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RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Credere alla Resurrezione
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VAGLIA – I sacerdoti del Vicariato del Mugello, a turno, propongono una riflessione tratta dalle letture della Messa domenicale. Oggi è la volta di padre Ferdinando Perri, priore di Montesenario. Che ci offre una riflessione sull’evento della Pasqua.
All’inizio della veglia pasquale il celebrante benedice il fuoco e con la sua fiamma accende il cero pasquale, simbolo di Cristo risorto.
Cristo luce del mondo irrompe nella nostra storia e nel mondo intero, dissipa le tenebre delle nostre morti e infonde energia, vita, bellezza e luce a tutto ciò che vive.
Dopo aver danzato attorno al cero pasquale, il diacono a nome di tutta la chiesa, canta un inno bellissimo, proclama parole audaci che fanno tremare il cielo e la terra e soprattutto i cuori degli ascoltatori. Canta dicendo:
”O immensità del tuo amore per noi !
O inestimabile segno di bontà: per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!
Davvero era necessario il peccato di Adamo,
che è stato distrutto con la morte del Cristo.
Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore!
Un autore anonimo nell’ «Omelia sul Sabato santo» scrive:
”Il peccato di Adamo viene chiamato felice colpa.
Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre, va a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione..
Appena Adamo lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore».
E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito».
E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite!
A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati!
A coloro che erano morti: Risorgete! “.
Questa gioia pervade veramente tutta la terra?
L’esultanza espressa dalla liturgia non ci contagia e ci lascia indifferenti. Perché ?
Perché ogni giorno siamo testimoni della logica perversa del primato del potere sulla persona, l’accanimento delle armi che provoca sofferenza inaudita ai bambini, agli anziani ai poveri e ogni giorno siamo spettatori di una guerra assurda, che sparge sangue e morte soprattutto nei giovani e di una pandemia che non finisce mai e di una paura che ci accompagna nelle nostre giornate.
Oggi, giorno di Pasqua, siamo chiamati ad accogliere la parola udita dalla Vergine: “nulla è impossibile a Dio”. Sì, il cambiamento è possibile: con la fierezza che scaturisce dalla fede, possiamo affermare che Gesù Risorto rende possibile ciò che sembrava impossibile.
Credere alla risurrezione è molto difficile ed impegnativo.
Io credo alla risurrezione, quando faccio nuove tutte le cose: le mie relazioni di amore, i miei comportamenti, i miei sentimenti, i miei pensieri, il mio agire. Non è sufficiente credere alla risurrezione con la mente, ma è importante credere a questo mistero soprattutto con la vita.
Le donne del vangelo odierno ci rivelano quale è stato il loro cammino per giungere a credere alla risurrezione.
Esse passano dalla delusione (non trovarono il corpo del Signore Gesù e si domandavano che senso avesse tutto questo) alla paura (le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra) e dalla paura a una fede vigorosa (“Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”).
Commovente è la testimonianza delle donne, ma ancor più bello è il loro annunzio di fede dato ai discepoli dubbiosi e incerti. Esse sono le prime che credono alla risurrezione, le prime che annunziano il mistero della risurrezione, il mistero pasquale.
Come mai tra le donne non c’è la madre di Gesù,non c’è la Madonna? Un commentatore antico dei vangeli rivolgendosi a Maria le chiede: “Maria da chi ha saputo che suo Figlio era risorto?” A questo interrogativo risponde: “non da voci di uomini né da messaggi di angeli ho appreso la bella notizia della risurrezione, ma la conoscevo già perché custodivo nel cuore la parola di Gesù ‘il terzo giorno risusciterò’”. Una risposta che rivela la robusta fede della Vergine Maria nella Parola di suo Figlio.
Ora desidero fermare la mia e vostra attenzione sulla pietra e sul sepolcro vuoto, simboli propostici dal brano del vangelo di Luca.
Le donne di mattino presto trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro.
Che strano! Gesù per risorgere non aveva alcuna necessità di rimuovere la pietra, ma questo è detto per noi, perché la rimozione della pietra e il sepolcro vuoto sono indizi per farci intuire che Gesù è veramente risorto.
Il mistero della risurrezione non si può descriverlo con parole, concetti ed espressioni, perché è un evento che si crede e solamente lo Spirito ce lo rivela nella sua bellezza. Cosa è per noi la pietra? E’ il grande ostacolo che impedisce di far uscire l’energia vitale che è dentro di noi, è la durezza del cuore che impedisce di amare.
Ciascuno di noi sente una forte pulsione di vita, vita che vorrebbe esplodere, ma non riesce, perché la pietra che è sulla porta del cuore impedisce la liberazione delle energie vitali. Vorremmo credere alla risurrezione, ma c’è questa pietra che blocca la nostra adesione. Vorremmo essere felici e contenti, ma c’è questa pietra che ci tiene prigionieri della nostra tristezza e malinconia. Vorremmo rischiare a vivere nella luce della risurrezione, ma c’è questa pietra che ci fa permanere nel buio. Vorremmo gridare di gioia, danzare e cantare il canto nuovo, ma questa pietra paralizza la nostra bocca e le nostre gambe. Vorremmo amare ma abbiamo paura di rischiare.
Nel momento in cui con l’aiuto dello Spirito e con la forza di Dio decidiamo di rimuovere questa pietra, tutto ciò che è bloccato e represso scaturisce come un fiume in piena, fiume che rende il deserto in un giardino fiorito, la nostra tristezza in gaudio e la nostra schiavitù in pienezza di libertà.
Questa pietra è la nostra paura, la nostra superbia, la nostra indifferenza, la nostra delusione.
Rimuoviamo tutto questo e riscopriamo la parte luminosa e verginale di noi stessi e così sperimentiamo il mistero della risurrezione.
Pietro si alzò e corse al sepolcro chinatosi vide soltanto le bende.
Gesù risorgendo lascia un sepolcro vuoto, perché desidera tu getti in questo sepolcro quella benda, quel telo, quel legame che ti impedisce di essere libero e di volare come una aquila nell’infinito cielo dell’amore e della vita .
Deponi le vesti del tuo lutto e rivestiti con gli abiti della gioia.
– Se senti il peso delle tue colpe non aver paura, non temere perché Cristo ha vinto la morte e ha distrutto il peccato anche il tuo peccato. Getta nel suo sepolcro il tuo peccato e risorgi a vita nuova.
– Se non vedi nulla di buono e di bello in te, vuol dire che la tua vista è annebbiata getta la tua tenebra e il tuo pessimismo nella tomba vuota e inebriati della luce di Pasqua. Cristo risorto ti illuminerà e ti farà vedere la bellezza che è in te, le grandi potenzialità ed energie che sono sepolte dentro di te e ti invita a liberare il tuo desiderio di amare, a far risorgere la tua bontà e la tua positività.
–Se ti senti un fallito, un deluso perché non hai potuto realizzare i tuoi sogni e le tue aspirazioni risorgi getta la tua delusione nel suo sepolcro e vai incontro al futuro. Il Signore risorto ti infonderà energia e forza per accettare serenamente le tue delusioni e ti darà la sua pace per sorridere ancora alla vita e per gustare intensamente le piccole gioie che i tuoi amici ti regalano
-Se il tuo lavoro, la tua fatica, le tue attività, il tanto da fare ti procurano affanno, ansia e nervosismo, deponi la tua ansia e tuo affanno nel suo sepolcro, perché il Signore risorto desidera rinvigorire la tua fede nella sua Provvidenza e desidera farti comprendere che non è il pane e i beni che ti fanno felice, ma l’essere amato ed amare che procurano gioia di vivere e di donare.
-Se sei triste perché nel mondo si perpetuano ancora torture, guerre assurde, omicidi, suicidi, calamità, follie, attentati e sfruttamenti soprattutto di bambini non imprecare, ma prendi su di te queste cose orrende e sentile come se fossero fatte a te.
Prega Cristo Risorto, perché accenda semi di luce in tutti coloro che commettono questi delitti e chiedi che la sua risurrezione porti luce e pace nelle famiglie che sono in lutto, che sia presente in tutte quelle situazioni tragiche, desolate e disperate.
Digli che sei disposto a gettare nel suo sepolcro tutti segni della cultura di morte e a sporcarti le mani per far sorgere una cultura di pace e la civiltà dell’amore.
Santa Maria donna della Pasqua aiutaci a vivere da risorti e di fare nuove tutte le relazioni di amore.
Il mio augurio è che possiate essere uomini e donne che annunciano con la vita e con gesti concreti che Cristo è risorto.
Padre Ferdinando Perri
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 aprile 2022
A proposito dell'autore
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Quest’anno abbiamo davvero bisogno della Pasqua!
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