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RIFLESSIONI SUL VANGELO – Il dubbio, la ragione, la fede. I tre suggerimenti di San Tommaso
Tommaso ci regala tre suggerimenti preziosi, splendidi.
Primo: “Spalanca la tua ragione, la tua intelligenza!”. La sua vicenda ci insegna che la fede non è contro la ragione ma è oltre la ragione. La fede è sovrarazionale non irrazionale. E, quindi, che scienza e fede non sono nemiche; non c’è un duello ma c’è, casomai, un duetto; una coppia favolosa può nascere. L’abbiamo sperimentato nella pandemia di questi anni. La scienza com’è importante! E che sia la scienza sempre più che cerca la verità, la sua verità. E, dall’altra parte, la fede. Se mancasse la fede di fronte al dolore, di fronte alla morte, di fronte al senso della vita… E per dire questa coppia favolosa penso che sia illuminante un’immagine del papa Giovanni Paolo II: “La fede e la ragione sono come due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità”.
C’è questo cammino verso la verità, abbiamo queste due ali; a un certo momento la ragione non ce la fa più – l’ha detto in maniera insuperabile Pascal: “L’ultimo passo della ragione è riconoscere che vi è un’infinità di cose che la superano” – cioè la ragione non ce la fa e, allora, si apre al mondo del mistero. Però il mistero inteso bene Sant’Agostino l’ha detto in maniera proprio molto bella: “Mistero non è ciò che non si potrà mai comprendere ma ciò che non si finirà mai di comprendere”, cioè non incomprensibile, contro la ragione, ma inesauribile; non un muro contro cui sbatti ma come il cielo che è sempre al di là, vai sempre avanti. Vuoi capire ed è bello capire però sei sempre in cammino perché è qualcosa di più grande di quello che tu puoi capire.
I cristiani, ma tutti gli uomini, devono spalancare la ragione, essere aperti, alunni della verità. E quando un cristiano, quando una persona, spalanca la ragione e trova la fede, è una meraviglia, cioè la vita si riempie di colori molto importanti. Questo è il primo suggerimento: “Spalanca la tua ragione. Sii una persona che vuole capire, comprendere, che non si ferma mai perché è bello capire e comprendere però, a un certo punto, ci vuole la fede”.
Secondo suggerimento: “Non temere il dubbio”. Tommaso dubita. Dice: “No, io voglio vedere, toccare. Poche storie!”. Ecco, il dubbio non va evitato, non va rimosso. Il dubbio va attraversato. Ciascuno di noi ha dei dubbi, meno male, vuol dire che è intelligente perché diceva Luciano De Crescenzo: “Solo gli imbecilli non hanno dubbi”. Quindi il dubbio vuol dire intelligenza. Ma, attenzione, noi abbiamo vissuto un momento di Chiesa in cui quasi quasi dubitare era peccato. Invece: “Hai dubitato? Non preoccuparti. Prova a pensare a Tommaso: dubita e, poi, arriva all’affermazione teologica fra le più belle: “Mio Signore e mio Dio”. Lui, l’incredulo, arriva a dire una cosa grandiosa perché il dubbio celebra lo splendore della libertà. “Mio Signore e mio Dio”. E questo piccolissimo aggettivo possessivo “mio” è un gioiello perché dice appartenenza, dice amore.
Io da quando sono prete, ma anche prima, ad ogni Messa quando alzo Gesù Eucaristia nella forma del pane e del calice col vino, dico sempre: “Mio Signore e mio Dio”. Vuol dire tutto, vuol dire proprio credere dove credere vuol dire dare il cuore. “Credo. Do il cuore, il mio cuore”. “Mio Signore e mio Dio”. Durante ogni Messa anche noi, pur coi tanti dubbi che abbiamo, diciamo: “Mio Signore e mio Dio. Io ti voglio bene”. Perché se gli vogliamo bene nasce una relazione ma se non c’è questo amore, uno è praticante ma non diventa credente cioè uno che dà il cuore.
Il terzo suggerimento che ci dà il nostro Tommaso è: “Ricordati della Domenica”. Perché avete notato che il testo di oggi per due volte fa capire che è Domenica: “La sera di quel giorno, il primo della settimana…“; poco sotto: “Otto giorni dopo i discepoli…”. La Domenica. Subito la Domenica è nata perché la Domenica ricordava il giorno del Signore, il mattino di Pasqua e, quindi, i cristiani subito si sono trovati alla Domenica. “Ecco ricordati cioè scrivi sul tuo cuore, il dono della Domenica, ama pazzamente la Domenica”.
Questo giorno diverso dagli altri cambia la nostra vita. Quindi amare la Domenica, amare l’Eucaristia della Domenica e dire: “Che bello, è Domenica! Finalmente vado a Messa! In quest’ora ascolto una Parola, luce ai miei passi; mangio quel Pane speciale che è l’Eucaristia perché la vita mi prova. Ecco, colla forza di questo Pane mi rimetto in cammino”. La Domenica è il sole dell’esperienza cristiana e della comunità cristiana.
Poi, per finire, mi permetto due annotazioni ancora sul Vangelo. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi”. Cioè arriva Gesù in questa casa, ci sono i discepoli, quelli che l’hanno abbandonato. Arriva e invece di fare come noi che avremmo detto: “Avete sbagliato! Siete i soliti! Ve l’avevo detto! Ero sicuro che facevate così!”. Giudizi durissimi. Lui dice: “Pace a voi. Shalom”. E a queste persone che l’hanno rinnegato dice: “Mando voi”. E’ il massimo! Cioè gli ridà fiducia, dice: “Dai, torniamo in Galilea e ricominciamo daccapo questa storia e cerchiamo di fare meglio”.
E la seconda annotazione: “Ricevete lo Spirito Santo… a coloro a cui perdonerete… ecc. “. Ecco oggi si celebra la festa della divina Misericordia ed ecco proprio questo è il volto di Dio, questo è il volto della Chiesa, questo è il volto del cristiano. Cioè così deve essere una Chiesa, un cristiano: misericordioso, avere un cuore grande, un cuore che sa aiutare, che sa perdonare, perché è un cuore che ha a che fare con l’amore di Dio.
Domandiamoci: “Chi ci conosce, vede in me, vede in voi, persone misericordiose, vede questa divina Misericordia?”. Buona Domenica.
Don Luciano Marchetti
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 aprile 2023
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