Turismo e ospitalità, un commento e una replica
MUGELLO – Un nostro recente articolo sul tema dell’ospitalità turistica, che metteva a confronto la tipologia più diffusa ed economica del territorio, cioè gli affittacamere ed i “bed and breakfast”, con la dismissione o la trasformazione di strutture alberghiere storiche d’un tempo, ha aperto un confronto fra i lettori. Fra i diversi commenti ricevuti ne abbiamo scelto uno che meglio ha colto lo spunto di riflessione proposto in quel pezzo. Lo ha scritto Marco Aiazzi, con un passato di politico, dirigente d’azienda e oggi imprenditore, da sempre appassionato ai temi legati alla cultura, al turismo e all’economia della zona. Poi, subito dopo alle sue parole, una replica.
Il commento
Uno spunto per una riflessione di importanza vitale per il nostro Mugello. Anch’io come Gianni Frilli (articolo qui) mi domando se può un territorio come il nostro, ricco di testimonianze storico architettoniche di grande valore e dimensione, aspirare ad un nuovo Rinascimento economico da turismo di élite? Da anni ha intrapreso un percorso spontaneo di turismo popolare, spesso per integrare redditi familiari oppure attività professionali di fascia media, mentre i macro progetti tentati fino ad oggi, pur con il pregio di aver portato a termine ristrutturazioni conservative importanti, come per la villa Le Maschere con investimenti notevoli, pare 40 milioni di euro come riportava Il Filo dell’epoca – https://www.ilfilo.net/villamaschere1008.htm. Stessa cosa per l’hotel Poggio de’ Medici con annesso campo da golf. Interventi meritevoli ma poi risultati economicamente sfortunati anche se sempre celebrati con enfasi a volte esagerata.
Oggi si tenta nuovamente di riportare il fascino del Rinascimento attraverso la concentrazione delle “possessioni”. Speriamo che funzioni tutto e che le nostre Amministrazioni locali e regionali sappiamo gestire stakeholder pretensivi con la necessaria autorevolezza, perché non diventi un latifondium di memoria romana piuttosto che un progetto organico di sviluppo armonico del territorio, che conviva con la vocazione naturale che a mio parere non può prescindere dell’agricoltura di pregio e la libera fruizione del paesaggio per un turismo salutistico-ambientale.
Marco Aiazzi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 Luglio 2023
La replica
Inizio ringraziando Marco Aiazzi per il suo contributo al tema. Sì, perché ne ha colto in pieno lo spirito. Così ne approfitto per ribadirne il concetto. Nessuna discriminazione o pregiudizio per le varie tipologie di strutture per l’ospitalità. Vanno bene tutte, dalla più spartana ed economica a quella più confortevole e lussuosa. Ci mancherebbe. Quell’articolo aveva, ed ha, lo scopo, tramite il riporto di una memoria di storia moderna e contemporanea, di evidenziare come sia cambiato l’approccio dei turisti con la vacanza, il soggiorno, insomma con quella che un tempo era la villeggiatura.
I dati recenti sui flussi di visitatori e sulle presenze presso le strutture ricettive della zona appaiono ineluttabili: i turisti, nella stragrande maggioranza, prediligono una ospitalità essenziale, economica. Altri, con numeri molto limitati, invece, quella di fascia più alta. E per favore restiamo al tema, senza strumentalizzare in questioni sociali. Affittacamere, “bed and breakfast” e alberghi con tariffe contenute prevalgono sui resort e sugli hotel più o meno stellati. Ecco, proprio partendo da questa evidenza era generata la domanda finale: può il Mugello, una goccia dell’oceano fiorentino, ritagliarsi uno spazio continuativo e remunerativo per l’ospitalità turistica di fascia alta?
Marco Aiazzi nella sua disamina ha ricostruita la storia di villa Le Maschere, quella della sua breve vita di hotel e resort. Una gestione inefficace fatta da un soggetto professionista, per alcuni commentatori, forse, poco professionale, ma più sicuramente dovuta ad una scarsità di clientela a fronte delle ingenti spese vive per la quotidianità. Ma oltre a ciò, ormai da anni si parla di un ambizioso progetto per centinaia di milioni di euro e con la creazione di migliaia di posti di lavoro. Anche in questo caso un resort e struttura alberghiera con spazi museali e sportivi, appunto, di fascia alta. Questi i numeri di quel progetto: da 170 milioni di euro dichiarati originariamente (nel 2011 e riconfermati nel 2017) agli aggiornati 244 milioni di euro, con ”le unità lavoro” che dovrebbero attestarsi, a regime, in un organico di 730 addetti, per un fatturato medio annuo di 110 milioni di euro e la previsione di “un’affluenza complessiva di circa 215000 presenze-anno pernottanti ai quali si aggiungono 75000 visitatori giornalieri, sempre nell’arco dell’anno”. Ma sarà realistico e sostenibile tutto ciò?
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 Luglio 2023
Saluti al direttore Aiazzi.. Ex Maoista sanpierino… Con Firenza, Siena, il Chianti, nel Mugello non vedo perché dovrebbe venire a soggiornare il turista. Ed io che ho lavorato con il turismo per 43 anni, ho visto distruggere Firenze. Quindi spero che almeno il Mugello resti immune da tale pestilenza.