Che strana idea di condivisione ha il PD
BORGO SAN LORENZO – Pubblichiamo una nota della lista civica borghigiana Dal Cuore di Borgo.
Al consiglio comunale di mercoledì 08 giugno il punto più importante era sicuramente la mozione presentata dal PD sui migranti. Siamo venuti a sapere, nel corso della discussione e dell’esposizione del documento, che si trattava di un testo che il partito di riferimento del Mugello avrebbe presentato identico anche in altri comuni, tra cui Vicchio, in cui è stato già approvato.
Noi di “Dal cuore di Borgo” ci siamo espressi all’inizio in modo tendenzialmente favorevole. Poi, Luca Margheri di “Cambiamo, Insieme!” ha proposto due emendamenti di buon senso, che hanno riscosso un apprezzamento trasversale, sebbene da alcuni espresso a denti stretti. Ecco che, con un inaspettato colpo di scena, si è venuti a scoprire che il testo non è emendabile.
Alcune note di metodo. Il ragionamento del PD è stato questo: sarebbe un bel segnale se tutti i comuni approvassero esattamente la stessa mozione, in modo da non arrivare divisi e con idee contrastanti davanti a Prefettura e Città metropolitana. Bene: basta leggere il nostro comunicato precedente, e si vedrà che vi è espressa la stessa idea politica. Cioè, che su temi importanti per esser più compatti sia auspicabile parlare con una sola voce, mettendo in pratica una leale condivisione.
La strana idea del PD di “condivisione” è però, purtroppo, questa: noi del PD scriviamo un documento senza minimamente sentire le voci dell’opposizione, tra l’altro né di Borgo né di altri comuni, e poi chiediamo a tutti di approvarlo così com’è. Questa non è vera condivisione. La condivisione si fa coinvolgendo fin dall’inizio tutte le forze politiche, confrontandosi, e arrivando ad una sintesi finale. Non si fa calando dall’alto un documento, e chiedendo agli altri di ritirare gli emendamenti. Sottointeso: se qualcuno non lo vota, si prende poi la responsabilità di incrinare il fronte comune, in una questione delicata come quella dell’immigrazione.
Ancora più strano poi, venire a sapere che anche membri di Borgo Migliore (la minoranza nella maggioranza) si sono dovuti allineare evitando di presentare modifiche: a quanto pare la disciplina di partito ha ancora il suo peso. Risultato? I due emendamenti molto utili di Margheri, che riguardavano la richiesta di clausole di garanzia e monitoraggio per le cooperative che gestiscono i migranti, sono andati in fumo, tra l’imbarazzo anche di chi li avrebbe evidentemente approvati. E chissà quanti altri emendamenti sono stati bloccati preventivamente.
Il consiglio comunale di Borgo scavalcato, esautorato: si fa come dice il partito, e non prendiamo nemmeno in considerazione la voce dell’opposizione. Bella idea: più del 40% dei cittadini di Borgo San Lorenzo – a questo ammonta la quota rappresentata dalle opposizioni congiunte – si sono visti preventivamente ridotti al silenzio, per la non disponibilità all’ascolto decisa altrove.
Dato che, comunque, il documento conteneva cose interessanti, nonostante l’arrabbiatura per il metodo indegno di una democrazia, “Dal cuore di Borgo”, scegliendo di far prevalere le ragioni dei contenuti positivi, e lasciando da parte i giochetti di potere, ha votato a favore.
Ma resta l’amaro in bocca. Quali sono i luoghi del potere politico, il consiglio comunale o la direzione di zona del partito? È come se il PD non vedesse altro che se stesso, come se sentisse il potere in modo così granitico, e garantito per il futuro, da non prendere minimamente in considerazione il punto di vista altrui. Questa tendenza accentratrice e autoreferenziale non sarebbe in sé un male, se non impedisse una sana dialettica politica.
È grazie al libero confronto che nascono sintesi condivise. Ma se l’opposizione si trova un muro davanti, che ci resta da fare? Non è questa la strada per un riconoscimento reciproco e una sana politica.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 giugno 2016