Lavoratore del “porta a porta” licenziato. Intervengono i sindaci. E continuano le prese di posizione politiche e sindacali
MUGELLO – Sulla vicenda di Gabriele Sarti, il dipendente licenziato dalla cooperativa Ati -che per conto di Alia raccoglie i rifiuti con il porta a porta-, a causa delle sue dichiarazioni rilasciate al “Filo” (articolo qui) nelle quali denunciava la mancanza di mascherine e guanti nella raccolta dei rifiuti, sono intervenuti anche i sindaci di Scarperia e San Piero e di Borgo San Lorenzo. Mentre continuano numerose le reazioni, anche a livello politico e sindacale, che chiedono tutti, a gran voce il reintegro del lavoratore. E criticano aspramente la scelta della cooperativa di licenziare chi ha denunciato condizioni irregolari sul piano della sicurezza, specialmente in momenti così a rischio come questi.
I sindaci Paolo Omoboni e Federico Ignesti hanno preso contatti con i vertici di ATI e di Alia, per trovare una soluzione positiva. Lo sottolineano loro stessi: “Abbiamo parlato con ATI e Alia -dicono Paolo Omoboni e Federico Ignesti- chiedendo un incontro, anche alla presenza del lavoratore, per confrontarci e chiedere al consiglio d’amministrazione di rivedere la situazione, rivalutando la scelta fatta. Ma non ci interessano invece speculazioni politiche, e nemmeno contrasti tra sigle sindacali, che speriamo remino tutte dalla stessa parte nell’interesse dei lavoratori e dello stesso Sarti”.
Ed dopo le prese di posizione dei vari partiti politici, da Fratelli d’Italia (articolo qui), Toscana a Sinistra e Lega (articolo qui) continuano le mobilitazioni ed il sostegno da parte di gruppi politici e sindacati nei confronti di Sarti. Ed anche Cobas ALIA si mette al fianco del dipendente.
“Il 6 aprile, Gabriele Sarti, un nostro collega della Coop ATI (appaltatore di Alia) operante a Borgo San Lorenzo, ha ricevuto la lettera di licenziamento. La sua colpa? Aver denunciato pubblicamente le carenze gestionali di ATI
nel predisporre le misure precauzionali di legge previste per l’emergenza COVID-19 screditando, così, il buon nome dell’azienda! Azienda che non ha effettuato le sanificazioni periodiche degli spogliatoi, che non ha garantito le distanze di sicurezza negli spogliatoi né sui mezzi, né fornito i presidi per la sanificazione ai dipendenti, né mascherine e guanti adatti. Ma che soprattutto non ha esitato a licenziare chi, dopo ripetute e inascoltate richieste ufficiali, rivendicava pubblicamente il diritto di tutti a svolgere il proprio lavoro in sicurezza e a non finire nella macabra lista degli “eroi” della Repubblica.
Ricordiamo che Gabriele rivestiva il ruolo di rappresentante sindacale nella RSU. Se ATI tiene tanto alla sua immagine che faccia allora la sua parte reintegrando Gabriele nel suo ruolo e tutelando tutti i suoi dipendenti almeno secondo le norme di legge vigenti. Di fronte a uno stato di fatto ‘al massimo ribasso’ del diritto alla sicurezza, ricordiamo ad ALIA che in quanto stazione appaltante ha l’obbligo di vigilare sul rispetto delle norme in materia di sicurezza e la invitiamo ad intervenire perché ATI revochi il licenziamento del nostro collega anche per il buon nome della nostra azienda. Infine facciamo appello ha tutte le organizzazioni sindacali ed ai lavoratori e lavoratrici a mobilitarsi per la riassunzione di Gabriele”.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 13 aprile 2020