Il convegno di Barberino sull’agricoltura in Mugello. Un resoconto dettagliato
BARBERINO DI MUGELLO – Un partecipante all’incontro ci ha inviato un resoconto dettagliato di tutti gli interventi al recente convegno tenutosi a Barberino di Mugello su agricoltura e forestazione, con la partecipazione dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi (articolo qui).
Lo pubblichiamo volentieri, perché si tratta di argomento importante, ed è sicuramente utile mettere nero su bianco ciò che è stato detto.
Ecco gli appunti del resoconto.
Dopo i saluti del sindaco di Barberino Giampiero Mongatti, è intervenuto il delegato all’Agricoltura dell’Anci Patrizio Mungai che sottolinea il ruolo Anci nel nuovo assetto istituzionale.
Anci non prende decisioni, cerca di armonizzare le richieste ed esigenze dei vari territori del settore agricolo per predisporre proposte da trattare con la Regione. Si sta occupando di varie tematiche (tutela delle eccellenze, animali selvatici, norme e relative problematiche ecc.) e, recentemente, ha stipulato un accordo con l’Accademia dei Georgofili per favorire lo scambio del settore agricolo con il mondo della conoscenza e/o eccellenza e con il verde pubblico. Un suo obiettivo prioritario è di promuovere le specificità dei territori, favorire l’aggregazione delle varie realtà per costituire forme commerciali (consorzi ecc.) con maggiori potenzialità.
Ha preso poi parola Federico Ignesti, presidente dell’Unione montana, che ha sottolineato la necessità, in questa fase istituzionale che ha segnato il passaggio della governance e della gestione agricola alla Regione, di non perdere il contatto con il territorio e dare continuità a quanto costruito fino ad adesso (filiera del latte, della carne e centro di macellazione) e anche di un sostegno per mandare avanti progetti (vedi centro carne) che fanno fatica a reggersi da soli e di capire quali filiere la Regione intenda sostenere e come le dinamiche regionali potranno influire sulle strategie territoriali. Ha sottolineato come nell’ambito della forestazione, in cui l’Unione gestisce ancora la delega, serva capire come la Regione intenda armonizzare vari approcci (diversa gestione degli operai forestali, diversa distribuzione delle risorse, per esempio sull’ultimo bando abbiamo solo 3 progetti finanziabili contro 7 presentati mentre in altri territori sono stati ammessi tanti progetti) e concertare gli interventi prioritari (discussione ferma al 2013). Ha citato dati (nel Mugello si producono 15 milioni di latte, la metà di quelli biologici della centrale) ed ha evidenziato che il territorio del Mugello non vuole perdere progetti integrati già realizzati (Giogo- Casaglia) e vuole continuare a valorizzare le proprie istanze e finalità. È un territorio coeso perché le varie attività, agricole e non, sono ben integrate ed esprimono una socialità attiva. È il territorio montano di Firenze, è la campagna di tutta l’area metropolitana. Obiettivo sarà capire le strategie di sviluppo futuro della Regione sul nostro territorio.
E’ poi intervenuto Gennaro Giliberti, dirigente regionale per la zootecnia.
Ha citato dati del settore (2000 aziende in Toscana, 10.000 capi, allevate razze rustiche come Limousine) e ha sottolinea come il contesto toscano si differenzi da quello delle altre regioni italiane per qualità e tipo di allevamento. Dei 36.000 capi allevati solo 13.000 sono nati in Toscana. Occorre aumentare il numero dei capi nati in azienda. Serve ammodernizzare le strutture, sviluppare la filiera produttiva fino alla vendita nella grande distribuzione, comunicare altre informazioni ai consumatori (tipo i tempi di frollatura delle carni) e puntare su politiche di marchio. I problemi da affrontare sono soprattutto i costi di produzione elevati e il calo del prezzo del latte con forbice in aumento tra costo alla produzione è quello al consumo.
Quindi è intervenuto Pieroni, dirigente regionale del settore Forestazione, che ha evidenziato come sia prioritario avere una visione integrata tra le varie attività di un territorio e sull’ intera filiera (filiera legno energia e non solo biomasse ma arrivare all’ utilizzo del calore e/ o energia prodotta dalle biomasse) e non solo sugli aspetti produttivi primari. È un settore che richiede innovazione e poiché il bosco è in continua evoluzione (aumento graduale della superficie boschiva) occorre variare anche le norme (vedi legge forestale), l’approccio (risorsa bosco non solo da tutelare ma da valorizzare economicamente) e creare condizioni affinché ci possano lavorare imprese sicure. Il bosco ha un valore multifunzionale e la sfida regionale e’ di saper gestire il cambiamento. Il Psr va in questa direzione con un totale di risorse di 140 milioni di euro (15% della dotazione totale) in parte destinate per l’ acquisto di impianti per la lavorazione e trasformazione di materiale legnoso.
E’ seguito l’intervento del Presidente di Agriambiente, capofila di un progetto PIF, ammesso a finanziamento, sulla creazione del marchio biologico del Mugello.
Il progetto tocca 6000 ettari di terreno condotto biologicamente, e’ una sfida che non interessa solo le singole imprese coinvolte ma investe sulla promozione dell’ intero territorio e che lancia il comparto anche verso la soglia di contrattazione con la Centrale del latte (attualmente dal Mugello provengono 3 milioni di kg di latte bio su 4 milioni totali). Sarebbe opportuno che anche la Città metropolitana riconoscesse il Mugello come zona strategica.
L’intervento dell’allevatore Adriano Borgioli: “Dobbiamo recuperare nell’ambito della forestazione dalle tradizioni del passato (noci da lavoro, albero dello zoccolo etc…) puntando alla valorizzazione del legno per la lavorazione. Per il comparto carni occorre promuovere un punto di vendita su Firenze, e per la venatoria occorre promuovere la collaborazione tra i vari soggetti e guardare anche a paesi più avanti di noi”.
L’intervento di Luca Baldassini, Coldiretti: “Fare un’azione politica per poter vendere oltre al latte anche il territorio. Le risorse assegnate non sono sufficienti a rispondere a tutte le richieste, il mancato pagamento del biologico del 2015 mette oggi in difficoltà molte aziende”. Ha evidenziato inoltre la difficoltà dell’attuazione dei bandi del PSR.
L’intervento di Leonardo Romagnoli, Gal Start: “La nuova programmazione avrà a disposizione 8 milioni di euro e partirà a fine anno. Si punterà all’innovazione di prodotto e di processi, con interventi della pubblica amministrazione per sviluppare i servizi a vantaggio delle zone rurali e sul turismo”.
L’intervento di Cinzia Gullo, CIA: “Per il PSR sarebbe utile snellire i tempi di pagamento perché, in seguito ai controlli Artea sul biologico, i pagamenti sono fermi al 2014.”
L’assessore Remaschi ha detto che la programmazione 2014-2020 del PSR ha una dotazione di 962 milioni di euro, maggiore alla precedente programmazione di 92 milioni. “Ad oggi, in seguito ad opportuna concertazione con le organizzazioni, sono partiti i primi bandi a cui hanno risposto tante imprese con richieste superiori al budget assegnato. Poiché, complessivamente, l’ammontare è di 962 milioni di euro occorrerà fare delle scelte sulle varie misure ed orientare pertanto le richieste”. Ha citato esempi di superamento dell’ammontare assegnato come per bando Giovani: 1761 domande per 680 ammissibili ed una dotazione iniziale di 40 milioni portati poi a 100 milioni. Ha annunciato l’uscita a breve di nuovi bandi, per dotazioni rispettivamente di 25 e 15 milioni, ed uno a maggio specifico i giovani, con la possibilità di partecipazione anche per coloro che si sono iscritti negli ultimi 12 mesi, con lo scopo di consentire a coloro che non sono stati ammessi a finanziamento di ripresentare domanda.
Remaschi ha sottolineato che il bilancio regionale approvato per il 2016 è di 800 milioni inferiore al precedente. Ci sono quindi problemi di risorse, ma l’impegno della Regione, in particolare per la questione degli operai forestali (articolo qui), è comunque di trovare la copertura anche per il 2016. L’assessore pensa però che gli operai forestali dovranno restare alle Unioni e da loro gestiti. Occorrerà però che anche Uncem abbia una posizione chiara in merito.
“In territori complessi come il Mugello – ha aggiunto Remaschi – sarà importante valorizzare le aree marginali con varietà di frumento antiche anche in seguito al riconoscimento della DOP del pane toscano con grosso incremento della domanda e del prezzo del frumento”.
Per quanto riguarda la volatilità dei prezzi del latte, l’ assessore ha parlato di questo problema reale a Bruxelles con i componenti della commissione agricola: “Le aziende non riescono a stare in piedi. La zootecnia Toscana è il Mugello. Non ha grandi numeri, ma elevata qualità. La sfida è di far sentire la forza di tale qualità a livello nazionale. Occorre sfruttare il fatto che la Toscana è conosciuta a livello mondiale, quindi investire sulla comunicazione attraverso la creazione di reti di imprese, utilizzando la regione come interlocutore privilegiato”.
Nell’ambito venatorio sottolineando che “saranno rispettati i termini per approvare l’elenco delle aree vocate e non” Remaschi ha ricordato che nello scorso anno ci sono stati circa 1000 incidenti e 3 milioni di danni richiesti a causa di cinghiali e caprioli.
Per quanto riguarda il nuovo PIF – il Mugello ha ottenuto un buon risultato sul primo bando dei PIF con due progetti finanziati – uscirà a settembre-ottobre e avrà una dotazione di 15 milioni di euro.
(Rubrica Dai Lettori Lettere e Raccontalo con una foto)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 aprile 2016