I resoconti del Sindaco Borchi: “… noi non ci diamo per vinti”
Si pubblica integralmente il resoconto amministrativo del 4 novembre pubblicato sul profilo Facebook del Sindaco Leonardo Borchi di Vaglia. L’ultima frase “ma noi non ci diamo per vinti” dà una bella carica di energia.
“MADONNA!……. LA PENNA NERA
“Sul cappello, sul cappello che noi portiamo…….”.” Cinque alle cinque?! Marianna, gli alpini….!”
E così sono arrivato a messa cominciata. La fascia tricolore me la sono messa al volo davanti all’altare mentre mi facevano accomodare con le penne nere. Il ricordo dei caduti in guerra organizzato dai reduci locali dei reggimenti di montagna.
Mi fanno tenerezza queste penne attempate più aduse a godere della compagnia davanti ad un fiasco di vino, che andar a sforacchiare la gente a destra ed a manca.
E dire che io volevo fare l’alpino. Non mi hanno selezionato: emorroidi. Non si può dire, per la privacy. Comunque è tutta roba mia.
Stamani sono ritornato a scuola. Banchini simili, due professoresse. Tema: l’acqua. O meglio l’Autorità Idrica Toscana. Ci spiegavano, a noi amministratori, si sarà stati una quindicina, come era nata l’Autorità per l’Energia Elettrica , il Gas e il Sistema Idrico, che poi ha partorito gli ATO che poi si sono commutati in ATI. Per cui è spuntata Publiacqua. Che poi è il gestore della rete idrica nel nostro ambito.
Ci hanno raccontato cosa è un piano degli interventi. Vale a dire i nuovi impianti per l’acquedotto o per le fognature. Come questi pesano in bolletta. Gli ammortamenti.
Le due professoresse sono state incalzate da alcuni di noi, piuttosto agguerriti. Assessori, uno in primis, Claudio di Borgo che, in maniera sintetica, semplice ed efficace, ha rappresentato la poca simpatia che riscuote il gestore da parte degli amministratori. Publiacqua è sfuggente, ha sempre ragione lei, non rispetta i piani di investimento.
Insomma mette in bilancio il rifacimento di una conduttura, una fogna….e non la fa.
Magari l’avrà fatta da qualche altra parte (vedi il depuratore di Firenze).
L’aspetto più carino, però, è dato dal fatto che a Publiacqua devono essere garantiti degli introiti comunque. Secondo direttiva UE, niente popodimeno.
Prendiamo i rimborsi che il gestore deve rimettere a tutte le utenze su cui ha gravato il costo di depurazione, quando non depuravano un bel niente.
Si è espressa la Corte Costituzionale: “Oh, l’hai dato il servizio? Nooo! Allora non puoi pretendere di fartelo pagare. Restituisci”
I famosi rimborsi che andavano richiesti entro il 30 settembre. Ebbene sembra che la sola Publiacqua abbia ricevuto domande per oltre 5 milioni di euro. Li rimborserà. Ma dove prenderà questi soldi? Li spalmerà sulle bollette di tutti. Avete capito bene. Publiacqua ha diritto ad avere un introito garantito e se, come in questo caso gli scemano i cespiti, si rifà sulle bollette.
Bollette che aumenteranno di qui al 2021, anno in cui le scade la concessione, del 6,5% annui. Un metro cubo di acqua fra sette anni costerà il 55% in più.
Anche il referendum del 2011 è stata una beffa. Abolita la voce del 7% in bolletta del recupero finanziamento a favore del gestore, è ricomparsa con altro nome, oneri finanziari, ed è stata ricaricata.
Che ci sia un bel business dietro è innegabile. Ispiratrice……l’Europa degli speculatori.
Ma noi non ci diamo per vinti.
Augh.
“
© Il filo, Idee e notizie dal Mugello, novembre 2014