Quali e quante imprese in Mugello: una situazione con luci ed ombre
MUGELLO – L’area dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello vede, secondo la relazione statistica 2017 (articolo qui), una struttura caratterizzata da una presenza ancora cospicua di imprese legata al settore primario, tuttora un fattore regolativo del territorio, un rilevante orientamento verso alcuni segmenti dell’industria (costruzioni, meccanica ed agroalimentare) ed invece una sotto-dotazione, relativa, nel settore dei servizi molto orientato alla domanda locale se si esclude il potente polo attrattore dato dall’Outlet di Barberino di Mugello Percentuali ormai analoghe a quelle provinciali si trovano infine nelle attività legate al turismo (ricettività e ristorazione).
Dal punto di vista strutturale, al 31 dicembre 2016 risultano presenti in Mugello 6.987 sedi d’impresa e quattro unità locali attive (il 5,9% del totale provinciale) di cui il 23,1% nel settore del commercio (14% imputabile al commercio al dettaglio), il 18,7% nel settore delle costruzioni e il 16% nell’agricoltura, settore in cui sono presenti moltissime micro-imprese. Seguono le attività manifatturiere (13%), gli alberghi e ristoranti (7,1%) e le attività immobiliari (4,1%). Percentuali in parte diverse si riscontrano confrontando i dati sugli addetti, in totale 17.530.
Il peso del Mugello sul totale provinciale è qui del 4,7%, scontando una dimensione media di impresa più ridotta (2,5 contro 3,4) che tuttavia non è generalizzabile ai singoli settori ed anzi dipende in larga parte dal peso del settore agricolo, importante ma estremamente parcellizzato. In termini di addetti infatti è il settore manifatturiero a prevalere, occupando il 35,5% degli addetti, seguito dal settore delle costruzioni (13,7%), dal commercio col 13,2%, mentre l’agricoltura impiega solo l’8,9% degli addetti totali, molto vicino ai servizi turistici (8,2%).
Nel contesto provinciale, fra i settori numericamente significativi, il Mugello vede una specializzazione produttiva marcata in particolare nel settore delle costruzioni, dell’agricoltura e dell’estrazione minerali.
Il tessuto economico mugellano è fatto prevalentemente di micro-imprese: oltre il 65% hanno meno di 2 addetti. Nel complesso ben il 95% sono le imprese con meno di 10 addetti, le imprese fra 10 e 49 addetti sono il 4,5% e solo 27 (lo 0,5%) quelle con più di 50 addetti. Le ditte con 0 o 1 addetto appartengono prevalentemente al settore delle costruzioni, al settore agricolo e a quello del commercio. Le aziende più grandi si concentrano nel settore manifatturiero che rappresenta più dei 2/3 delle imprese con più di 50 addetti.
Se è vero che le imprese nel Mugello sono di piccolissime dimensioni, replicando la caratterizzazione dell’imprenditoria italiana, dalla comparazione con il dato provinciale emerge però qualche dato positivo. Infatti, se si esclude il settore agricolo – che pur vanta 3 imprese con più di 50 addetti -, la dimensione media delle imprese mugellane si avvicina a quella provinciale (3,6 contro 4,1) e nel settore manifatturiero è significativamente maggiore (9,5 contro 7,8) con ben 16 imprese sopra i 50 addetti. Viste le dimensioni dell’economia mugellana, la manifattura da questo punto di vista resta una base di riferimento imprescindibile.
La composizione delle imprese per comune continua ad evidenziare una divaricazione netta tra i comuni montani e quelli del fondovalle. Nei comuni dell’Alto Mugello (e in parte anche nel comune di Vicchio che ha una importante porzione rurale e montana) infatti prevalgono imprese nel settore dell’agricoltura e sono superiori alla media mugellana le attività legate al turismo. Nei comuni di fondovalle invece le imprese di costruzioni superano dappertutto il 18% del totale comunale. L’attività manifatturiera risulta essere distribuita in tutto il territorio con un picco nel comune di Scarperia e San Piero. Infine, il commercio vede emergere i due principali poli terziari del Mugello, cioè Barberino M.llo e Borgo San Lorenzo.
Leggendo il fenomeno dal lato degli addetti si può evidenziare come per l’Alto Mugello emergano le importanti realtà manifatturiere di Palazzuolo S., in cui le imprese del settore, soprattutto meccaniche, occupano oltre la metà degli addetti totali, ed estrattive di Firenzuola. Rispetto al 2015 in questo comune si rileva anche una crescita di addetti impiegati in attività finanziarie ed assicurative probabilmente riconducibile alla riorganizzazione societaria della banca di credito cooperativo del Mugello.
Per il Mugello “basso” invece maggiormente equilibrata appare la distribuzione degli addetti nel commercio, con il Comune di Borgo San Lorenzo che comunque ha la maggior presenza relativa. In termini di distribuzione territoriale delle imprese si può evidenziare un primo dato interessante: l’Alto Mugello che rappresenta solo il 13% della popolazione mugellana ha il 19% di imprese totali, anche se molte sono afferenti a microimprese agricole; tale valore aggregato è comunque inferiore a quello del solo comune di Borgo San Lorenzo (28%).
Nel complesso Barberino e Scarperia e San Piero ospitano rispettivamente il 18% e 17% delle imprese; seguono Vicchio (11%) e Firenzuola (10%), Dicomano (6,8%), Marradi (6,1%) e Palazzuolo S. (2,5%).
Da un punto di vista dimensionale tutti i comuni possiedono almeno una impresa con più di 50 addetti col picco nel comune di Scarperia e San Piero (11). Curioso il caso del comune di Borgo San Lorenzo che, pur ospitando più di un quarto di tutte le imprese mugellane, possiede un’unica impresa con più di 50 addetti, come il comune di Palazzuolo sul Senio.A differenza dell’incremento registrato nel 2015 (+7), nel 2016 le imprese attive nel Mugello sono diminuite di 28 unità (-0,4%) con tutti i settori quantitativamente più significativi in calo. Il saldo negativo è dovuto infatti principalmente ad una diminuzione d’imprese nel settore manifatturiero (-18) e delle attività legate al settore turistico (-12); modesto ma comunque negativo anche il saldo del settore del commercio (-5). Discorso leggermente diverso può essere fatto forse per il settore delle costruzioni che pur ancora in calo (-12 imprese) vede tale diminuzione ridursi significativamente rispetto al passato. Se a questa evidenza si aggiunge la crescita significativa di aziende nel settore immobiliare (+13) e l’aumento delle compravendite di immobili registrato negli ultimi tempi (vedi cap.7), questi potrebbero essere segnali di una leggera inversione di tendenza del settore più colpito dalla crisi di questi anni. Fra i settori in crescita in termini di addetti si evidenzia, oltre al modesto aumento nel settore agricolo (+4), quello dei noleggi, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese che crescono di 6 unità.
A differenza delle imprese fra gli addetti il saldo è, seppur lievemente, positivo (+17). Tale saldo positivo è maturato soprattutto nelle attività finanziarie (+169, vedi sopra), oltre che nei servizi quali attività di facchinaggio e magazzinaggio (+72), forniture di acqua, reti fognarie, ecc (+49). Positivi inoltre i dati nei servizi di alloggio e ristorazione (+27) che avevano invece visto leggermente diminuire il numero di imprese e al contrario negativi i dati degli addetti in agricoltura (-57) che le avevano viste aumentare. Rispecchiano invece l’andamento negativo delle imprese gli altri settori quali il commercio (-13 dopo alcuni anni di crescita), l’estrazione di minerali (-22, in crisi cronica), le costruzioni (-50, ma con un calo nettamente inferiore agli anni precedenti) e il settore manifatturiero (-201, che arretra sui livelli del 2013).
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 febbraio 2018