DAI LETTORI – Troppo Ingorgo?
BORGO SAN LORENZO – Nei giorni scorsi ho frequentato in vari momenti Villa Pecori Giraldi per il Festival di Ingorgo Letterario. Premetto che l’esistenza di un appuntamento del genere nel Mugello mi rende solo felice visto il mio interesse per l’argomento: non tanto la cultura in sé (che quella viene esplicata in vari modi – forse troppi, di nuovo – da tutte le parti), ma i libri. Quindi lunga vita all’Ingorgo Letterario!
Premetto inoltre che ho visto volontarie e volontari dedicarsi a tempo pieno alla riuscita dell’evento. Che mi è parso riuscito per determinate cose, tengo a specificarlo. Infine, riconosco alla direttrice artistica una capacità organizzativa ben superiore agli altri organizzatori mugellani con una cura dei dettagli e un abbellimento degli spazi che raramente si vedono qua in zona. Due esempi di buona organizzazione unita alla gentilezza: le persone all’ingresso, sempre pronte a dare informazioni e a sorridere agli avventori e il bar al primo piano, sempre attivo e disponibile.
Detto questo, e mi scuso per la lunga premessa, sono qui non a contestare ma ad interrogarsi sul format dell’evento. La parola “Ingorgo” richiama ad un qualcosa in cui le persone – tante – girano, si spostano, ritornano, si fermano ad ascoltare. Per forza di cose il nome richiama all’ingorgo sonoro ben più noto di San Piero. Dove l’ingorgo è quello delle tante postazioni musicali, ma anche quello creato dalla gente. Invece l’ingorgo di Borgo San Lorenzo si può definire ingorgo solo per le tante presentazioni di libri.
Forse gli stretti corridoi di Villa Pecori e la dislocazione delle stanze non aiutano a questa circolazione di persone. Ma credo che anche l’azzardare più presentazioni di libri in contemporanea sminuisca le potenzialità.
In dei momenti il numero di persone che assisteva era accettabile, ma ci sono state – senza timore di essere smentito – anche occasioni in cui il pubblico si contava sulle dita di una mano. A volte bastavano pollice ed indice. Credo sia sminuente per gli autori, in primis, per i presentatori, ma anche per chi è lì. Ho notato che spesso c’erano gli strumenti per realizzare le dirette da trasmettere sui social. Bene, ed è un’ulteriore dimostrazione dell’attenzione ai dettagli organizzativi, ma credo sia indubbia l’inefficacia per allargare il pubblico.
Ci saranno motivazioni per questa scelta di presentazioni ad ogni ora – più di una alla volta. Nei comunicati prima dell’evento, e forse anche dopo, si potrà rivendicare il numero di autori coinvolti, di libri presentati. 70 presentazioni, 90 autori, 30 case editrici. Sembra tanta roba. Gonfiare il petto mostrando i numeri è un vizio della politica, delle imprese, delle persone. E forse, anche in questo caso, conviene per visibilità, sponsorizzazioni, contributi. Però poi la realtà è diversa.
Tengo di nuovo a precisare che non vuole essere una bocciatura. Ho parlato dei pro, ed altri vanno aggiunti (la partecipazione delle scuole ad esempio). Non ho soluzioni per i miglioramenti (se proprio devo: farne meno! ; provare a ripensare il periodo dell’anno per sfruttare luoghi più adatti? ; qualche nome di richiamo in più che possa fare da traino anche per chi è meno conosciuto e meriterebbe proprio per questo maggiore partecipazione?). Credo però che queste problematiche siano reali.
Chiedo scusa per l’anonimato ma vorrei che queste mie sollecitazioni siano valide solo per i temi e pongano qualche domanda in chi organizza e patrocina l’evento, senza alcuna strumentalizzazione (ed ho tenuto a rimarcare le qualità dell’organizzazione e della direttrice artistica). Sperando che possa essere utile, auguro in ogni caso lunga vita all’Ingorgo Letterario, con un arrivederci al prossimo anno anche se ci dovessero essere 100 presentazioni di cui molte in contemporanea.
( Rubrica Dai Lettori) – Borgo San Lorenzo
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 29 Novembre 2022