L’ex-sindaco Luchi, con un nuovo libro, racconta la lunga storia della “Variante di Valico”
BARBERINO DI MUGELLO – Se Borgo San Lorenzo è il comune più grande, più centrale e più ricco di servizi, se Scarperia e San Piero ha una rilevante attività produttiva , non si può non riconoscere al comune di Barberino di essere stato, negli ultimi decenni, il fulcro di importanti opere pubbliche e investimenti privati.
Bene ha fatto dunque Gian Piero Luchi, che di Barberino è stato sindaco per 10 anni, a pensare a una sorta di trilogia che facesse memoria di queste rilevanti opere: il lago di Bilancino, l’outlet e la variante di valico. Così, se negli anni scorsi aveva scritto due libri sulla storia di Bilancino e sulla realizzazione dell’outlet, ecco ora il terzo tassello, quello sulla variante di valico (libro scaricabile qui).
Un libro -che vede gli interventi introduttivi del sen. Riccardo Nencini, del presidente dell’Unione montana Phil Moschetti, di Giampiero Mongatti sindaco di Barberino di Mugello e di Paolo Raffini, presidente del Banco Fiorentino- costruito consultando i giornali dell’epoca e gli atti amministrativi del Comune di Barberino di Mugello. E pochi meglio di Luchi potevano collazionare in profondità questi materiali ormai “storici”, perché di molte di quelle scelte l’autore è stato protagonista diretto, essendo stato amministratore barberinese per quasi trent’anni, prima come consigliere, poi come assessore e infine sindaco di Barberino dal 2000 al 2009.
“La ricostruzione del percorso politico e tecnico-amministrativo comunale che ha portato alla realizzazione della Variante del Tratto appenninico Firenze-Bologna è stata impegnativa per l’arco temporale considerato (oltre 30 anni tra progettazione e realizzazione), e complessa per la quantità di atti ufficiali che hanno rappresentato i rapporti del Comune di Barberino con gli altri soggetti coinvolti. Il nostro Comune si è trovato ad interloquire assiduamente non più solo a livello locale/regionale, ma nazionale con soggetti quali il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e quello dell’Ambiente, l’ANAS, le varie Sovrintendenze e, principalmente, la Società Autostrade. Una quantità di problemi decisionali, organizzativi, procedurali, legali e tecnici che sono stati posti di fronte agli amministratori e all’apparato burocratico comunale. Problemi in gran parte straordinari e inediti; un “carico” politico e tecnico del tutto eccezionale, specie se rapportato alle capacità e competenze di un ente comunale di modeste dimensioni demografiche come Barberino di Mugello.
Prendono avvio fin dagli anni ’80 del secolo scorso le prime proposte da parte della Società Autostrade: si inizia parlando di una “Camionale” (una strada dedicata al solo traffico pesante) per passare poi alla “Variante”, un’infrastruttura autostradale a traffico misto), con l’obiettivo di un tracciato meno invasivo possibile: per il tratto toscano, interamente nel Comune di Barberino di Mugello, il più lontano possibile dalla valle del torrente Stura e quindi dall’abitato del capoluogo.
Risale al 1990 -capo del governo era Andreotti- la sottoscrizione della Convenzione da parte di tutti i soggetti interessati, che specificava i rispettivi impegni, i vincoli da rispettare e anche le cosiddette opere compensative, a favore del Mugello.
I lavori iniziarono molti anni dopo, nel 2003-2004, fino all’inaugurazione che si è tenuta il 23 dicembre 2015. “A quella data -nota Luchi- risale l’impegno assunto da Autostrade per l’Italia e Ministero delle Infrastrutture, ad oggi in gran parte disatteso per la graduale chiusura dei vari cantieri e il completamento di tutte le opere accessorie e i ripristini ambientali nel territorio attraversato, per un importo di circa 150 milioni di euro”.
“Era chiara da subito -ricorda ancora l’ex-sindaco-, ed accettata, l’importanza dell’opera Variante di Valico. Era un’opera di interesse nazionale; così come era evidente che per realizzarla occorrevano cave, discariche, cantieri e sacrifici per il territorio. Oneri rilevanti, come già sopportati per tanti anni a causa dei lavori del Bilancino, con senso di responsabilità verso la collettività sovracomunale. Con preoccupazione e un’attenzione particolari, forti anche di questa esperienza, l’impegno degli amministratori locali è stato quello di limitare i danni al territorio salvaguardando allo stesso tempo gli interessi dei cittadini per la salute, la vivibilità quotidiana, gli aspetti economici individuali e collettivi. E siamo stati impegnati a fare argine, potremmo dire, alla volontà di Società Autostrade di agire velocemente e con poco riguardo ai territori attraversati, quasi come se l’obiettivo fosse quello di bypassare la comunità locale “che fa perdere tempo!”.
“Dopo il Lago di Bilancino e l’Outlet, con la Variante di Valico -spiega infine Luchi- si conclude una trilogia che ho voluto tenere viva nella memoria: un insieme di tre distinte pubblicazioni collegate da una forte connessione tematica che è “la conoscenza del territorio nelle sue fasi di trasformazione” e che potesse ricordare, soprattutto ai futuri concittadini, le azioni politiche e tecnico-amministrative della loro Amministrazione comunale negli anni a cavallo della fine del ’900”.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 novembre 2020