Ospedale del Mugello il silenzio non è d’oro
Continuiamo a insistere. Perché l’argomento è troppo importante per la vita della nostra zona… E diciamo che ci preoccupa sempre più il silenzio delle istituzioni locali sul futuro dell’ospedale del Mugello.
Noi abbiamo letto, per quanto ci riesce, la conclusiva “relazione dettagliata verifiche vulnerabilità sismica per l’ospedale del Mugello”. Sono 64 pagine di relazione, pagine molto tecniche, che è impossibile riprodurre qui. Le abbiamo allora fatte leggere a un ingegnere esperto in materia. E il parere non è affatto rassicurante.
Ci sembra strano, intanto, che, da quando proprio “Il Filo” sollevò il problema, e seguirono accuse di allarmismo e un’affollata assemblea pubblica indetta dal comune con la presenza del direttore generale dell’ASL Morello, dalle istituzioni locali non sia più venuta fuori alcuna informazione. Silenzio di tomba. Eppure anche la relazione conclusiva è datata luglio 2013. L’hanno letta i nostri sindaci? Ne hanno parlato in consiglio comunale, o almeno hanno informato qualcuno? Stanno discutendo sul da farsi? Non risulta.
Sicuramente qualcosa da fare c’è. Altrimenti ci ritroveremo, prima o poi, senza ospedale. A Firenze qualcuno ci sta già pensando. Sarebbe un bel risparmio per le casse dell’Asl e della Regione. E noi che facciamo, stiamo zitti?
Per questo ci sembra una buona idea quella del comitato proposto da Luca Margheri. Così come ogni altra iniziativa concreta e costruttiva. Perché qui, prima di fare l’interesse di questo o quel partito è necessario tutelare la nostra zona.
Un parere tecnico preoccupante…
Secondo il tecnico, un ingegnere competente nella materia antisismica,
“occorre rilevare dei dubbi sulle valutazioni conclusive in particolare per quanto riguarda la limitazione dei sovraccarichi e la possibile vita residua dell’edificio per le azioni previste per lo stato limite di collasso SLC, in quanto per quanto riguarda la riduzione dei sovraccarichi da 3,00 kN/mq a 1,00 kN/mq sia sul terzo piano del blocco A che su quello del blocco B appare di difficile, se non impossibile, realizzazione per un ospedale, con le funzioni attinenti, dovendo limitare le persone presenti locale per locale, le attrezzature e il mobilio presenti nelle stanze, tenendo conto poi che in caso di emergenza nello stesso locale potrebbero essere presenti contemporaneamente per le necessità operative oltre al ricoverato/i, più persone sia a livello infermieristico che medico con le attrezzature di supporto e indagine urgente quali ad esempio per un improvviso attacco cardiaco. Visto quanto sopra, la riduzione del sovraccarico in tali zone a 1,00 kN/mq comporterebbe, più realisticamente, la chiusura e l’interdizione di tali zone. Tali riduzioni di sovraccarico appaiono, invece, più applicabili per quanto riguarda il blocco B e il blocco D da 6,00 kN/mq a 2,00 kN/mq sulle porzioni destinate a deposito ed archivio sgomberando tali locali dal materiale presente e cambiando, quindi, le loro destinazioni d’uso.
(…)
Indubbiamente dai risultati delle indagini eseguite emerge anche una grave carenza del Direttore dei Lavori strutturali in primis, sia per la scarsa qualità dei materiali impiegati sia per la non rispondenza delle strutture rilevate da quelle progettate (es.armature….) oltre che del collaudatore in quanto se le strutture, pur progettate nel rispetto di una normativa sismica (sicuramente modesta rispetta a quella attuale) fossero state realizzate conformemente al progetto, ci troveremmo di fronte ad un edificio non conforme alla normativa attuale ma con margini di vita residua e, soprattutto, su cui sarebbe possibile eseguire interventi di consolidamento con costi contenuti.
Alla luce dei risultati delle indagini e verifiche eseguite appare quindi evidente la necessità di pensare immediatamente ad un nuovo plesso ospedaliero in sostituzione di quello analizzato, facendo sull’edificio esistente solo quella quantità minima di interventi che possono permettere una fruibilità condizionata in attesa del passaggio alla nuova struttura”.
Il Filo
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, fascicolo 256 febbraio 2014