Fido mette le zampe anche sui quotidiani nazionali…con una storia che non tutti conoscono
BORGO SAN LORENZO – La storia di Fido, il cane borghigiano esempio di fedeltà, scavalca i confini mugellani per finire sulle pagine de “Il Fatto Quotidiano“. Nell’articolo la giornalista Vanna Brocca ripercorre la storia del cane più famoso della valle raccontando anche un fatto curioso che, forse, non tutti sanno.
La prima statua dedicata a Fido, infatti, non è quella che è esposta adesso in piazza Dante, ma una splendida maiolica commissionata dal consiglio comunale di Borgo, poco prima della morte del cane, al noto scultore Salvatore Cipolla. La scultura, però, non durò a lungo visto che, poco dopo, fu trovata in frantumi accanto al suo piedistallo. Il dito fu subito puntato su una banda di vandali di destra. Capri espiatori presi probabilmente di mira dalla giunta comunista di allora.
Invece, sessant’anni dopo si scopre che il vero colpevole era niente di meno che uno tra i personaggi pubblici più noti di allora: Luigi Tassinari, assessore alla cultura del PCI nella giunta regionale di Lelio Lagorio e presidente del Gabinetto Viesseux. “C’era la statua di un cane proprio davanti alla scuola di Avviamento al Lavoro di cui ero direttore – confessò Tassinari – e c’era tutta una retorica su questo cane che, essendo morto il padrone, per diverso tempo all’ora stabilita che tornava il treno andava ad aspettarlo alla stazione. Il Mugello si commosse e noi – io e il pretore che partecipò con me all’impresa – decidemmo che bisognava dissacrare questo fatto: sì perché quello era un istinto del cane, non qualche cosa che assurgeva a chissà che. E poiché la statua era di porcellana, ecco che riuscimmo facilmente a ‘cosarla’”.
L’articolo della Brocca si conclude con una riflessione sulla storia, ma soprattutto sul comportamento di Fido. Infatti, secondo lo studio della dottoressa Gallicchio, studiosa e veterinaria comportamentalista, il comportamento del cane simbolo di fedeltà non è poi così eccezionale, si tratta di comportamenti comuni a tutti i mammiferi. Questo però non significa che non sia un modo di agire da prendere ad esempio, perché sarà anche una costante dei mammiferi ma spesso e volentieri la razza umana, spesso e volentieri, lo dimentica.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 giugno 2018
Bellina questa storia, che scrissi sul mensile il Filo alcuni anni orsono.(marzo 2010). Il Fatto Quotidiano non ha scoperto niente. Ricordo che fui infamato perchè mi si diceva che uno di sinistra non può compiere queste cose. Leggo con piacere che qualcuno ci ritorna sopra. La storia non va mai nascosta. Speriamo che non gli arrivano le solite sequele fra offese ed irrisioni, come dovetti subire io. Grazie, Aldo Giovannini
Questo insulso articolo conferma quanto vado affermando da tempo, cioè che su Fido si raccontano un sacco di fregnacce. Ora se ne aggiunge una nuova: Fido che si reca alla Stazione del treno ad aspettare il padrone.
Bene, ditemi quando mai il treno è passato da Luco? O che c’è la ferrovia a Luco?
Ma faciteme ‘o piacere!
Mi scusi signor Piero, non entro nel contesto dell’articolo e della storia, perchè sarà la giornalista a risponderle sulle verità. Io l’ho già espresso cento volte in 50 anni.
Le dico solamente che Fido andava a prendere il treno lo disse all’emittente Tele Iride Mugello durante una intervista, il prof.Luigi Tassinari quando ricordò che fu lui e il pretore Ramat, esponenti del PCI dell’epoca a spaccare il monumento.
Tante cordialità, Aldo Giovannini