In bocca al lupo? Basta! Gli allevatori del Mugello sono stanchi dei continui attacchi
MUGELLO – I lupi non danno tregua in Mugello. Gli attacchi non si fermano e gli allevatori non sanno più a che santo votarsi.
“Ho dovuto ridurre il mio gregge da 350 capi a 23 proprio perché tanto non aveva senso continuare – dichiara un allevatore di San Piero a Sieve – Allevo pecore di razza Sufflok, molto pregiata, e sono il ‘ristorante 5 stelle’ per lupi. Quest’anno ho subito 3 attacchi, ho perso 5 capi da circa 800€ l’uno. L’ultima aggressione l’ho subita una settimana fa, sotto i miei occhi, una lupa con il cucciolo faceva ‘scuola di caccia’. Avrei volentieri imbracciato la carabina ma poi mi ritrovavo nei guai. Mi sento totalmente abbandonato dalle autorità, da tutti. Vorrei che gli animalisti si rendessero conto di quella che è la realtà dei fatti, facile proteggere la bestia dal caldo delle loro case. Poi non capisco, i lupi sono considerati animali di serie A e le pecore B e quindi meritano di morire sbranate? Oramai non aspettano nemmeno il calar della notte ed in oltre, io ho un allevamento nella valle di Scarperia e San Piero, facile che quest’inverno si spingano più verso il centro abitato per cercare cibo”.
“L’ultimo attacco subito – racconta Giuseppe Raffini di Piancaldoli – è stato circa un mese fa. Il giorno dopo il parto, andato fra l’altro molto bene, ho trovato la ‘madre’ che cercava il cucciolo. Ne abbiamo trovato solo qualche resto. E questo è solo il secondo attacco nel giro di poco tempo. Addirittura una sera, verso le 19.00, un mio amico che si trovava nei pressi dell’allevamento mi telefona per avvertirmi che nel recinto c’erano alcuni lupi. Fortunatamente sono riuscito a radunare il branco e metterlo in salvo nelle stalle. Altre volte sono riuscito a trovare un vitello ferito ma non ancora morto ed a salvarlo. Mi sono reso conto che adesso i predatori sono cresciuti esponenzialmente. Credo che sia arrivato il momento di mettersi a tavolino e trovare una soluzione”.
L’assessore della Regione Toscana Marco Remaschi ha insistito sull’impegno da parte dell’amministrazione per fronteggiare questa situazione, anche con l’investimento di somme ingenti in opere di prevenzione, come recinzioni e cani da guardia, supportando gli allevatori danneggiati rimborsando i danni subiti e finanziando piani di cattura nelle aree critiche, fino alla cattura di alcuni esemplari ibridi. Si parla di un investimento, negli ultimi 3 anni, di oltre 3milioni di euro. Ma questo insieme di azioni non è più sufficiente. Per questo è stato deciso di chiedere al ministro dell’Ambiente l’autorizzazione all’abbattimento di circa il 5% dei lupi presenti nel territorio.
Eppure, nonostante questo un ultimo attacco è avvenuto proprio nei giorni scorsi nell’azienda agricola Bacciotti a Sant’Agata. ” Ieri mattina – racconta la proprietaria Sandra Mongili – siamo scesi in stalla ed abbiamo trovato una pecora sbranata ed altre tre aggredite con tale violenza che abbiamo dovuto abbatterle. Questo non è stato il primo attacco. Nel 2007, periodo in cui tenevamo ancora le pecore al pascolo anche di notte, abbiamo trovato una scena da horror: 22 pecore morte nel campo, più altre ferite gravemente. Ai tempi abbiamo avuto la collaborazione dell’Unione Montana che finanziò quasi completamente un progetto per la realizzazione di recinzioni elettriche che, però si rilevarono completamente inutili. Inoltre il mantenimento era oneroso e quindi abbiamo deciso di far pascolare gli animali solo di giorno. Quello che fa rabbia è che le istituzioni chiedono a noi allevatori, agli agricoltori, di mantenere un certo standard per il benessere dell’animale e del successivo prodotto, ed è giusto. Però poi succedono questi fatti e ci rendiamo conto che vengono ascoltate le voci degli animalisti, dei cacciatori e la nostra? Dopotutto stiamo lavorando, dobbiamo portare a casa qualche soldo, pagare gli stipendi…credo che il nostro parere debba essere prioritario. Anche perché non si parla solo della perdita di tre capi, ma di una situazione di stress generalizzato tra le pecore nel periodo, delicato, della monta. Non sto dicendo di abbattere i lupi ma di ristabilire un ordine, perché non credo sia normale trovare il lupo nel piazzale davanti casa. Dobbiamo aspettare che capiti la tragedia?”.
La preoccupazione, quindi, è sempre più alta tra gli allevatori ed anche tra gli amministratori locali. “Nel nostro territorio si stanno facendo frequenti gli episodi di attacchi di predatori, con tutta probabilità di lupo, con pecore e agnelli uccisi e sbranati – dichiara l’assessore all’Agricoltura dell’Unione dei Comuni del Mugello Federico Ignesti – Sono stati denunciati dai nostri allevatori nei mesi scorsi, nelle settimane scorse e gli ultimi sono recentissimi. La situazione, come si vede dal numero sempre maggiore di casi di predazione in Toscana, di aziende agricole che subiscono grossi danni e allevatori esasperati, non può essere sottovalutata. Una situazione che probabilmente è già fuori dell’ordinario e per questo le misure a disposizione non sono sufficienti per fermare questo scempio. L’allevatore non subisce solo il danno dell’animale ucciso. I capi che sono assaliti dai predatori e si salvano subiscono traumi fino a non essere più idonei per la produzione, con il rischio che si comprometta l’attività o l’esistenza stessa di un’azienda. E’ un allarme serio quello che stanno lanciando gli allevatori ed occorre recepirlo, in fretta, auspicando azioni urgenti, ordinarie o straordinarie che siano, per superare questa situazione grave e insostenibile, aggravata anche dalla costante siccità. Bene ha fatto l’assessore regionale Marco Remaschi a sollecitare il ministro Galletti affinché la Regione possa attuare il ‘Piano lupo’, che è ancora bloccato a livello nazionale. Chiediamo alla Regione che insista e si faccia promotrice con l’assessore Remaschi di ulteriori iniziative per superare questa emergenza. Per il nostro territorio abbiamo già interessato la consigliera regionale Fiammetta Capirossi. E a breve convocherò i nostri allevatori e le associazioni di categoria per discuterne insieme”.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 ottobre 2017