Acqua privata o acqua pubblica?
MUGELLO – Non è affatto un dilemma. Semmai materia di chi, attorno a questo argomento, pensa di costruire movimenti di opinione su tematiche ambientali più in generale. Ma sgombriamo ogni possibile dubbio: in Toscana l’acqua è pubblica. Lo dicono i dati e la sponsorizzazione della politica, che ovvio, mai dimenticarlo, è la sintesi del voto popolare. La politica, principale azionista, nomina i vertici e definisce l’organigramma della società a prevalente capitale pubblico, Publiacqua, che, poi, a sua volta, stabilisce e attua programmi di investimento, pochi, e il prezzo della tariffa.
Spesso, anche recentemente, i nostri primi cittadini, i sindaci, o meglio qualcuno di loro, non perdono l’occasione per concedersi apparizioni televisive o per rilasciare dichiarazioni giornalistiche con l’intento di promuovere la qualità, quindi l’uso, dell’acqua del servizio idrico locale. Come dar loro torto, una pubblicità interessata. Acqua chiara, acqua azzurra, “più buona e gradevole”, dicono. Poi, in modo grottesco hanno rilasciate e diramate queste parole, ovvio testuali, senza cioè alcun accomodamento o travisamento: “E bevete l’acqua del rubinetto o dei fontanelli: è buona, controllata e gratuita“. Frase, questa, ripresa da documenti ufficiali. Quindi, a sentir loro, l’acqua del rubinetto è gratuita. Strano non ce ne eravamo accorti.
Sicché una certezza, qui da noi l’acqua è pubblica. Ma lo è in un modo così spregiudicatamente imprenditoriale che la fa assomigliare molto a quella privata. Di certo lungi dal poter essere considerata un servizio sociale. Publiacqua è la società a prevalente partecipazione pubblica incaricata della gestione della rete e della distribuzione. Una macchina operativa, anzi una slot machine, che produce importanti utili d’esercizio. Queste le cifre, arrotondate per difetto, degli ultimi anni: 23 milioni nel 2012, 30 milioni nel 2013, 20 milioni di euro nel 2014, 38 milioni di euro nel 2015, 29 milioni di euro nel 2016 e, infine, 24 milioni di euro nel 2017. Avanzi distribuiti ai soci, solo in parte reinvestiti. Ebbene, oggettivamente, nonostante i piagnistei ispirati da un’indecifrabile sofferenza è, oltre il servizio pubblico, quantomeno per definizione, un’attività commerciale remunerativa, parecchio.
Così, inspiegabilmente, anziché abbassare le tariffe, in ragione degli utili maturati, ecco che la strategia imprenditoriale non si fa mai trovare impreparata nel deliberare nuovi aumenti. L’ultimo nel 2016, quando per gli utenti, era stato contabilizzato, e riscosso, con le prime fatture dell’anno in corso, un incremento in bolletta del 7,5%. Poi, a seguito di trattative, si era arrivati ad un compromesso con l’aumento ribassato al 4%. In ogni caso tariffa più cara. E come sempre, almeno da parte di questa testata giornalistica, scriviamo e parliamo con dati di fatto, alla mano, ineluttabili.
La politica metropolitana, principale azionista, nomina i vertici di questa società, si insinua nella definizione degli organigrammi, forse non ne ispira le tariffe ma certamente le sostiene, o meglio raramente le contesta. Nel lessico di certi ambienti, a volte, la congiuntura fa sì che le azioni non si contano, si pesano. E, come in questo caso, spesso, il peso della politica è enorme, soffocante, insopportabile.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 settembre 2018
Pubblica di nome ma non di fatto?,dal momento che ci sono dirigenti credo super pagati(come è stato anche nel passato)che fanno perdere la fiducia in questo ente che come a me vorrebbero far pagare servizi non dati.
Quattro anni fa ho ritrovato della vecchie fatture del Comune di Borgo San Lorenzo, pagate da mio babbo per il consumo di acqua potabile, tra le ultime emesse dal Comune di Borgo, prima che un certo Sindaco barattasse la cessione della gestione a Consiag con l’incarico di Presidenza del Consiag stesso, alla scadenza del suo mandato.
Da quella data ad oggi, le tariffe sono aumentate di 180 volte, cioè paghiamo il consumo dell’acqua 180 volte quelle che era allora.
Senza contare tutte quelle menate e str…te che ci hanno aggiunto in bolletta i furbacchioni di Consiag prima e Publiacqua poi, tipo fognatura, depurazione, perequazione; e quelle che stanno per arrivare.
E gli scaglioni di consumo, poi. Ridotti ai minimi termini, tanto che se una famiglia di due/tre persone volesse tentare di rientrare in quello più basso, (per tentare di pagare un po’ meno), dovrebbero fare il bagno con la “risciacquatura” dei piatti e della lavatrice, da quanto basso è il limite attribuito a persona del primo scaglione.