La Misericordia borghigiana al voto. Banchi si ricandida
BORGO SAN LORENZO – Domenica 19 novembre 2017 si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Magistrato e dei Revisori della Confraternita di Misericordia. Due i seggi elettorali, uno a Borgo, in via Giotto e l’altro nella sezione di Luco-Grezzano in via Traversi che resteranno aperti dalle 8.00 alle 15.00.
Così alla vigilia della scadenza del mandato abbiamo posto alcune domande al provveditore Umberto Banchi.
E’ terminato il tuo secondo mandato, proviamo a fare un bilancio? Il bilancio è sempre difficile da farsi, ed è sempre in chiaroscuro. Ci sono cose che hanno funzionato, altre che invece i tempi e le situazioni non lo hanno consentito. Soprattutto in un ambiente così complesso come la Misericordia. Io credo di avere aperto un po’ di finestre e un po’ di porte di quella che era considerata nel paese una associazione molto chiusa e molto autoreferenziale. E questo ha funzionato, la Misericordia è sicuramente un’associazione viva e piena di attività.
Certo rimane il cruccio di non trovare volontari sufficienti per fare tutti i servizi che oggi vengono richiesti. La popolazione invecchia, sappiamo perfettamente che aumentano i bisogni, ci sono necessità importanti, e noi siamo sempre meno. Giovani francamente se ne vedono pochi e anche il servizio del 118 rasenta spesso difficoltà qualche volta insormontabili perché non ci sono volontari.
Sì per me è davvero un dispiacere non essere riuscito ancora a far vincere la ritrosia a diventare volontari. Ancora tanta gente non si avvicina. Penso che questo derivi anche da un modo di pensare oggi molto diffuso, di pensare la vita solo esclusivamente a proprio profitto, e questo ti porta a non vedere le necessità degli altri. Così il dedicarsi agli altri, prendere il tempo e le proprie capacità e metterle a servizio degli altri, mi pare purtroppo stia diminuendo. In passato anche per il 118 c’erano tanti volontari, ora non più. E non è un fenomeno solo borghigiano; è dappertutto così e, anche nel mondo sportivo e dell’associazionismo, di volontari ce ne sono sempre meno.
Quali le cose più belle e nuove che la Misericordia a tuo giudizio ha messo in campo in questi anni? Cose ne sono state fatte tante, anche non visibili, anche riorganizzazioni interne che erano necessarie per mettere a punto una Misericordia più protesa verso i servizi e le modalità di aiuto che servono nel 2000. C’è la fibra ottica, abbiamo fatto un restyling di tutti i software e gli hardware delle varie segreterie: questo sembra facile a dirsi ma non facile a farsi. Sì, in sei anni di cose ne sono state fatte tante. Certamente la più importante è stata quella di costituire la Fondazione “Estote Misericordes”, alla quale abbiamo abbiamo assegnato i due settori economici, le pompe funebri e gli ambulatori. Adesso, per il grandissimo lavoro che hanno fatto Roberto Grifoni e il consiglio d’amministrazione, e con l’arrivo di un nuovo direttore stabile come Giacomo Cassigoli (articolo qui), ci possiamo vedere dei buoni orizzonti, e di fare importantissime cose, investimenti grossi, come quello della nuova risonanza (articolo qui).
Non solo: ci stiamo muovendo per fare altre attività, visto che il servizio sanitario pubblico tende a lasciare un po’ il territorio, mentre noi vogliamo esser pronti a restituire alla nostra gente quei servizi che sono fondamentali; e possiamo farlo con il vantaggio che non dobbiamo fare cassa: noi non facciamo utili, e quindi quando abbiamo pagato gli stipendi, i medici e i servizi che facciamo, siamo già a posto. Per questo possiamo fare tariffe piuttosto buone.
E oltre alla Fondazione? Tante cose nel mondo della Misericordia son cambiate in questi sei anni. E’ stato rinnovato tutto il parco macchine, acquistata un’ambulanza nuova (articolo qui). Abbiamo dismesso tutte le proprietà non confacenti al servizio e al ruolo della Misericordia. E poi gli incontri per i familiari dei malati di Alzeimher, il servizio civile che ha dato un importante apporto, la variazione da guarda medica pediatrica al servizio della pediatria infantile fatto dal dottor Toccafondi, e tante altre iniziative. Senza dimenticare il progetto “Mugello solidale” (articolo qui) che ancora riesce a dare aiuti economici alle persone in difficoltà, penso alle attività del Punto Famiglia, dei Fratres, della Protezione Civile, le attività del microcredito e del centro antiusura, il servizio del 118, i nostri trasporti sociali: c’è un dispiegamento di forze di cui la Misericordia è ancora capace.
Ma ci saranno state anche alcune difficoltà e delusioni… Quali? Qualcuna c’è stata. Nell’ambito della Misericordia talvolta c’è questa voglia di parlare troppo, di parlare male, di non essere realmente una confraternita dove i confratelli si accettano, certo con i loro caratteri, ma disposti alla condivisione e alla correzione fraterna. Questo ancora alla Misericordia di Borgo manca. Questo spirito non esiste nel mondo moderno, non c’è ancora qui, come invece pensavo di poter trovare. E poi la difficoltà di non poter fare tutto quello che ti viene chiesto. Anche per ragioni economiche, perché la Misericordia è come quella bella signora, ricca a detta di tutti, ma con un patrimonio immobiliare importante ma vecchio, con tante situazioni difficili. Per questo non siamo in grado di fare tutto quello che vorremmo fare. Certo facciamo tutto il possibile, e penso a quanti soldi escono per opere di carità silenziose e nascoste. Però potremmo fare tanto di più.
Tra qualche giorno la Misericordia borghigiana avrà un nuovo Provveditore, o pensi di offrirti nuovamente per questo servizio? All’inizio, confesso, è stato difficile: dovevo gestire tutto, ambulatori, trasporti, cimitero; mi sono trovato veramente arreso, e ho passato un paio d’anni a chiedermi chi me l’avesse fatto fare. Ho dovuto cambiare anche un po’ vita…
Cosa farò? L’organizzazione che siamo riusciti a creare penso non sia ancora completa, e per questo ho dato la mia disponibilità a rifare il Provveditore. Spero per l’ultimo mio mandato. Se poi i confratelli decideranno in modo differente, magari il Signore mi chiamerà da qualche altra parte, in qualche altro servizio, su qualche altra strada. Questo compito l’ho svolto assolutamente per servizio: chi mi conosce sa che non amo le poltrone e le posizioni di riguardo, e quindi spero nell’arco dei prossimi tre anni di preparare il futuro di un’associazione che possa avere un Provveditore meno impegnato così fortemente come sono stato io, altrimenti è difficile trovare qualcuno che sia disponibile a fare questo servizio. Penso cioè che se l’organizzazione si completa con qualche altro elemento, in modo da lasciare nelle mani del Provveditore solo l’attività di tipo “politico” e di gestione del Magistrato, allora l’incarico di Provveditore diventa un servizio importante ma che può essere svolto da persone che magari non hanno quel tempo libero che per fortuna ho potuto avere io con il lavoro che faccio.
Progetti per il futuro? Intanto mantenere e consolidare tutto quello che facciamo e che dà significato alla presenza della Misericordia a Borgo San Lorenzo. Poi mi auguro che possano nascere tante sinergie anche con altre associazioni affinché si possa davvero costituire una rete di attività e di situazioni che hanno la possibilità di aiutare la gente in difficoltà. Le persone che rimangono sole, gli anziani, ammalati, persone con handicap, bambini piccoli, queste fasce non protette della popolazione spesso la prima porta alla quale vanno a bussare è la parrocchia, ma la seconda o la terza porta a cui bussano è la nostra. Abbiamo il dovere di rispondere. Speriamo di continuare ad esser pronti e forti per dare risposte a tanta gente che ci viene a chiedere di mettere in pratica il Vangelo di Gesù nella nostra vita.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 novembre 2017