“Azzeramento liste d’attesa nei servizi sociali e più attività domiciliari, per far diventare la casa il primo luogo di cura”: intervista al presidente della Società della Salute
MUGELLO – In questa intervista Paolo Omoboni, nuovo presidente della Società della Salute Mugello fa un primo punto. È il primo bilancio consuntivo che approva come presidente, e qualche analisi e riflessione si può fare.
Quali le tue prime impressioni? E soprattutto, a cosa serve la Società della Salute?
La nostra salute dipende prima di tutto di tutto da noi, dai nostri comportamenti, da fattori come l’istruzione, il lavoro, la casa, il tenore di vita e anche dalle nostre scelte per una società più equa volta ad eliminare le differenze fra individui e gruppi sociali (persone disabili, migranti, anziani non autosufficienti.) E’ un lavoro impegnativo che si fa prima di tutto dove le persone vivono, sul territorio.
Il benessere dell’individuo è il risultato della sua condizione sociale e di salute. Secondo la suddivisione delle competenze la prima spetterebbe ai comuni e la seconda al servizio sanitario, ma le due dimensioni non sono scindibili, dipendono l’una dall’altra e necessitano di reale integrazione.
Le Società della Salute, rappresentano una soluzione organizzativa inedita dell’assistenza territoriale che sviluppa l’integrazione del sistema sanitario con quello socio assistenziale, persegue la salute e il benessere sociale garantendo la presa in carico integrata del bisogno e la continuità del percorso assistenziale e favorisce la partecipazione dei cittadini prevedendo forme di partecipazione con rappresentanze istituzionali e associative, come il Comitato Partecipazione e la Consulta del Terzo Settore.
La SDS garantisce la presa in carico totale della persona e lavora per assicurare a tutte le persone, sia quelle che abitano nel centro di Borgo San Lorenzo, sia a quelle che abitano in cima ad una montagna di avere le stesse prestazioni, gli stessi servizi e quindi gli stessi diritti.
Un modello che sta funzionando e che la Regione ha intenzione di rendere obbligatoria in tutte le Zone distretto, soprattutto per attuare un concreto rafforzamento della sanità territoriale così come indicato dagli obiettivi del PNRR e del quale è emersa chiaramente la necessità in questi due anni di pandemia.
Quest’anno il bilancio ha una dimensione maggiore (articolo qui). Per quali ragioni? E dove avete deciso di investire le nuove risorse?
Nel 2021 la spesa complessiva per servizi, prestazioni e progetti SDS è stata pari a 8.153.000 euro; con un incremento di 1.150.000 euro rispetto al 2020 (durante il quale era stata invece di circa 7 milioni).
Tale incremento della produzione può essere considerato come un indice della ripresa di molte attività, interrotte a causa del Covid nel 2020, già a partire dallo scorso anno ed è in parte dovuto ad un aumento dello stanziamento dei fondi europei, nazionali e regionali.
Proprio la contrazione dei servizi imposta dalla pandemia nel 2020, proseguita in parte nel 2021, insieme all’aumento di finanziamenti, ha generato un consistente risparmio di risorse economiche. Un “tesoretto” che si somma ai contributi del PNRR e che sarà possibile reinvestire, già a partire da quest’anno, per l’azzeramento delle liste d’attesa e per l’adeguamento dei servizi domiciliari, ma non solo. L’obiettivo sul quale dobbiamo lavorare è questo: la casa deve diventare il primo luogo di cura, e perciò dobbiamo investire sui servizi in modo da renderlo attuabile.
Inoltre l’Assemblea e la Giunta SDS hanno intenzione di dare con queste risorse più risposte ai bisogni dei ragazzi – decisamente provati dagli eventi degli ultimi due anni – incrementando le attività di Educativa sul territorio. Sempre sul fronte giovanile vogliamo continuare poi a lavorare sull’inclusione sportiva, partendo da belle esperienze già in atto, come il baskin e il progetto Insport, con il tavolo Sport e Inclusione.
Non si potrebbe fare a meno della Società della Salute e gestire il sociale con i singoli comuni com’era un tempo?
Credo proprio di no. Come accennavo all’inizio la SDS permette una presa incarico a 360 gradi della persona in condizione di fragilità. Faccio qualche esempio. Un anziano può essere malato, ma anche solo. Ha necessità di un infermiere, di un OSS per l’igiene personale, di un assistente di base per l’igiene ambientale. Avrà inoltre bisogno di qualcuno che fa la spesa per lui, ecc. Oppure un ragazzo con autismo avrà certo bisogno di visite e prestazioni sanitarie, ma avrà anche bisogno di un sostegno per fare i compiti a casa o di un educatore a scuola da affianacare agli insegnanti. Possiamo davvero gestire la persona a compartimenti stagni? La SDS ci permette di tenere insieme tutto e di essere realmente efficienti, di dare risposte efficaci alle persone con bisogni.
A tuo giudizio, quale è oggi la maggiore emergenza che siete chiamati ad affrontare?
La pandemia ha messo a dura prova i nostri ragazzi, soprattutto quelli che vivono in un contesto sociale problematico e ha fatto crescere in modo preoccupante problemi di salute importanti da non sottovalutare come ad esempio disturbi alimentari o dipendenze. Questo sarà un filone sul quale investire, per supportare la scuola, i professionisti e i servizi in questo arduo compito, anche collaborando con le associazioni sportive e del volontariato.
E poi la povertà, ci sarà da affrontare le conseguenze dirette dell’aumento del costo della vita dovuto all’ attuale situazione internazionale e alle conseguenze economiche della pandemia. Sicuramente ci stiamo muovendo per affrontare il tema dell’emergenza abitativa: anche questa sarà delegata dai comuni alla SDS perché non può essere un problema che conosce confini comunali così come non possono conoscerli le soluzioni.
La povertà avrà ripercussioni anche sulla salute, una persona in difficoltà economica e senza lavoro è molto spesso anche una persona meno in salute.
Ci attendono molte sfide, ma la SDS spinge i comuni ad essere uniti, a trovare insieme soluzioni e insieme si è certamente più forti.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 giugno 2022
“la casa deve diventare il primo luogo di cura, e perciò dobbiamo investire sui servizi in modo da renderlo attuabile”
Buongiorno, per cortesia esempi concreti in merito a questa affermazione ?
Grazie.