Dimore storiche in Mugello, un patrimonio da salvaguardare e valorizzare
BARBERINO DI MUGELLO – Ha suscitato molto interesse l’iniziativa promossa dal Comune di Barberino di Mugello in collaborazione con l’Unione montana dei comuni del Mugello, mirata ad aprire un confronto sul come meglio valorizzare le dimore storiche presenti sul territorio, sia per garantirne il mantenimento sia per promuovere una loro maggiore conoscenza ed utilizzo. Il salone del Castello di Barberino era gremito da operatori culturali, proprietari di ville storiche – son venuti anche dalla Versilia -, rappresentanti delle ProLoco e amministratori locali, e durante l’incontro è emersa da parte di tutti la volontà di trovare nuove forme di collaborazione.
Lo hanno detto nelle loro introduzioni l’assessore alla Cultura e il sindaco di Barberino di Mugello Fulvio Giovannelli e Giampiero Mongatti, sottolineando la necessità di una maggiore collaborazione tra pubblico e privato, e lo ha detto Federico Ignesti, in qualità di assessore al Turismo dell’Unione montana, ricordando che i comuni della zona sono al lavoro per un piano urbanistico unico e in quest’ambito uno dei temi sarà quello delle dimore storiche, analizzando vincoli e problematiche. “Chiedendoci – ha detto – cosa poter fare per agevolare il mantenimento di queste strutture, a fronte dei tanti vincoli dai quali son gravate. Altrimenti c’è il rischio per il territorio di perdere un grande valore culturale”.
E’ stato Bernardo Gondi, presidente regionale dell’Asdi, l’associazione delle dimore storiche – anch’egli di origini mugellane, viene da San Cresci in Valcava -, a evidenziare le tante difficoltà che queste strutture devono affrontare – costi altissimi di manutenzione e di riscaldamento, il dover chiedere permessi (comunque onerosi) per qualsiasi intervento, i balzelli crescenti -. E, ricordando che solo in Mugello sono una cinquantina le dimore storiche, ha invitato i comuni a dare qualche segnale almeno sulla tassa di bonifica e sula Tari, auspicando maggiore aiuto reciproco tra pubblico e privato, meno burocrazia e la creazione di pacchetti turistici.
Poi Ilaria Crescioli, rappresentante di Toscana Promozione Turistica, ha tracciato in modo molto interessante alcune strade per la valorizzazione di queste strutture e più in generale del territorio. Che essendo una terra autentica, ricca di storie e di memorie, potrebbe offrire e vendere ai turisti soprattutto “esperienze”.
Dopo l’intervento del presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, ricco di riferimenti storici e che non ha lesinato elogi al Mugello e alle sue bellezze, non è mancato il dibattito: l’amministratore della società proprietaria del Castello di Barberino Giorgio Gramegna ha sollevato la questione del peso dell’Imu e della possibilità per i comuni di stabilire aliquote più eque che tengano conto della situazione delle dimore storiche che “pagano come se fossero un albergo da 200 stanze, ma che non producono reddito”, l’ex-presidente dell’Adsi toscana Niccolò Rosselli Del Turco ha evidenziato la scarsa sensibilità dimostrata fin qui dalle amministrazioni comunali toscane, mentre l’architetto Stefania Salomone ha insistito sulla necessità, per promuovere queste strutture, di offrire “storie diffuse” e “percorsi”: “Il turista non legge grandi libri – ha detto – gli va creata una sceneggiatura, puntando sul fascino delle storie di famiglie illustri, visto che molte famiglie fiorentine provenivano dal Mugello”. Paolo Pasquali, di Villa Campestri ha invitato a unirsi: “Spero di avere una decina di dimore storiche che facciano squadra”, riferendosi poi alla sua esperienza di “Abitare la storia”. E non sono mancati gli interventi di rappresentanti della ProLoco che, pur evidenziando anche le difficoltà, hanno ribadito la disponibilità a fare rete e a collaborare. Ha chiuso il dibattito Michela Cassese, e lo ha fatto, pragmaticamente, con “E quindi?”, sollecitando prossimi passi concreti. Le ha risposto l’assessore Giovannelli suggerendo di far sì che questo non sia l’unico e l’ultimo incontro, bensì soltanto il primo, rivedendosi in modalità più operative per stabilire percorsi concreti e fare passi avanti attraverso una sinergia proficua tra pubblico e privato, e verso utilizzi sostenibili delle strutture storiche. Portando anche ad esempio il protocollo d’intesa del suo comune con la proprietà del Castello che consente di tenere in questo splendido ambiente storico eventi e manifestazioni pubbliche che da una parte arricchiscono l’intera comunità mugellana sul piano culturale e turistico, ma fanno anche conoscere di più la struttura, che è messa a disposizione dalla proprietà per eventi e matrimoni.
E l’incontro si è concluso con la rappresentazione di alcune scene teatrali, nei vari ambienti del Castello, curati dalla compagnia Catalyst.
Ora il tema è sul tavolo, all’attenzione di amministrazioni locali e proprietari: occorrerà vedere se vi sarà la volontà di far seguire i fatti alle buone intenzioni. Perché sicuramente la questione è importante, ma richiede impegno da tutti i soggetti: e l’assenza di diversi comuni e operatori turistici, ed anche di qualche proprietario di ville storiche mugellane fa sorgere qualche dubbio sul centrare un obiettivo – quello di una maggiore conoscenza e fruibilità delle strutture storiche presenti sul territorio – che arricchirebbe ancor più l’offerta del turismo culturale in Mugello.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 settembre 2017