MARRADI – Mercoledì 19 giugno la comunità marradese ha voluto ricordare il suo Arciprete don Guglielmo Patuelli a 10 anni dalla scomparsa. Don Patuelli era nato a Cotignola il 26 agosto 1923 e fece il suo ingresso a Marradi il 4 novembre 1990, fu un arrivo quasi a sorpresa, vuoi per l’età piuttosto avanzata, poi da sempre aveva vissuto ed operato a Faenza nelle Parrocchie di Santa Maria Vecchia e S. Antonino con mille incarichi e impegni, quindi questa scelta concordata col Vescovo di allora Mons. Tarcisio Bertozzi ,avrebbe di fatto cambiato la sua vita.
Da subito ci si accorse che il nuovo Arciprete aveva una personalità spiccata con un carattere singolare e non sempre accomodante, ma per Don Patuelli scattò davvero un affetto incondizionato verso il nostro paese e la sua gente , e come ha detto Don Francesco Cavina nell’omelia : questo amore è durato 24 anni , fino alla fine dei suoi giorni terreni.
Proprio Don Francesco, ha voluto ricordare e omaggiare Don Patuelli con una pubblicazione “Un Piccolo Grande Arciprete” che ripercorre le tappe fondamentali della sua vita, con particolare riferimento agli anni vissuti a Marradi.
Come lo stesso Don Cavina dice , il libro non vuole essere un “ altarino”, ma un segno di riconoscenza per un prete , che nonostante gli inevitabili difetti, ha speso tutta la vita per il Signore e per la Chiesa. Francesco aveva solo 6 anni quando, con le “Sorelle dell’Asilo” , andò in Chiesa a fare festa per l’arrivo del nuovo Arciprete; da quel giorno i loro cammini non si sono più divisi.
Don Patuelli diventò una presenza preziosa per la crescita di Don Francesco, un padre spirituale sempre presente a dirigere e proteggere i suoi passi: prima come chierichetto, poi catechista e ministrante , fino alla scelta del Seminario culminata con l’ordinazione presbiterale in Cattedrale a Faenza il 1° ottobre 2011 e la prima Messa a Marradi il 2 ottobre, infine l’ultimo saluto con la amministrazione dell’unzione degli infermi la sera prima della sua scomparsa avvenuta il 19 giugno 2014.
Nel libro viene ripercorso il suo lungo cammino di vita, nella prima parte particolarmente significativo è il diario di guerra , che ancora una volta ci riporta alle tragedie vissute e rimaste indelebili nei cuori, che hanno visto la Chiesa a fianco della gente coi suoi preti “ con l’odore delle pecore” , come dice Papa Francesco.
Le pagine dedicate ai giorni vissuti a Marradi sono tante , corredate da moltissime fotografie e da molteplici notizie che hanno riguardato la storia del paese e dei suoi abitanti, la fonte è stata spesso Il Marradese, il giornalino parrocchiale che Don Patuelli aveva tanto voluto.
E’ veramente un tuffo nel passato con i momenti belli, ma anche difficili che la vita sempre riserva. Sono riportati alcuni episodi di particolare complessità, dovuti a divisioni e incomprensioni all’interno della Chiesa locale che con fatica viveva e accettava i tanti cambiamenti che si stavano preparando.
Inevitabile il ricordo e la riconoscenza per le tante cose belle realizzate in quegli anni, l’Arciprete era sempre molto attivo e pieno di iniziative che condivideva con tanti collaboratori, anche se spesso teneva per sé l’ultima decisione!
Vennero restaurate le Chiese di Marradi e Popolano ( a Popolano fu amministratore parrocchiale per 9 anni) , con il rifacimento delle illuminazioni .Una delle prime realizzazioni nella Chiesa di Marradi fu la sostituzione dei tre rosoni, che impedivano il passaggio della luce, sopra l’altare maggiore, che adesso continuano invece a proiettare un caleidoscopio di colori e addolciscono gli occhi e il cuore.
Furono gli anni della nascita del CRE, ad accogliere intere generazioni di bambini e ragazzi, della Sagra sul Sagrato, di una Caritas Parrocchiale vicina alle famiglie bisognose con l’istituzione del Banco Alimentare, poi, fiore all’occhiello, fu la riapertura del circolo parrocchiale ANSPI, “LA SEDE”……
Tanti che hanno ben conosciuto Don Guglielmo, hanno voluto dedicargli un pensiero, un ricordo, dove emergono il suo carattere complesso con i modi bruschi e non sempre diplomatici, ma anche la sua capacità di tessere relazioni e mantenere positivi rapporti umani, mai infatti anche dopo la discussione più accesa manteneva sentimenti di rancore.
Infine viene ricordata la sua simpatia , con la battuta pronta a sdrammatizzare le diverse situazioni; da tutti scaturiva un sorriso quando, per affrontare gli ampi spazi marradesi, si dotò di un motorino, “ Lo Scarabeo” ed era facile incontrarlo per le vie del paese, quasi sperso sotto il grande casco.
Sono davvero ancora tante le parole che si possono dedicare a un Arciprete, ma in realtà possono riassumersi in poche : Don Patuelli ha sempre amato il Signore, perno e forza della sua vocazione; forse l’immagine più bella è ripensarlo da solo, nella penombra della Chiesa, nella prima panca , con lo sguardo concentrato, il breviario in mano, davanti al Tabernacolo.
Fedora Anforti
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 Giugno 2024