Udillo Badoer saluta la Coppa della Liberazione dopo 62 edizioni: “Lunga vita per ciò che questa gara rappresenta per lo sport”
BORGO SAN LORENZO – Qualche tempo fa sui tavoli della presidente dell’ANPI Paola Poggini, del sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni, del presidente del CC Appenninico 1907 Stefano Rossi ed agli organizzatori della Coppa della Liberazione a Borgo San Lorenzo Morberto Grifoni e Roberto Capecchi è arrivata una lettera toccante da un paesino veneto, Fiesso d’Artico, in provincia di Venezia. È la lettera di uno sportivo e dirigente ciclistico, che per ben 62 anni è venuto a Borgo San Lorenzo per partecipare alla gara con i “suoi atleti”: si tratta di Udillo Badoer, che a 91 anni annuncia con dispiacere che a questa edizione non potrà essere presente.
Carissimi è giunto il tempo del commiato: sono le regole della vita alle quali tutti dobbiamo sottostare. Conoscere voi, i vostri concittadini, il vostro paese e le tante bellezze che produce e presenta è stata un’esperienza fantastica che mi induce a ringraziare voi tutti, uno per uno, con quell’affetto e quel sostegno che Voi sempre avete rivolto nei miei confronti.
Son passati sessantadue anni da quando il nostro Patron Alessandro Vittadello mi chiese di partecipare alla vostra splendida manifestazione sportiva. Sono stati sessantadue anni straordinari sotto il profilo sportivo, ma anche umano, sociale e ideale. Questi ricordi li conservo in un posto speciale del mio cuore, e li conserverò per rivivere le stesse gioie e le stesse emozioni con gli altri protagonisti come se fossero tutti qui accanto a me.
Se è vero che il motivo che ha creato le condizioni per questo nostro avvicinamento è da ricercare nella comune passione per il ciclismo, è pur vero che il principale scopo di questa manifestazione è quello di mantenere sempre viva la memoria di quei nostri concittadini che hanno riscattato la nostra Patria dall’oppressione nazifascista consentendo a noi tutti di beneficiare di quei beni inestimabili quali: la pace, la libertà, la democrazia.
Anche su questo terreno i nostri due paesi hanno dei punti d’incontro. Ricordo che, quando assistetti alla partenza della prima Gara a cui partecipai, il Via fu dato dalla signora Bruna, madre dell’eroico partigiano fiorentino Aligi Barducci “Potente”, Comandante della Divisione Garibaldi, ucciso il 7 agosto del 1944 durante la battaglia per la liberazione della sua città e decorato con la M.d.O. al Valor Militare.
Anche Fiesso d’Artico, il mio paese, ha il suo eroe partigiano, Illido Garzara “Sgancia”, anche lui ucciso dai nazifascisti dopo indicibili sevizie e torture, anche lui decorato con la Medaglia al Valor Militare. Ventun anni aveva Aligi Barducci; vent’anni aveva Illido Garzara. Noi abbiamo il dovere di non dimenticare questi giovani e quelli che come loro hanno offerto la vita per il loro Paese. Il nostro pellegrinaggio continua, visitando quei luoghi dove questi giovani combatterono e morirono; lo faremo per onorarli e per ribadire, come dice Piero Calamandrei, la nostra consapevolezza che è là che è nata la nostra Costituzione..
La vostra splendida competizione sportiva porta questo sigillo ed è diventata il palcoscenico dove si sono esibiti e hanno trionfato una infinità di giovani atleti, alcuni dei quali hanno avuto la gioia di assaporare i trionfi offerti dal mondo professionistico.
Mi pare ieri quando giurai a me stesso che avrei continuato a venire a Borgo San Lorenzo e portare i miei ragazzi a gareggiare, fintantoché non avrei vinto la Coppa della Liberazione.
Conoscendo il valore degli atleti che vi partecipano e la consistenza delle Società che li sostengono la mia sembrò un’avventatezza, ma non lo fu.
Ma il tempo passava e il raccolto era fatto solo da piazzamenti, importanti certamente ma….piazzamenti.
Che non dovesse restare una eterna illusione lo dimostrò il nostro Ricardo Donato il quale, nel 2009, conquistò uno speranzoso terzo posto preceduto da Luca Ranucci e Dario Ceccanti. Ma, l’anno successivo, Ricardo Donato si ripropose all’attenzione di tutti ma, questa volta, salendo sul gradino più alto del podio ed elevando al cielo la tanto agognata Coppa della Liberazione.
Erano passati ben 48 anni da quel mio giuramento e vi lascio immaginare la gioia mia e di tutti i fiessesi che, con il tempo, si erano appassionati a questa entusiasmante competizione ciclistica partecipandovi entusiasticamente come spettatori.
L’incantesimo era stato finalmente rotto e, da allora, tutto risultò più facile: nel 2014 si impose
Alberto Zanoni; nel 2015 Filippo Zana e nel 2016 Alberto Leoni.
Nella recente edizione del 2023 un altro mio ciclista, Lorenzo Campagnolo è riuscito a tagliare per primo il prestigioso traguardo riproponendomi le identiche emozioni vissute 14 anni prima per merito di Ricardo Donato e quelle dei successivi trionfi e addolcendo la via del mio programmato distacco da questo sport che ha occupato una larga parte della mia vita.
Conservo gelosamente ed affettuosamente i riconoscimenti che mi sono stati concessi e in modo particolare la Targa con la simpatica dedica con cui il Comitato Organizzatore ha voluto onorarmi in occasione della 65^ Edizione della Gara vinta da un nostro portacolori.
Amici carissimi, avviandomi alla conclusione di questa mia, consentitemi di richiamare alla vostra attenzione un episodio di cui mi sento orgogliosamente fiero per esserne stato il promotore.
Ricorderete che nell’Edizione dello scorso anno i corridori che accompagnai alla partenza della vostra meravigliosa Gara indossavano tutti la maglia rossa con la scritta “Veneto”. Quello fu un provvedimento del tutto inusuale, un fatto mai avvenuto prima e non più ripetuto: in definitiva, si è trattato di una deroga alle disposizioni vigenti che stabiliscono che quella maglia rossa con la scritta “Veneto” può essere indossata solo (e ripeto… solo) in occasione dei campionati italiani e null’altro.
Con quel gesto i Dirigenti della Federazione Ciclistica Veneta hanno voluto rendere omaggio alla città di Borgo San Lorenzo e ai suoi concittadini, alla Gara Ciclistica per allievi più importante d’Italia e ai suoi dirigenti e, se permettete, anche a me che di ciclismo mi nutro da quando avevo i calzoni corti.
Concludo così amici carissimi questo mio saluto di commiato. Vi abbraccio tutti con grande affetto e vi auguro tanta salute e serenità.
E un augurio di lunga vita al Gran Premio della Liberazione, per ciò che questa Gara rappresenta per lo sport, per ciò che esprime nei sentimenti di ogni sincero democratico.
Udillo Badoer
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 settembre 2024