Il Lume al Grano. A Vicchio l’antico rituale per propiziare un sano raccolto
VICCHIO – Da poche ore si è concluso il “Lume al Grano” nei campi vicchiesi con accensione di torce e fuoco al canto di “Grano grano non carbonchiare…”.
Il “lume al grano” è un antico rituale del periodo di Carnevale di origini che potremmo definire pagane. Si è tramandata per secoli fino ai nostri giorni per scongiurare uno dei peggiori timori della civiltà contadina, la malattia del grano chiamata “carbonchio”. Nell’ultima sera di Carnevale , come recita la cantilena unita al rituale, soprattutto nelle campagne intorno a Firenze, era usanza che i contadini si ritrovassero nei campi seminati a grano, con delle torce in mano, mettendo in scena un vero e proprio “rituale propiziatorio agricolo” antichissimo.
Di tale rito faceva e fa tuttora parte, appunto, una cantilena, una sorta di preghiera al grano con la quale lo si esorta a non ammalarsi, e in qualche modo lo si rassicura perchè in suo favore vengono accese tante torce e viene portata tanta luce per illuminarlo.
La cantilena recita:
Grano, grano, non carbonchiare, è l’ultima sera di carnovale.
Io ti vengo a illuminare. Tanto al piano che al poggio ogni spiga ne faccia un moggio. Ogni spiga ne faccia uno staio, anche per quel ladro del mugnaio!!
Grano grano allunga allunga, che la fame non ci raggiunga. Il campino di sotto l’aia, ogni spiga cento staia. Il campino di Poggiolino, ogni spiga un panellino !! Grano grano non carbonchiare, l’è l’ultima sera di carnovale e nel campino della fonte ogni spiga ne faccia un monte e nel campo del Poggioino ogni spiga un panellino!! Grano grano non carbonchiare l’è l’ultima sera di carnovale!!!!!
Anche quest’anno il Gruppo Agricolo Vicchiese, come da usanza che si ripete ormai da un decennio, e nel pieno rispetto delle norme anticontagio, ha mantenuto viva questa usanza con l’accensione di un grande falò al quale poi sono state avvicinate torce da accendere per iniziare il rituale e la preghiera cantata per illuminare il grano e esortarlo a crescere sano. Le torce sono state realizzate alla vecchia maniera contadina da Angelo Frangioni. L’evento ha avuto una partecipazione molto più ridotta rispetto agli anni precedenti a causa del fatto che, essendo stati dichiarati zona arancione, molti dei consueti partecipanti, anche fiorentini, non hanno avuto la possibilità di spostarsi.
La location scelta per l’accensione del falò è stata un campo di Pilarciano e la preparazione dell’evento è stata curata da Massimo Frangioni, uno dei rappresentanti del Gruppo Agricolo Vicchiese, coadiuvato dalla famiglia e da un gruppo di amici sostenitori del gruppo stesso.
L’evento ha avuto il patrocinio del Comune di Vicchio ed è stato inserito nel palinsesto oggetto di una diretta streaming di un’associazione culturale piemontese, “Scrittori e Sapori” presieduta da Laura Travaini. All’interno della diretta sono intervenuti gli Assessori Sandra Pieri e Franco Vichi in collegamento dal Comune di Vicchio, dopodichè la linea è passata al campo in cui si è tenuto “il lume al Grano”.
Monica Benvenuti
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 febbraio 2021