MUGELLO – Tommaso Pratella, amministratore di condominio mugellano, tratta sul “Filo”, con una serie di articoli, le varie problematiche dei condomini. Un argomento che interessa molte famiglie, in tutto il Mugello. In questo articolo vengono spiegati tutti i dettagli nel caso di morosità nei condomini.
Gli articoli precendenti.
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L’amministratore è responsabile della sicurezza di chi accede al tetto condominiale.
L’entrata in vigore del decreto 81/2008, integrato poi con il 106 del 2009 in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro, ha configurato nuovi importanti scenari assegnando responsabilità agli amministratori immobiliari/condominiali, che hanno lo scopo di prevenire la caduta dall’alto degli operatori quando si trovano ad operare sul tetto dell’edificio condominiale.
Secondo la normativa sopra citata il committente, che nel caso del condominio è l’amministratore, si deve attenere ai principi ed alle misure generali di tutela dei lavoratori in quota, al fine di evitare infortuni e salvaguardare vite umane, privilegiando misure di protezione collettiva a quelle individuali. Nei casi in cui non sia possibile attuare le prime (parapetti, ponteggio, cestelli elevatori…), per i lavori in quota è obbligato a garantire la sicurezza dei lavoratori essi siano autonomi o dipendenti, attraverso l’adozione delle seconde, quali sistemi anti caduta – linea vita. Qualora non si possano effettuare i lavori in sicurezza, deve proibire l’accesso al tetto dell’edificio a chiunque, senza deroghe.
Ecco dunque la necessità per l’amministratore di condominio di dotare i “propri” edifici con sistemi anti caduta – linee vita, al fine di consentire a chi accede al tetto del condominio il transito e l’esecuzione di interventi in sicurezza (antennista, spazzacamino, lattoniere, muratore…) per i quali l’adozione di misure di protezione collettiva non trova giustificazione.
La presenza di sistemi anti caduta non risolve però il problema della sicurezza in quanto questi devono essere certificati ogni anno o ogni due a seconda della tipologia. La mancata verifica li rende non idonei all’utilizzo. Quindi un tetto con linea vita senza certificazione periodica si trova nella stessa situazione di un tetto sprovvisto.
Detti controllo devono essere poi segnati sul cartello che deve essere affisso in prossimità della botola di accesso al tetto affinché il tecnico o la ditta che dovrà accedere sia a conoscenza dell’ultima data di collaudo. Inoltre, prima di salire, dovranno compilare un modulo predisposto a tutela del committente amministratore e dei condomini proprietari dell’immobile. Si capisce in questo modo il grado di complessità predisposto dalla normativa per l’accesso alle coperture sia che ci sia da sostituire una tegola, pulire una gronda oppure regolare il segnale dell’antenna.
Nel caso di tetto in condominio non costituito, quindi senza amministratore, se la botola è nella rampa scale o comunque l’accesso è da proprietà comune ogni singolo proprietario è responsabile di chi accede al tetto, se la botola di accesso invece si trova all’interno di un’unità immobiliare privata la responsabilità ricade sul proprietario di quest’ultima.
Nel caso di interventi urgenti comunque, viste le difficoltà normative e i costi per il mantenimento dell’idoneità, la modalità di accesso alla copertura più usata rimane il noleggio di un cestello. Anche in questo caso ci sono norme di sicurezza da seguire ma a costi molto inferiori e senza dover aspettare che prima venga controllata la linea vita.
Tommaso Pratella
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 dicembre 2016
4 commenti
Ma che schifo questa politica che crea lavoro per decreto. Evidentemente ci sono potenti lobbies in grado di influenzare i legislatori, a qualsiasi colore essi appartengano.