“Un’esperienza che scuote emotivamente”. I primi commenti dei ragazzi del Chino Chini dal “Viaggio della memoria”
MUGELLO – Quando si parte per un viaggio si va sempre in cerca di conoscenza. Si scoprono posti nuovi, nuove e vecchie storie. Diverso, ma non del tutto, è quello intrapreso dagli undici ragazzi del Chino Chini, accompagnati dalla professoressa Maria Pia Suma, che qualche giorno fa sono saliti sul “Treno della Memoria”, iniziativa promossa dalla Regione Toscana volta a non far dimenticare alle nuove generazioni uno dei periodi più bui della storia moderna (articolo qui).
Un’occasione non solo di studio e formazione umana ma anche per conoscere e comprendere il tema della memoria ed i valori di pace e tolleranza, nonché per riflettere sul razzismo, concetto purtroppo tremendamente attuale. Ecco i commenti dei ragazzi dopo i primi giorni di viaggio.
“È qualcosa di davvero forte – ha scritto Chiara Castello della 5^ATT – sconvolgente, surreale non esistono sufficienti parole per descrivere ciò che abbiamo visto. Un uragano di emozioni ci hanno invaso al vedere capelli, scarpe, oggetti di persone alle quali non sarà più restituito niente, persone alle quali è stato strappato l’dentità e la famiglia ma non solo. Bambini piccoli strappati dalle braccia dei propri genitori… Una violenza brutale e ingiustificata, un odio inspiegabile, qualcosa che potrebbe riaccadere ma è indispensabile impedirlo”.
“Quest’esperienza mi ha sconvolto emotivamente – continua Lorena Mazzara 5^ACG – l’orrore che é accaduto é indescrivibile ed ora abbiamo un riavvicinamento a questi episodi, della paura del diverso, l’avanzare di facili populismi stanno ripercorrendo ciò che è già accaduto. Ho un senso di angoscia ma anche di determinazione affinché ciò che è accaduto non accada più”.
“Durante il percorso nei campi di sterminio – racconta Luca Montemurro 4BA – le mie emozioni prendevano il sopravvento, ancor di più le mie riflessioni, difficile, molto difficile da spiegare. Riflessioni ed emozioni viaggiavano a pari passo, per esempio la rabbia nel pensare che quelle persone, bambini, donne potevano godere di una vita tranquilla e spensierata. Purtroppo nel mondo ci sono tante persone malate, imprigionate, destinate a morire molto presto per colpa della natura che non è sempre buona verso l’essere umano. Vi posso assicurare che non lo si accetta è difficile ,molto , ma è così e non puoi farci niente; ma pensare che persone sono state imprigionate, destinate a morire per un volere umano con la sola “colpa” di essere nati, mi ha portato a emozioni strane. È stata un esperienza utile e significativa”.
“Quest’esperienza non è stata facile – dice Francesca Landi di 4^AB -. Entrando nel campo di Auschwitz 1 e Auschwitz-Birkenau le emozioni erano tutte diverse e spesso seguite da momenti di commozione. Il silenzio era assordante. Questo viaggio non è iniziato il 20 gennaio ma inizierà al momento in cui scenderemo dal treno”.
“Fare questo viaggio – ha racontato Giulia Commentale, 4^AA – sentire le storie di sopravvissuti, ha creato in me rabbia ma anche tanta amarezza. Nessuno deve temere l’odio ma portare avanti l’amore. Dobbiamo avere il coraggio di sostenere le minoranze, prenderci le nostre responsabilità. Solo così il male non potrà più vincere”.
“C’è poco da dire – ha commentato Tommaso Agresti 4BC – sono emozioni uniche ed indescrivibili quelle provate in questo viaggio. Durante la visita ai campi di Auschwitz e Birkenau ho avuto un vuoto dentro, riflettevo e riflettevo, immaginavo di avere li davanti ai miei occhi i deportati, mi è sembrato di vivere tutto quello che hanno vissuto loro e non nego che questo in quel momente mi faceva male. Mentre riflettevo alcune domande che fortunatamente non hanno risposta mi risuonavano in testa; e se il terzo reich avesse vinto?se tutto quello che è successo in quegli’ anni si fosse protratto fino ad oggi che cosa sarebbe di noi? Sarei mai nato? Be fortunatamente come ho già scritto queste domande non hanno risposte, ma ti aiutano a capire che cose del genere non possono e non devono replicarsi.
Questo è un viaggio che ti cambia o che comunque fortifica principi già saldi e questo è quello che è successo a me, sto tornando a casa con una maturità maggiore ed una voglia di portare tutto quello che ho provato agli altri.”
“Visitando Auschwitz, sia birkenau che lo Staim Lager – ha concluso Angelica Russo, 5^ACG – ho constatato che una sola persona può fare veramente la differenza. Hitler, una persona qualunque, è riuscito a disseminare ideali di odio verso persone innocenti perché avevano origini diverse. Le parole possono soggiogare una popolazione intera; in questo contesto quelle di Hitler hanno portato alla cattiveria. Come si può ritenere giusto trattare delle persone in quel modo, di sfruttarle fino allo sfinimento e riutilizzare i loro resti per produrre materiali. Pensare che quelle persone potevano vivere, fare cose straordinarie e invece l’unica cosa che rimane di loro sono capelli, valigie e scarpe usurate, e che solo di un terzo si conosce il nome.Un’altra esperienza significativa è stato l’incontro con gli studenti universitari polacchi, con gli studenti del treno della memoria e con il vicepresidente dell’Unione europea perché è importante sapere che siamo tutti uniti per avere un mondo migliore e far sì che non riaccada più niente di simile”.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 gennaio 2019