Francesca Sarti vince “Cibarte” e la sua classe, III C della media di Borgo, va all’Expo di Milano
Una studentessa della scuola media di Borgo San Lorenzo, Francesca Sarti, vince, con un’originalissima creazione artistico-culinaria (i cup-ricci fiorentini), il concorso “Cibarte” e come premio parteciperà -giovedì 14 e venerdì 15 maggio- con tutta la sua classe, la III C, per due giorni, all’Expo di Milano.
E anche un gruppo di ragazzi della IB, con la prof. ssa Cavicchi, ha vinto un premio nella proprio categoria, nell’ambito dello stesso concorso.
Pubblichiamo qui lo scritto della vincitrice, che spiega la genesi dell’opera, e di seguito, un intervento dell’insegnante di educazione artistica.
I Cup-Ricci Fiorentini, di Francesca Sarti
La mia classe ed io siamo venuti a sapere che avremmo partecipato al concorso Cibarte, un paio di settimane dopo l’inizio del nuovo anno scolastico. La nostra professoressa di arte ci spiegò che cosa avremmo dovuto ideare e produrre, ma lì per lì il tutto non ricevette una grande eco. Tuttavia, quando ci disse quale fosse il premio in posta, ossia un’uscita di due giorni all’ EXPO di Milano tutto spesato, ecco che il concorso iniziò ad interessarci ed entusiasmarci non poco, anche se ovviamente nessuno (ed io per prima) immaginava di vincerlo davvero.
Ricordo anche che alcune mie compagne iniziarono a mettersi d’accordo per la divisione delle camere in albergo e gli accoppiamenti. Addirittura, una di queste, che si trovò esclusa dal gruppo in cui avrebbe voluto essere inserita, scoppiò in lacrime e a me venne spontaneo dire: “Povere illuse! Ma pensate veramente di poter arrivare prime?!?”. Ed in fondo ha avuto davvero ragione! Il suo pianto non è stato vano, anzi probabilmente ci ha proprio portato fortuna: grazie cara ******!
L’idea dei Cup-Ricci non mi è arrivata subito, infatti inizialmente ne avevo avuta un’altra, quella di fare una scatola a forma di stecca di cioccolata con un “morso” laterale da cui far uscire i cioccolatini contenuti, ma la bocciai quasi immediatamente, perché mi venne in mente, ripensando al titolo della gara Cibarte, che doveva essere sì un cibo, ma sotto una forma artistica, quindi andavo un po’ “fuori tema”… Allora pensai alle bellissime città italiane e ai loro monumenti e simboli: Roma con il Colosseo, Venezia con le sue gondole, Pisa con la torre pendente, Verona con l’Arena. Ma come potevo tradire la mia città, Firenze e la sua inconfondibile cupola? Così iniziai a considerare in quale cibo poter trasformare la Cupola del Brunelleschi, che è l’emblema per eccellenza di Firenze ed anche il monumento che conosco meglio perché, oltre ad averla visitata all’interno e scalata fino in cima, proprio l’anno scorso affrontando ad arte il Rinascimento, ne avevo approfondito lo studio della storia, della tecnica costruttiva, delle sue curiosità e degli architetti che se ne sono occupati.
Così, oltre ovviamente al genialissimo – ma anche gelosissimo! – Filippo Brunelleschi che l’ha progettata, ho trovato anche l’architetto contemporaneo Massimo Ricci, famoso per averne scoperto il segreto della struttura autoreggente a “spina di pesce”.
Dal punto di vista culinario, i cup-cakes mi sono sembrati il cibo più simile ed adatto a rappresentare la nostra cupola, non solo per la forma ma anche per un’eventuale effettiva produzione alimentare (pasta di cacao e nocciole con decorazione in pasta di zucchero). Quindi, per dare il titolo richiesto alla mia creazione, ho unito i termini “cup-cake” e “Ricci” per coniare il nome Cup-Ricci, che letto velocemente e con la tendenza a fondere le due parole, si comprende capricci, e che, a mio parere, può anche tornare bene con la bizza del Brunelleschi di lasciare la sua grande costruzione un mistero. L’aggettivo fiorentini poi è venuto di conseguenza.
Una volta scelto il soggetto, ho iniziato a pensare al materiale con cui realizzarlo. Il primo esperimento è stato quello di usare la pasta di sale, così ho fatto 3 o 4 pasticcini cercando di rispettare la forma della cupola con i suoi 8 spicchi. Inizialmente, finché la pasta era fresca, il risultato non fu niente male, ma poi dopo due giorni, seccandosi si erano afflosciati e la pasta trasudava acqua (sicuramente avevo sbagliato le dosi di sale, farina ed acqua). Tra l’altro le prese di giro in famiglia, per i miei strani “cosi” abbandonati a seccarsi sulla libreria, non incoraggiavano affatto il risultato, cosicché pensai di cambiare materiale e rifeci il tutto con il Das. Ecco così che i Cup-Ricci riuscirono a mantenere la loro forma a cupolotta anche da secchi. L’ultimo intervento è stato quello di decorarli in modo più fedele possibile all’aspetto esterno della cupola e di realizzarne un’accattivante scatola contenitrice, a forma anch’essa di Cupola del Brunelleschi.
L’aspetto più bello del concorso è veramente il premio e l’opportunità di condividerlo con i miei compagni! Grazie infinite alla Fila, a Cibarte e alla mia professoressa Pinti!
Francesca Sarti
classe 3 C, Scuola Media Giovanni Della Casa di Borgo San Lorenzo
Il cibo come arte, e l’arte come cibo (prof. Lucia Pinti)
Il cibo è stato da sempre al centro dell’interesse di chi si occupa di arte forse per il duplice legame che può esserci tra questi due ambiti: il cibo come oggetto da rappresentare artisticamente e l’arte come cibo di cui nutrirsi.
Proprio per questo CIBARTE ha suscitato il mio interesse come docente motivandomi a coinvolgere gli alunni in una riflessione e una creazione intorno a questi temi. Anche loro si sono appassionati al pensiero di trasformare un’opera d’arte in un prodotto e così partendo dall’idea sono giunti alla realizzazione concreta di un prodotto.
Francesca Sarti è riuscita a coniugare lo studio della cupola del Brunelleschi con una riproduzione in scala usando del materiale plasmabile e successivamente realizzare un prodotto alimentare chiamato “Cup-Ricci Fiorentini”.
La soddisfazione provata da me e dai ragazzi durante questa esperienza è stata grandissima, ancora più quando tutto il nostro impegno è stato riconosciuto e premiato con la partecipazione all’Expo.
Lucia Pinti
© Il filo, Idee e notizie dal Mugello, 13 maggio 2015
Carissima Francesca,
sono venuto a conoscenza solo oggi della tua intelligente e simpaticissima iniziativa. Per complimentarmi con Te, sono disposto a venire nella tua vecchia Scuola Media a fare una conferenza sulla Cupola del Brunelleschi e sul suo sistema di costruzione. Con l’occasione voglio farti dono del mio ultimo libro sulla Cupola con una mia dedica personale in omaggio alla tua intelligenza.
Cari Saluti
prof.arch. Massimo Ricci
P.S. è ovvio che voglio assaggiare la Cup-Ricci