Massorondinaio, ricorso della Bindi spa, per riaprire l’impianto. E il Comitato si appella alle istituzioni
SCARPERIA E SAN PIERO – La battaglia, intorno all’impianto di Massorondinaio non è conclusa, e com’era prevedibile la ditta Bindi che gestisce l’impianto ha presentato ricorso contro l’atto di revoca delle autorizzazioni, deciso dalla Regione Toscana. Sostenendo che i vapori sprigionati dalle lavorazioni sono un fenomeno naturale e assolutamente innocui. Il Comitato di Massorondinaio ha subito diffuso una nota nella quale si appella alle istituzioni affinché dicano una volta per tutte se un impianto di conglomerato bituminoso può stare a ridosso di civili abitazioni. E invitano il sindaco di Scarperia e San Piero a costituirsi a difesa dell’atto di revoca.
Questo il testo integrale della nota.
Il Comitato di Massorondinaio comunica che è stato presentato ricorso dalla società Bindi S.p.A. che gestisce l’impianto di asfalto in località Massorondinaio a San Piero a Sieve contro atto di Revoca numero 17063 del 26 10 2016 con cui la Regione Toscana aveva revocato l’autorizzazione ambientale n. 9705 del 07/07/2017 per la produzione di conglomerato bituminoso e che ha determinato la cessazione dell’attività dell’impianto, già fermo, quindi, da quasi due mesi. La Regione Toscana in Revoca di autorizzazione sostiene che l’impianto durante la movimentazione del prodotto finito genera emissioni di bitume diffuse in atmosfera le quali afferma Arpat contengono IPA considerati cancerogeni o sospetti tali e idrogeno solfuro, gas di elevata tossicità acuta.
Adesso la società Bindi S.p.A. che gestisce l’impianto si oppone alla Revoca e asserisce che i vapori che si propagano per la movimentazione del prodotto finito sono un fenomeno assolutamente naturale connesso alla lavorazione e senza alcun effetto sulla salute umana e il cui odore è assolutamente modesto ed infatti ha chiesto in via cautelare sospensiva del provvedimento per riprendere al più presto la produzione.
I cittadini si affidano ancora una volta alle istituzioni e chiedono pubblicamente l’intervento dell’ASL locale che finalmente stabilisca se, dal punto di vista igienico sanitario, era salutare per i residenti un impianto di conglomerato bituminoso nelle immediate vicinanze delle loro abitazioni. Ricordiamo che la prima abitazione dista a circa 80 metri dall’impianto, la cui attività rientra tra le industrie insalubri di prima classe e che è situato in prossimità di un parco pubblico, di un impianto sportivo e del paese di San Piero a Sieve.
L’intervento dell’ ASL Locale è stato da tempo richiesto da molti residenti e anche dalla Consigliera Regionale Monica Pecori. Ben 51 cittadini, inoltre, hanno presentato formale istanza di valutazione ASL in data 9/10/2018, inviata all’Azienda Sanitaria Toscana Centro U.F. Igiene e Sanità Pubblica – Zona Mugello – c.se Att.ne Dott. Vincenzo Cordella. Non avendo però ricevuto risposta ormai da mesi, è stato richiesto l’intervento del Difensore civico regionale, il quale ha riformulato le richieste dei cittadini anche al Direttore Dr. Giorgio Garofalo – settore Asl Toscana Centro– Igiene e Sanità Pubblica.
Si ricorda inoltre che 168 cittadini in data 13 agosto avevano fatto istanza anche al Sindaco Federico Ignesti di interpellare ASL (oggetto della richiesta: uno studio di impatto sanitario della attività dell’impianto in oggetto e della compatibilità dello stesso con la presenza residenziale attuale coinvolgendo Arpat e Asl territorialmente competenti o, se questa ultima impossibilitata, istituti universitari e l’istituto superiore di sanità), e anche la stessa Regione Toscana ha ritenuto necessario il 18 agosto 2018 in presenza di emissioni bituminose che si propagavano dall’impianto, chiedere al Sindaco Federico Ignesti, in quanto autorità sanitaria locale, “una valutazione in relazione a situazione di pericolo o danno per la salute” dei residenti.
Noi cittadini chiediamo che ASL acquisisca le dovute informazioni e documenti da Arpat, in particolare i certificati analitici delle analisi degli inquinanti emessi dall’impianto del 23 maggio 2018 e risponda al quesito fondamentale: questo impianto di asfalto, attività che rientra tra le industrie insalubri di prima classe secondo il D.M. 5 settembre 1994 può coesistere col tessuto urbano circostante ad alta densità abitativa? E se non bastasse può coesistere in presenza di emissioni di bitume che si propagano in aria avvertite distintamente da residenti? Ricordiamo che le emissioni di bitume non convogliate a nessun sistema di aspirazione sono definite da ARPAT ‘significative’, infatti l’odore di asfalto è stato avvertito perfino presso gli edifici scolastici del paese benchè distanti dall’impianto e inoltre avvertito quotidianamente dai residenti più vicini all’impianto. La nostra domanda inoltre è: fanno bene o male alla salute? Quindi possono coesistere col centro abitato? Come cittadini il silenzio della nostra ASL Locale ci sembra alquanto scandalosa.
Inoltre siamo a conoscenza che nel progetto di mitigazione ambientale e dimodifica allo stabilimento che è stato presentato all’ufficio edilizia e urbanistica del Comune di Scarperia e San Piero la società Bindi S.P.A. dichiara infatti che farà attività di recupero fresato che è classificato come rifiuto(CER 17302). Attendiamo quindi una risposta alle nostre domande.
Il Ricorso presentato contro la Revoca dalla Bindi S.p.A. è stato presentato contro la Regione Toscana nonché contro l’Unione Montana dei Comuni del Mugello – SUAP e nei contronti di Arpat – Dipartimento di Firenze, ASL Toscana Centro – Area Vasta Centro – Dipartimento di Prevenzione di Firenze – Settore Mugello e Comune di Scarperia e San Piero nonché nei confronti di alcuni cittadini.
Il Sindaco di Scarperia e San Piero Federico Ignesti ha già dichiarato in un articolo del 14 novembre 2018 che vi è stata una certa superficialitànel rilascio dell’autorizzazione ambientale poiché si doveva essere più attenti alla localizzazione dell’impianto e alla presenza di abitazioni nelle vicinanze, quindi, forse, il Comune di Scarperia e San Piero si costituirà a difesa dell’Atto di Revoca di Autorizzazione della Regione Toscana? Ci congediamo con questa ultima domanda in attesa di risposte il più presto possibile, la speranza è sempre l’ultima a morire.
Comitato di Massorondinaio