che lasciano il tempo che trovano.
Dobbiamo ripartire da qui. Questo è il nodo da sciogliere. I nostri comuni, con forza, devono pretendere impegni chiari, certi e definitivi dalla Regione.
C’è comunque un passaggio interessante, nel comunicato, che fa intravedere una prospettiva futura, quando si dice che adesso “si dovrà definire meglio quali funzioni dovranno essere trasferite nel nuovo complesso che deve essere costruito ex novo e quali, invece, potranno rimanere, senza compromettere i livelli indispensabili di sicurezza in caso di sisma, nella vecchia struttura, eventualmente riadattata anche strutturalmente, proprio alla luce di quegli approfondimenti progettuali da compiere in intesa fra amministrazione comunale, azienda sanitaria e governo regionale nel futuro più prossimo”. E si invitano i comuni a un prossimo “momento di confronto nel quale cominciare a scambiarsi idee e opinioni sulle prospettive dell’organizzazione sanitaria in quel territorio”.
Io propongo che questa riflessione sull’organizzazione sanitaria in Mugello non sia riservata solo agli addetti ai lavori e agli amministratori (che fin qui, purtroppo, salvo lodevoli eccezioni, non hanno dimostrato né interesse né sensibilità per questo tema), ma sia un momento di partecipazione importante, coinvolgendo tutti gli operatori sanitari, le associazioni -a cominciare dal Comitato per l’Ospedale, e tutti i cittadini interessati.
Anche per dare un’informazione tempestiva, completa su cosa si sta discutendo. In modo preventivo, non a cose fatte (e decise nelle stanze…) Non vorremmo che alla fine ci trovassimo con un ospedale dimezzato. Dobbiamo tenere alta la guardia, perché si tratta di un servizio troppo importante.
Luca Margheri
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 agosto 2015
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