Sperimentare la bellezza dei crinali dell’Appennino. Anche tra Villore e Corella
VICCHIO – Sfogliando i vecchi numeri del “Filo”, quando ancora era un mensile cartaceo, abbiamo ritrovato una pagina nella quale chiedevamo a figure significative dei vari paesi, di raccontare il bello del Mugello. E tra questi contributi c’era anche quello dell’allora sindaco di Vicchio, Roberto Izzo. Che dedica il suo scritto proprio ai crinali che si vorrebbe utilizzare per installarvi pale eoliche di grandi dimensioni, tra Villore e Corella. Può essere interessante rileggere cosa scriveva allora, nel 2012, il primo cittadino vicchiese.
Nel mio paese, come del resto nel Mugello, abbiamo la fortuna di avere luoghi e cose che per la loro bellezza ti colpiscono e sono in grado di stimolare forti emozioni.
Quando Paolo Guidotti mi ha chiesto queste riflessioni, di getto ho pensato al Museo di Arte Sacra Beato Angelico, perché è ancora viva in me, la soddisfazione e l’apprezzamento del Cardinale Giuseppe Betori che in primavera lo ha visitato.
Il museo è una struttura interessante, perla del territorio, testimonianza di una storia che affonda nelle nostre tradizioni.
Successivamente, per il rispetto che ho per l’ambiente, ho deciso di spostarmi sul sentiero doppio zero che percorre, ad una quota di circa 1000 metri il nostro Appennino.
Nel mese di giugno, spinto dalla passione dei funghi, per un paio di volte sono tornato in Appennino: una volta nei pressi di Brancabalardi, passando per il monte Verruca e Poggialto, la seconda verso il monte Lavane passando per Porcellecchi sopra Villore .
Da qualunque parte si vada l’Appennino mugellano è stupendo, sia nella prima parte dominata da marronete secolari, sia nella parte più alta delle faggete.
Quando lasci Poggialto e cammini per Saltomare per arrivare successivamente in Brancabalardi, il silenzio e la pace dei boschi di faggio ogni tanto è interrotto dal fischio e dal rumore del treno della Faentina che, più basso poco sopra il torrente Muccione, passa per la stazione del Fornello.
In quest’ambiente ancora intatto, il rumore che rompe il silenzio non è fastidioso, anzi ti accompagna e hai l’impressione che il treno che passa è ormai parte integrante dell’ambiente, perché la natura nel tempo, quando le cose che l’uomo fa sono fatte con criterio e nel rispetto della stessa, riesce a naturalizzarle.
Cosa ugualmente bella è quando arrivi da Villore a Porcellecchi e prendendo il sentiero 00 ti incammini verso il Monte Peschiena alto 1198 mt.
Dal sentiero, in mezzo ad una lussureggiante vegetazione si gode il suggestivo panorama del Mugello fino a quando è possibile vedere dall’altra parte il monte Lavane alto 1241 mt.
Poco dopo continuando nel silenzio delle faggete si arriva ad un quadrivia dove è possibile prendere il sentiero per Corella, continuare per il passo del Muraglione, oppure, attraverso il Terminone incamminarsi verso il Lavane.
Quasi sempre prendo quest’ultimo sentiero, è il percorso del metanodotto, anche qui la natura è stata bravissima ed ha quasi del tutto rimarginato quella ferita.
Si tratta di un sentiero aperto, a destra la valle del fosso delle Chiesine che porta verso Campigno, a sinistra la valle del fosso dell’Acqua Cheta, nel percorrerlo nella pace più assoluta, apprezzi a pieno il valore della natura e sei portato a ringraziare chi ha messo a disposizione dell’uomo tanta bellezza.
Infine, e non ultimo se sei un cercatore di funghi, se hai la fortuna di scegliere il costone giusto e di imbatterti in una fungaia la soddisfazione e l’emozione si moltiplicano perché i funghi di faggio, quando li vedi sono stupendi come la natura che li coltiva.
Da qui un consiglio, specialmente nella bella stagione, ad iniziare a frequentare la nostra montagna lungo i sentieri segnati dal CAI e dai nostri gruppi escursionistici, fare passeggiate è bello perché ti mette a diretto contatto con una natura di una bellezza di primo ordine.
Roberto Izzo
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 21 Febbraio 2021
Sarebbe davvero da matti rovinare quel crinale e tutto quello che c’è intorno. Bastano queste belle parole per ricordarlo con sensazioni ed emozioni genuine. Questa è la nostra grande ricchezza! Non sperperiamola!!!!