Gli ottimi formaggi mugellani presentati al Gran Disìo dall’Accademia Italiana della Cucina
BORGO SAN LORENZO – Ieri sera 18 ottobre l’Accademia Italiana della Cucina delegazione Mugello ha organizzato al ristorante Gran Disìo Bistrot in viale Kennedy 23 a Borgo San Lorenzo la “Cena Ecumenica – I formaggi nella cucina della tradizione regionale”, una serata all’insegna dell’enogastronomia d’eccellenza con il tema portante centrato sui prodotti caseari mugellani che hanno fatto bella mostra all’occhio e al palato, valorizzati dalla cucina dello Chef Luigi Incrocci, dai vini Vernaccia San Gimignano e Vinsanto Gattavecchi e Rosso e Nobile di Montepulciano Poggio alla Sala, dal miele e dalle confetture locali. Le aziende agricole che hanno partecipato con i loro formaggi sono Laiano di Emanuele Sirigu, Palazzo Vecchio di Simone Grossi, Il Sasso di Salvatore Farina, La Greta Latteria Riccianico di Marchi, Da Pagliaia di Elena Galeotti, Le Capannacce di Laura Filipponi, Mongili di Sandra Bacciotti.
“La nostra accademia – ha detto Adriano Borgioli – ha deciso quest’anno di dedicare la cena ai formaggi. Rispetto a Firenze, noi in Mugello siamo fortunati, non abbiamo difficoltà a trovare ottimi prodotti caseari che vanno dal bovino all’ovino e al caprino che sono genuini e buoni. Abbiamo la fortuna di vivere in un territorio in cui si combina una buona coltivazione e, negli ultimi tempi, un bel gruppo di cuochi che valorizzano quanto produciamo. Nei decenni precedenti abbiamo visto sparire tutti le osterie e le trattorie tipiche per far posto alle pizzerie che di tradizionale con noi non avevano nulla. Oggi si sta riscoprendo il piacere di andare a mangiare in un ristorante in cui c’è un prodotto locale, curato da un bravo chef, come è qui Luigi Incrocci al Gran Disìo”.
“Questa sera – ha detto Franco Turri – abbiamo pertanto pensato di raccogliere il meglio dei produttori di formaggio del Mugello, in abbinamento con miele, confetture e pane fatto dal grano Verna. Quando ero un giovane agronomo se ne coltivava molto di questo, poi si è preferito la quantità alla qualità. Per fortuna stiamo tornando al Verna, che è eccezionale”.
“A volte diamo per scontato un pezzo di formaggio artigianale – ha aggiunto Antonella Bolli – ma dietro di esso c’è una storia e una cultura che lo rendono unico e difficile da copiare. Quando si mangia un pezzo di questo tipo di formaggio, non mi riferisco ovviamente a quelli industriali, bisognerebbe comprendere la fortuna che si ha nel poterlo apprezzare e conoscere: su cinque continenti, in quasi quattro non è prodotto. I cinesi non hanno addirittura l’enzima per poterlo digerire. Mentre noi dal Mugello, come abbiamo dimostrato questa sera, lo possiamo servire in una vasta offerta di tipologie e di varietà”.
Massimo Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 Ottobre 2017