Londa: sequestrato il lago, indagato anche il sindaco
A seguito di un’indagine del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Provinciale con la collaborazione di Arpat è stata aperta un’inchiesta per lo smaltimento di rifiuti speciali, danneggiamento di bellezze naturali e adulterazione di acque destinate ad uso potabile, che ha causato il sequestro preventivo dell’invaso di Gorazzaio, o Lago di Londa.
Sono indagati il sindaco di Londa, un dirigente e un tecnico dell’Unione dei Comuni Valdarno Valdisieve. Lo svuotamento del lago, intervento eseguito dall’Unione dei Comuni Valdarno Valdisieve e dall’amministrazione di Londa il 14 giugno scorso, avrebbe causato la fuoriuscita di 1000 tonnellate di fanghi -che la normativa vigente classifica come rifiuti speciali- con conseguente morte della fauna ittica nel torrente Racine, un’alterazione ambientale del torrente Moscia e anche un prolungato ed esteso mutamento delle caratteristiche delle acque della Sieve stessa, corso d’acqua sottoposto per altro a vincolo paesaggistico. “I valori delle acque prelevate dal fiume Sieve sono stati alterati al punto di presentare un elevato inquinamento microbiologico, elevata torbidità e rilevanti concentrazioni di ammoniaca, nitriti e ferro, tali da indurre i tecnici di Publiacqua ad effettuare appositi trattamenti di potabilizzazione dell’acqua al fine di rendere la stessa nuovamente idonea per essere immessa nella rete acquedottistica e quindi per l’uso umano”.
Lo svuotamento del lago era stato eseguito, su incarico del Comune di Londa, nell’ambito di un intervento per il quale l’Unione dei Comuni aveva preparato un apposito progetto autorizzato dalla Provincia di Firenze e finanziato dalla Regione Toscana con fondi destinati alla difesa del suolo e finalizzato alla rimozione di circa 12.700 mc. di sedimenti, da allocare nell’alveo del fiume Arno. Tuttavia le indagini avrebbero accertato che “le operazioni di apertura erano state compiute in data antecedente al rilascio dell’autorizzazione e con modalità difformi dal progetto presentato e dalle linee guida adottate in Regione Toscana”.
Il giudice, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivo del lago per impedire che i fanghi – in gran quantità ancora oggi contaminati da idrocarburi- possano essere dispersi nuovamente nei sottostanti corsi d’acqua.
(Fonte: La Repubblica)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – Gennaio 2015