Volti e storie: il Mugello che resiste
MUGELLO – Questa è una pagina in progress. Vuole raccontare i pensieri, le storie, gli stati d’animo, le speranze dei Mugellani alle prese con un periodo mai vissuto, e davvero difficile.
Chiediamo ai nostri lettori, chiediamo ai Mugellani, di condividere questi pensieri e stati d’animo, di scriverli qui, perché leggendoli si possano sentire anche nostri, e si possa essere comunità unita e più forte.
Li pubblicheremo via via, e ogni volta che aggiungeremo nuove voci, ne daremo notizia. Scriveteci dunque, a filomugello@gmail.com. Inviando una vostra foto e la vostra testimonianza, ai tempi del coronavirus. E grazie!
IL FILO
A me il coronavirus ha cambiato la prospettiva dei miei pensieri. Il 20 dicembre 2019 è morto mio babbo. Credevo fosse immortale, in fondo in 85 anni e mezzo non era mai stato in un ospedale se non per far visita ad altri. In pochi mesi un tumore se l’è portato via, un grande vuoto. Ero arrabbiata perché ormai mancava poco alle feste e almeno avremmo
potuto passarle assieme per un’ultima volta. Poi è arrivato il coronavirus ed ho capito di essere stata fortunata, anzi privilegiata. Ho potuto stargli accanto durante tutta la malattia, (anche con fatica alle volte lo ammetto), ho potuto guardarlo negli occhi, ascoltare le sue confidenze, dargli i miei abbracci, stringergli la mano fino all’ultimo, dargli un bacio, fargli sentire il mio amore e ricevere il suo. Per assurdo anche vederlo star male (non tanto per fortuna) per convincermi che era giunta l’ora di lasciarlo andare. Fargli un funerale per permettere a chiunque abbia voluto, di salutarlo … e magari di abbracciare e confortare me che avevo perso l’ultimo pezzo della mia famiglia.
Penso ogni giorno ai familiari di chi ha perso la vita a causa di questo virus, figli, mariti, mogli che si sono visti strappare i loro affetti più cari senza potergli stare vicino come ho potuto fare io. Sono convinta che medici e infermieri abbiano fatto per loro il possibile e l’impossibile, lavorando sotto organico, senza le adeguate protezioni mettendo a rischio la loro stessa vita e quella dei loro cari, ma purtroppo il rapporto con un familiare è insostituibile ed io gli sono nel cuore. In ogni caso spero che tutto possa tornare presto alla normalità e ringrazio tutti coloro che in questo momento, lavorano fra mille difficoltà.
Dopo alcuni giorni di quarantena, pochi in realtà, ho deciso di abbandonare la frequentazione attiva dei social. Di Facebook in sostanza perché a dire il vero è l’unico social su cui sono attivo ormai dal lontano 2009. Ho un profilo Istagram che però poco frequento in quanto non lo reputo utile alla mia finalità che sostanzialmente è quella di promuovere la mia attività artistica e di condividere qualche mio pensiero. Non conosco gli altri social di cui sento parlare ma ai quali mai mi sono avvicinato. Ho abbandonato la mia attività sui”social” pur mantenendo il profilo su cui seguo le vicende degli “amici” più o meno virtuali, come del resto ho abbandonato la TV (ormai da anni) perché trovavo insostenibile il tam tam generalizzato e privo di controllo e razionalità nei confronti del flagello “Covid 19”. La cosa peggiore è la quantità di “informazioni” che vengono riversate in rete spesso in contraddizione tra loro che creano confusione e ansia nella popolazione. E poi le fakenews che in un momento come questo andrebbero, a mio avviso, assimilate a un crimine e punite come tale. E poi l’acredine che si sviluppa nella ricerca all’untore che diviene di volta in volta o il podista, o chi porta fuori il cane o il fumatore. E intanto le metropolitane sono piene e molte fabbriche aperte. Ma questa è purtroppo storia vecchia. Da Boccaccio a Manzoni le tappe delle pestilenze sono scandite e si ripetono puntuali. Per il Covid 19 ho dovuto chiudere il piccolo teatro da me aperto nell’ottobre del 2018 insieme agli anici di Live Art. Microscena è il nome di questo piccolo luogo di cultura nato dal nulla. Ma non sono qui a lamentarmi di questa improvvisa forzata sospensione dell’attività, sarebbe egoistico e indelicato, purtroppo per tutti noi il mondo si è fermato improvvisamente prima ancora che ce ne accorgessimo. Via via si è chiuso tutto. Non posso neppure immaginare l’entità dei danni economici di cui sono vittime tanti amici che hanno dovuto chiudere le loro attività. La verità è che non eravamo pronti, se mai fosse possibile essere preparati nel terzo millennio a una nuova, universale pestilenza. Oggi in tutto il mondo 1 miliardo di bambini e ragazzi, non sono a scuola. Un dato che mi ha impressionato. Oltre alle centinaia di migliaia di persone che lottano contro questo inaspettato e feroce mostro. La mia quarantena la passo a casa, esco solo quando è necessario. Ho preso a fare una cosa che non avevo mai fatto prima, guardo le serie tv. Non mi sono mai messo a guardarle perché detesto le dipendenze e molti amici mi dicevano che erano diventati dipendenti da queste famose serie. È vero, anche a me è successo. Per cui appena finita questa brutta faccenda la pianterò con le serie. Mi mancano i bicchieri di vino con gli amici veri.
Marco Paoli – Borgo San Lorenzo
Jair Bolsonaro dice che in Italia ci sono tanti morti perché ci sono tanti vecchietti.
Ha ragione.
Ha ragione perché in Italia noi gli anziani li curiamo, li assistiamo, i figli si prendono cura dei genitori, a parte qualche caso scellerato, la sanità non li abbandona perché “tanto sono vecchi”, li cura.
Ci sono anziani che sono delle rocce, che hanno mani grandi come badili e forza nelle braccia senza essere mai andati in palestra, ci sono signore anziane che ti fanno 400 tortelli in men che non si dica ma sempre col grembiule stirato e la piega fatta, che hanno una memoria che gli invidio pur avendo trent’anni di meno, ci sono anziani più lucidi di tanti giovani, anziani che hanno una vita che è un romanzo e che andrebbe scritta, sì, andrebbe scritta perché il timore è che questo virus ce li porti via, senza darci il modo di ascoltarli, di stringergli ancora quelle mani, di mangiare quei tortelli fatti con impegno, sveltezza e perizia.
Le mani degli anziani sono belle, un po’ storte, piene di artrite e di macchie ma sono proprio belle e quando sono in un letto di ospedale gliele stringi, gliele carezzi.
Questo virus, che ci terrorizza, che ci ha tolto la libertà, ci ha tolto soprattutto la possibilità di accompagnarli stringendo loro le mani.
Chiara Ciccotelli – Vaglia
Sono un esperto in quarantene, questa è la terza che affronto nella mia vita.
Il primo pensiero che mi viene in mente è che vorrei poter fare di più. Questo è un nemico silenzioso, non appariscente, sfuggevole, e io sono abituato a combattere dove la povertà si tocca con mano, dove si portano di persona medicine ed aiuti, dove si prega e ci si aiuta tutti insieme, fianco a fianco, mano nella mano, condividendo il cibo ed il sudore.
Grande è oggi quello che stanno facendo tutti gli operatori sanitari, ma non solo, gli autisti, gli edicolanti, chi lavora nei centri aperti, i volontari.
Da parte mia fortunatamente, farmacista, ho modo nel mio piccolo di aiutare più da vicino chi in questo momento ha bisogno di qualche maschera, disinfettante , medicinali. Ma voglio ricordare anche a coloro che stanno a casa, che stanno facendo la loro parte, e una parte importante, come disse il colibrì al leone mentre trasportava una goccia d’acqua nel becco, mentre la foresta era in fiamme. ANDRÀ ‘ TUTTO BENE.
Luca Margheri – Borgo San Lorenzo
Chi ci conosce sa già che abbiamo un locale che omaggia i viaggi e che siamo sognatori. Questo strano fantasma ci ha restituito il tempo per pensare,e io mi sento come se tutto fosse ‘sospeso”.
Ho capito quant’è fragile la nostra vita. Non è passato un giorno in cui non abbia rivolto un pensiero a chi ha pagato con la vita per questa malattia.
È stato come sentire il rumore di una lunghissima frenata;forse stavamo tutti CORRENDO TROPPO! L’unico modo che ho per rimaner legata alla nostra attività è capire come promuoverla al meglio per quando torneremo tutti a volerci divertire,a prendere un caffè insieme,a condividere una pizza fra amici.
So che passerà,sono sicura e torneremo a ridere di risate genuine come quelle dei bambini.
Lucia Rocchini – Vicchio
Mi è stata chiesta una riflessione sul momento che stiamo vivendo e ad essere sincera mi resta alquanto difficile. Guardo in giro e vedo un diluvio di parole e, pur capendo la necessità delle persone di sfogarsi e di parlare, personalmente me ne sento abbastanza estranea. Certamente amo la parola e la comunicazione ma non sono, così come si dice, tanto “social”. Allora che dire davvero?
Chi mi conosce sa che sono una persona di fede e con tutte le mie difficoltà cerco di vivere mettendo a frutto questa solitudine insieme a Dio. Può sembrare strano, visto che sono una creativa che ama il teatro, il canto, le arti grafiche ma in me c’è da sempre un profondo amore per il silenzio e amo stare sola, così come amo stare in compagnia.
L’unica cosa che mi sento di comunicarvi è un augurio e un invito.
Un augurio, perché tutti possiamo vivere al meglio questo tempo, perché bello o brutto che sia, è tempo della nostra vita e va vissuto fino in fondo, non sprecato, non allontanato. E da questa riflessione scaturisce subito un invito, quello di cercare il modo per “usarlo” bene questo tempo che ci avanza.
Usalo per stare con te stesso e riscoprirti. Non basta una vita per crescere e comprendersi quindi…è bene iniziare. Inizia adesso.
Usalo anche per pregare, se credi, perché il tempo con Dio, fonte di amore, non è sprecato come qualcuno dice, ma ti rimette nella giusta carreggiata per imparare a stare in modo migliore insieme agli altri e a te stesso.
Usalo per stare con chi ami: spesso, complice la routine della vita, ci ritroviamo a condividere gli spazi con i nostri familiari e non i cuori. Invece sono i cuori che fanno la famiglia, la loro unione, conoscersi, vedersi crescere e cambiare, notare le piccole cose, quelle cose che correndo ogni giorno non vediamo più.
Posso capire la difficoltà di chi ha una vita attivissima e si ritrova senza far niente ma tutti abbiamo da imparare. Proprio tutti. Acchiappiamo l’occasione e sfidiamoci a imparare cose nuove e diverse. Certamente ne potremo uscire più forti e più maturi.
Laura Borelli – Borgo San Lorenzo
La fine della seconda guerra mondiale ridusse in condizioni miserevoli l’Italia, con il suo lascito di lutti e devastazioni. Fu allora che si verificò quel grandioso fenomeno collettivo noto con il nome di “miracolo italiano”. Gli italiani vollero sollevarsi da quella miseria, lasciarsi alle spalle le sofferenze, le distruzioni, la fame, il dolore, le umiliazioni. E lo fecero avendo in mente lo stesso obiettivo: ricostruire, vivere serenamente, trovare sicurezza e stabilità, divertirsi e abbracciarsi tutti insieme. Ognuno di loro si trasformò in un COSTRUTTORE. Quello sforzo infine riuscì, e insieme ai muri, alle case, alle infrastrutture industriali, essi costruirono anche quel tessuto sul quale fu cucita la nostra Costituzione, la democrazia con Leggi e regole, garanzie e diritti universali. E poi lo Statuto dei lavoratori, e il nostro prezioso welfare a protezione di tutti, che oggi molti ci invidiano. Tra le molte lezioni importanti che possiamo trarre dal Coronavirus sono convinto ci sia anche questa: ritorniamo a collaborare insieme per ricostruire questo Paese, smettiamo di evadere le tasse, perché servono a garantirci una sanità migliore nei momenti che contano. Ritorniamo a credere nelle Istituzioni, a seguire più attivamente la politica, così da scegliere rappresentanti migliori. A rifiutare i muri dei nazionalismi e a pretendere un’ Europa più forte e unita politicamente, perché la finanza non basta e abbiamo bisogno di difenderci. Torniamo a credere nel merito, nella cultura, nella scienza. In chi ne sa di più.
Paolo Menchetti – Barberino di Mugello
Quando non era ancora scoppiato il corona Virus, andavo a fare in corso di fitness a Borgo a San Lorenzo.
Adesso la nostra insegnante tramite una piattafroma da remoto, ci fa fare le lezioni on line: ci colleghiamo tutti insieme e il martedì e il venerdì ci “riuniamo” virtualmente per mantanere il nostro appuntamento con lo sport in attesa che si possa riprendere a farlo dal vivo.
E’ un modo per restare insieme ed esorcizzare la paura del momento.
Milena Persiani – Borgo San Lorenzo
Io sto alla grande, la nostra società avuto improvvisamente uno stop importante su molti lavori! 🙂
Credo che sia un’opportunità storica senza precedenti, il senso di comunità si è manifestato nell’appartenere e condividere la paura per questa incredibile emergenza sanitaria, classificata come Pandemia.
Ci saranno delle ripercussioni economiche importanti, il settore turistico si prevede che riparta con la stagione 2021 (gennaio 2021). Il commercio è in ginocchio, molte attività anche se strutturalmente sane non saranno in grado di superare questo arresto.
Le persone stanno vivendo qualcosa di nuovo, una libertà messa improvvisamente in discussione. Stanno sperimentando nuovi modi di lavorare – ed anche le aziende – con delle conseguenze, una volta superata la crisi, non indifferenti. Si sta sperimentando un consumo più critico e consapevole, più attento. Si sta scoprendo all’improvviso che possiamo vivere in modo diverso. A me questa cosa mi fa impazzire, alzarmi la mattina e capire dove caspita andremo, tutti, quanti, tutto il mondo. Mi fa sentire vivo. Anche se – ripeto – la nostra attività ne sta risentendo seriamente, come tutte le altre attività.
Ma forse dovevamo passare proprio da questo punto, dobbiamo rinascere, dobbiamo dare vita a delle persone nuove.
Scusate se mi sono dilungato, è che non sto dormendo ultimamente, e la frenesia di questa follia collettiva della quale stiamo tutti sottovalutando le conseguenze sociali/comportamentali mi gasa.
Filippo Giustini – San Piero a Sieve
La mia vita ai tempi del coronavirus è fatta di lentezza,di bombardamenti mediatici (che ho deciso di ignorare andando a leggere direttamente le fonti) e perché no,risate per i meme che vedo postare sui social. Non sottovaluto il problema. Mantengo le distanze di sicurezza per proteggere le persone anziane a me vicine e i miei cari. Cerco di rispettare le regole per il bene di tutti. Sono un po’ preoccupata per i miei genitori che vivono in Veneto,ma la tecnologia è un grandissimo dono che mi permette di sentirli e vederli via whatsapp e mi tranquillizza tantissimo saperli sani. Ho scoperto un’Italia menefreghista, ma anche e soprattutto un’Italia fatta di solidarietà e aiuto reciproco,di canzoni suonate dai balconi, di sarti e tappezzieri che producono mascherine da regalare, di chiamate agli amici per sapere come stanno.
Forse questa distanza forzata ci farà avvicinare e ci migliorerà.
Benedetta Rachele Fioravanti– Scarperia
Parlo come infermiera che opera nel territorio mugellano, e come prima cosa vi prego di rispettare le regole di corretta prevenzione di contenimento che il governo ci ha fornito in tema di pandemia da Covid 19.
Per noi infermieri, come per tutti i sanitari, è un momento difficile da affrontare sia a livello tecnico che psicologico.
Abbiamo paura, siamo esseri umani, la tensione è tanta ma vi assicuro che stiamo facendo di tutto per essere pronti e dare a tutti i cittadini risposte concrete, sostegno e cure. La nostra sanità pubblica è forte e sarà in grado di operare con efficienza ad affrontare l’emergenza.
Per il momento il Mugello è un’oasi felice rispetto ad altri luoghi, cerchiamo di fare ognuno la propria parte ed insieme ce la faremo, ne sono convinta!
Paola Bidini – Borgo San Lorenzo
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 marzo 2020
Non sono del Mugello, ma lì ho il mio bene più prezioso:mia mamma!!
Sono giorni difficili, in cui si deve fare i conti con la paura, la noia,il tempo,i pensieri..e sembra tutto così surreale..ma mi tornano in mente i giorni con mio nonno.. quando tutto sembrava una scoperta, un gioco, una gioia…e allora voglio provare a vivere questo tempo come un dono..una frenata improvvisa e brusca che però ti salva la vita!!e..se sento la mancanza di qualcuno, finalmente posso chiamarlo e parlare..il tempo non manca più adesso..bisogna solo reimparare a godere della compagnia, della solitudine, degli odori,degli spazi e…Non avere fretta:l’italia c’è..e noi ce la faremo!!
Complimenti sono bellissimi questi pensieri sono anche i miei pensieri grazie ancora insieme ce la faremo