RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra…
BARBERINO DI MUGELLO – I sacerdoti del Vicariato del Mugello, a turno, propongono una riflessione tratta dalle letture della Messa domenicale. Oggi è il pievano di Barberino di Mugello, don Stefano Ulivi e leggere con noi il Vangelo della quinta Domenica di Quaresima.
Un foglietto della Messa intitola questa Domenica: “la Domenica della novità di vita”
Mentre il profeta Isaia nella prima lettura ci ricorda che Dio fa una cosa nuova, con l’invito a non ricordare più le cose passate, l’apostolo San Paolo nella seconda lettura ci invita a correre verso la meta della perfezione. Questa corsa richiede uno sforzo, come ci ricorda l’unzione dei catecumeni in vista del Battesimo; richiede l’impegno di tutta la nostra umanità con la forza di Gesù Cristo che ci ha conquistati!
Una applicazione di tutto questo ci viene dal Vangelo: il famoso incontro di Gesù con l’adultera del capitolo 8 del Vangelo secondo Giovanni: anche per la donna si apre una strada nuova nell’impegno a non peccare più.
Nel Vangelo di questa Domenica gli scribi e i farisei cercano di mettere alla prova Gesù per avere di che accusarlo.
Il caso da dirimere, come ci è narrato nel Vangelo, è veramente importante e molto grave. Ne va dell’obbedienza alla legge mosaica ma ne va anche della vita di una persona! Il tentativo degli scribi e dei farisei, disinteressati tanto della Legge come della donna, consiste nel dover fare scegliere Gesù fra la legge di Mosè e la misericordia di Dio della quale sta così tanto parlando. Essi non sono interessati alla persona che ha sbagliato o alla legge da salvaguardare ma il loro scopo è mettere Gesù in difficoltà.
Vediamo che Gesù tiene all’inizio un atteggiamento molto particolare. Egli prende tempo scrivendo per terra. Gli studiosi si sono chiesti che cosa avrà scritto Gesù. La sottolineatura che alcuni fanno riguarda un brano del profeta Geremia che così recita “…quanti ti abbandonano resteranno confusi; quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere, perché hanno abbandonato il Signore, fonte di acqua viva” (Ger 17,13). Gli scrivi ed i farisei che si sono allontanati da Dio, hanno il loro nome scritto nella polvere! Penso che potremmo osservare che mentre le esigenze della legge antica si scrivevano sulla pietra, la nuova legge dell’amore si traccia sul terreno friabile del nostro cuore. È lì che Gesù scrive la vera legge come vedremo al termine della vicenda.
Davanti alla celebre frase di Gesù che è diventata anche un proverbio: “Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei” (Gv 8,7) l’evangelista annota con ironia che se ne andarono uno per uno “cominciando dai più anziani”. Cominciando quindi da coloro che avrebbero dovuto essere i più saggi.
Alla fine rimane quello che conta: l’incontro della donna con il Signore Gesù. O come ricorda S. Agostino commentando questo brano: “rimangono la misera e la misericordia”. Fra di essi si apre un dialogo essenziale e decisivo fatto di giustizia e di misericordia, che sono i due grandi valori sui quali si fonda la storia della salvezza ed il messaggio evangelico.
Le parole del Signore sono una semplice ma profonda sintesi della giustizia e della misericordia.
La Giustizia tramite la quale il Signore ricorda alla donna il suo peccato senza concedere sconti o indebite depenalizzazioni. Egli non cede alla tentazione di confondere il vero con il falso come va di moda ai nostri giorni nei quali si cerca di giustificare tutto e tutti con espressioni del tipo: “Cosa c’è di male?… Lo fanno tutti.. Non siamo più nel medioevo ma siamo nel 2022!.. Bisogna essere moderni”.
Gesù non diventa complice dell’errore e non tradisce la verità della legge perché accoglienza non fa rima con connivenza e comprensione non è sinonimo di complicità!
La misericordia che il Signore ha dimostrato alla donna è per la sua salvezza, ritenendola innanzitutto persona, restituendole la sua dignità e donandole il perdono attraverso l’invito ad una vita nuova: “Va e d’ora in poi non peccare più”.
Il perdono misericordioso di Gesù dimostra la sua fiducia in colei che ha peccato e che è invitata ad una vita nuova. La misericordia è per la sua dignità da ritrovare, appunto, in una vita nuova. Non per mero rispetto della legge ma per il bene della sua anima, di tutta la sua persona e della sua femminilità.
La vera Giustizia consiste nel cominciare a vivere in maniera “giusta”, secondo la volontà di Dio trasmessa nella Legge mentre la vera Misericordia consiste nel riprendere la strada dopo la debolezza dell’errore… per ricominciare a vivere in maniera “giusta”.
Gesù non ci condanna, perché non è venuto per condannare ma per salvare (cfr Gv 3,17) ma ci invita ad andare per le strade della vita evitando di peccare, in una vita nuova.
È un solenne invito per ciascuno di noi all’inizio della “Settimana di Passione” prima di entrare nella “Settimana Santa”: “Va’ e d’ora in poi non peccare più”!
Chiudo con la colletta seconda di questa Domenica: “Dio di misericordia, che hai mandato il tuo Figlio unigenito non per condannare ma per salvare il mondo, perdona ogni nostra colpa, perché rifiorisca nel cuore il canto della gratitudine e della gioia”.
Don Stefano Ulivi
Parroco di Barberino di Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 3 aprile 2022
Potrebbe significare che i farisei non hanno avuto il coraggio di testimoniare il peccato della donna?