Ora la Regione intervenga, subito, per non far crollare l’ex-ospedale di Luco
Leggendo la notizia del fallimento della gara per la vendita dell’ex-ospedale di Luco credo che qualche riflessione vada fatta. E anche l’amministrazione comunale borghigiana non può continuare a restare a guardare.
Intanto dobbiamo dire che la prospettiva di vendere l’immobile a privati per farne un albergo di lusso era da considerare un ripiego. Privatizzare un bene come l’antico monastero camaldolese, e non essere riusciti a dargli un uso a servizio del pubblico rappresenta comunque una colpa grave per l’amministrazione pubblica. In questi (tanti) anni si sono fatte molte chiacchiere, e gli impegni presi sono stati poi frenati da indecisioni, ritardi nelle progettazioni, poca chiarezza d’intenti e di volontà, col risultato di non aver condotto niente in porto.
In secondo luogo io temo che il comune di Borgo, ed anche le forze politiche (in primis il Pd, che governa tutti gli enti chiamati a decidere sulla questione) si siano rassegnate troppo presto. Dopo il fallimento del progetto di portare a Luco l’Università si è smesso di pensare, di progettare, di ricercare altre soluzioni. Realizzare -con il coinvolgimento del proprietario Regione- magari degli appartamenti nella parte meno “nobile”, un centro direzionale, degli uffici -l’Asl ha un sacco di attività in affitto- nella parte più pregiata, una zona per attività culturali, o per interventi sociali. Qualcosa che consentisse di intervenire sulla struttura salvaguardandola dal degrado ormai giunto a livelli non tollerabili, e vicini al punto di non ritorno.
A questo proposito -e lo propongo formalmente all’amministrazione comunale- dobbiamo far sentir forte alla Regione Toscana una richiesta. Il bene è di proprietà regionale, pagato 2 milioni e 400 mila euro. Se l’asta è andata deserta, questo non significa certo che si debba lasciar crollare tutto. Sarebbe un comportamento scellerato, perché un ambiente rinascimentale di così alto pregio deve essere salvaguardato. E farlo andare ulteriormente in malora sarebbe una vergogna incredibile.
Il proprietario pubblico, ovvero la Regione, è moralmente obbligata a intervenire. Stanzi i fondi necessari per fermare il degrado, per non far crollare i tetti, per non rendere la situazione irreparabile. E lo faccia subito. Eventuali nuovi bandi di vendita non possono procrastinare oltre un intervento di manutenzione straordinaria. Altrimenti ne chiederemo conto. Non solo politicamente, ma anche alla Corte dei Conti. Perché acquistare un bene di così alto valore culturale, e poi farlo crollare è sicuramente un danno erariale.
Il tempo stringe. Il Comune faccia subito un atto formale dove chiede questo impegno alla Regione. E magari la solleciti anche a riaprire il capitolo di un riutilizzo diverso. Il consigliere regionale mugellano si faccia sentire. E la questione sia presa in carico dall’intera Unione dei Comuni del Mugello. Perché l’ex-ospedale di Luco è un patrimonio pubblico non di Luco, non di Borgo San Lorenzo ma dell’intero Mugello.
Luca Margheri
Capogruppo “Cambiamo, insieme!” – Borgo San Lorenzo
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 20 novembre 2015
Penso proprio che i responsabili di questo degrado debbano dar conto ai cittadini. Possibile che non si sia stati in grado di proporre una soluzione per recuperare una struttura come questa per il bene comune?