Biomasse a Petrona. Botta e risposta fra il sindaco Ignesti e il Comitato contro la centrale
SCARPERIA E SAN PIERO – La recente sentenza del TAR ha innescato una vivace dialettica fra il sindaco Ignesti ed il Comitato che ha avversato il progetto biomasse fin dall’inizio. Torti o ragioni, correttezza amministrativa o mancata trasparenza, impiego di risorse pubbliche per un progetto privato o atto imparziale a tutela dello sviluppo del territorio? Dopo il comunicato ufficiale del comune (articolo qui) e la nota di commento televisiva del sindaco, adesso tocca al Comitato contro la centrale a biomasse di Petrona esporre le proprie considerazioni sulla vicenda. Ecco l’intervista, in esclusiva, ad Alessandro Marucelli, presidente e portavoce del Comitato.
“Non è una vittoria del Comitato”, così ha detto il primo cittadino di Scarperia e San Piero. Allora chi ha vinto? Non certo l’amministrazione comunale. Hanno vinto i cittadini residenti in zona che, insieme al Comitato, avevano presentato il ricorso contro la Città metropolitana, il comune e Renovo. La sentenza ha dato ragione ai cittadini firmatari, che in maggioranza fanno parte del Comitato stesso. Quindi da parte del sindaco una distinzione che lascia il tempo che trova, di chi non ha accettato la sconfitta, parole al vento. La forza del Comitato è stata quella di riuscire a coinvolgere una larga fetta di popolazione, che ha così voluto decidere del proprio destino tutelando il territorio, l’ambiente e la salute. In altri casi simili, per esempio quello di Cortona (AR) del 15 luglio scorso, il comune si è invece schierato accanto ai propri cittadini e, a seguito della vittoria conseguita, il sindaco Francesca Basanieri (del PD) ha ribadito come la sentenza del TAR abbia liberato la Valdichiana da impianti a biomasse che potevano compromettere il turismo e la promozione del territorio. Insomma, tutto un altro sindaco e tutta un’altra storia.
Il pronunciamento del TAR è chiaro, per costruire una centrale a biomasse, qualunque ne sia la potenza, sarebbe opportuno avvalersi di una VIA (Valutazione Impatto Ambientale). Una normativa europea, nota ed applicata in altri casi simili, anche in Toscana. Eppure lo avevate già fatto presente nella vostra precedente richiesta di “riesame in autotutela”, quindi perché il sindaco si dice meravigliato? Appunto, avevamo dato la possibilità alla Città metropolitana e al comune di uscire da questa situazione senza lo spreco di risorse pubbliche, proponendo nello scorso mese di settembre, una richiesta di “riesame dell’autorizzazione in autotutela” (articolo qui). Quella richiesta conteneva di fatto le stesse motivazioni adesso accolte dalla sentenza del TAR, mentre in quella sede sia il comune e la stessa Città metropolitana risposero asserendo che le nostre argomentazioni erano infondate e inconsistenti. Se il comune avesse appoggiato la richiesta dei cittadini, come gli fu espressamente chiesto, sarebbero stati risparmiati sia 2.300 euro di un primo parere legale, che gli oltre 9.500 euro per la difesa al TAR. Soprattutto anche i cittadini avrebbero risparmiato, visto che si sono dovuti autotassare e partecipare alla raccolta fondi organizzata dal Comitato.
Avevate scoperto l’esistenza di questo progetto in modo fortuito, e non tramite i canali istituzionali ordinari, e sin dall’inizio avete lamentato la mancata trasparenza nella procedura. Qual è il vostro giudizio su questo aspetto? Nonostante le sue dichiarazioni il sindaco non è mai stato dalla parte dei cittadini. Non solo non ha mai incontrato il Comitato, ma non ha neppure indetto alcuna assemblea pubblica. Non si è mai presentato agli eventi pubblici sul tema, promossi dal Comitato, ai quali è sempre stato invitato. Non diciamo che debba essere per forza dalla nostra parte e della nostra opinione, ma non gli abbiamo mai perdonato questa totale mancanza di confronto e l’aver sistematicamente ignorato i propri cittadini. Purtroppo, anche adesso, questo atteggiamento non è cambiato ed anche dopo questa vittoria dei cittadini, il sindaco sta continuando nella sua azione denigratoria nei confronti del Comitato. Ricordo che alla consegna delle 7.500 firme della petizione non è stato rilasciato nessun comunicato o commento, ma adesso per mascherare la sconfitta e l’inconsistenza di questo progetto fioccano comunicati, precisazioni e interviste. Magari, è giunto il momento in cui, con umiltà, si debba scusare. Non tanto nei confronti del Comitato, ma verso tutta la popolazione, per aver sostenuto e creduto in questo progetto che ancora ad oggi ritiene una opportunità mancata per il territorio.
Su questo punto, cioè sull’aspetto imprenditoriale, è davvero un’occasione persa per l’economia del territorio? Assolutamente no. Bisogna ricordare che anche Legambiente aveva espresso i propri dubbi sulla possibilità di reperire in zona simili quantità di biomassa (articolo qui). Così come il responsabile di Ibionet dell’Università di Firenze, era molto preoccupato sulla tenuta sociale e produttiva della filiera forestale del territorio. In aggiunta a questo è giusto citare che il PIF (Piano Integrato Filiera), il progetto di approvvigionamento presentato dall’azienda, non è stato addirittura ammesso in graduatoria fra quelli meritevoli di finanziamento pubblico (articolo qui). Una vera e propria bocciatura fatta dalla Regione Toscana. Per il Mugello non è un’occasione persa ma una fortuna per la nostra salute, lo sviluppo turistico, ambientale e del comparto agro-alimentare dell’intera zona.
Oltre alla posizione ed all’operato del comune anche altri uffici pubblici, la ex Provincia di Firenze, la Città metropolitana, la Regione Toscana e l’Unione montana comuni del Mugello, certo non hanno brillato per competenza nella materia e per la conoscenza della normativa. Quanto è stato difficile interloquire con quegli enti? Il doversi interfacciare con questi soggetti è stato il momento più difficile che ha messo in evidenza tutti i limiti delle nostre istituzioni. Ci siamo trovati più volte rimpallati non solo fra i vari enti, ma anche fra gli uffici degli stessi. Per arrivare al paradosso del passaggio di competenze dalla Città Metropolitana di Firenze (ex Provincia) alla Regione Toscana (articolo qui). Dal mese di dicembre ad oggi abbiamo fatto continue richieste di chiarimenti sull’iter del procedimento e una diffida formale. Ci siamo appellati al difensore civico per avere risposte. Non abbiamo avuto ancora risposta, l’unica cosa che ci è stato comunicato, il giorno dopo la sentenza, è il nome del responsabile del procedimento di revoca finalmente nominato dalla Città metropolitana, a sette mesi di distanza e dopo che l’atto autorizzativo è già stato annullato (articolo qui). Per non parlare poi dello sportello SUAP dell’Unione montana.
Perché cosa è successo con l’Unione montana dei comuni del Mugello? Abbiamo interloquito con il SUAP riguardo alla costruzione dell’impianto per la produzione di pellet collegato alla centrale. Abbiamo fatto diverse richieste di chiarimento sull’intero procedimento, ma ancora una volta abbiamo ricevuto risposte evasive ed è iniziato il solito rinvio alla responsabilità o competenza di altri enti. Ancora una volta è stata data un’apertura di credito al soggetto privato, che è una società del gruppo Renovo, senza precedenti esperienze professionali. Anche in questo caso nel momento dell’autorizzazione mancava un atto fondamentale, l’AUA ovvero l’Autorizzazione Unica Ambientale. Quindi, di nuovo, non ci è rimasto che presentare un altro ricorso al TAR in collaborazione con Italia Nostra (articolo qui) e con i residenti della zona.
E invece, con la politica di governo locale in generale, anche quella dei comuni limitrofi, come è andata? Questo, secondo me, è uno dei capitoli più brutti di questa vicenda. Ci siamo confrontati e abbiamo spiegato le nostre ragioni a diversi rappresentanti delle istituzioni locali, talvolta molto giovani e mi aspettavo qualcosa di diverso dal “non è nel mio comune, non posso mica commentare i fatti di un altro comune”. Mi aspettavo un po’ più di coraggio. Abbiamo chiesto solo cosa ne pensassero del progetto, se era per loro sostenibile, insomma abbiamo chiesto la loro opinione ma forse ripensandoci a posteriori è stato questo il problema. Il silenzio del comune di Borgo San Lorenzo limitrofo e attiguo alla zona interessata si commenta da solo e non merita altre parole. Timpanelli, nuovo segretario del PD di Borgo, che del dialogo con la gente ha fatto un suo cavallo di battaglia, ci congedò nella primavera del 2015 dicendoci che entro breve ci avrebbe fatto avere una sua opinione in merito al progetto. Stiamo ancora aspettando. Se questa è la nuova classe politica che ci aspetta…
Alla fine di questa vicenda, come semplice cittadino e rappresentante del Comitato, cosa vorresti ricordare? Le 7.500 firme, la solidarietà della gente, la voglia delle persone semplici e comuni di informarsi, capire cosa sta succedendo intorno, la voglia di attivarsi per difendere i propri diritti e idee, il vedere alle riunioni e alle manifestazioni sempre facce nuove. E’ stata un gran fatica e non sono mancati momenti di scoramento e di tensioni anche all’interno del comitato, tuttavia il sostegno delle persone, non solo economico, ma anche con una parola di incoraggiamento, di stima, di entusiasmo per questa lotta ci hanno dato una forza positiva che difficilmente scorderò. Mi rimane la soddisfazione di poter dire che è possibile far coesistere persone molto diverse fra loro insieme se unite da una causa più importante. E’ possibile vincere anche quando gli interessi in gioco sono molto più grandi di noi. Grazie veramente a tutti.
(Intervista di Gianni Frilli)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 luglio 2016