Pieve di Borgo San Lorenzo. Il “Bachiacca” e il “San Sebastiano” dei dubbi
MUGELLO – “Bachiacca” o “Bacchiacca”, con o senza la doppia “c” a precedere la “h”, fu un importante pittore del Rinascimento fiorentino. Nella pieve di San Lorenzo, a Borgo, un grande quadro, quello che raffigura “San Sebastiano” è, appunto, un’opera attribuita al “Bachiacca”. Negli anni, attorno a questo dipinto, sulle figure in esso rappresentate, si sono accavallate tesi e ricostruzioni contraddittorie. Senza alcuna presunzione di risolvere i dubbi, ecco i dati per ricomporre la questione.
Francesco Ubertini (figlio dell’orafo Ubertino di Bartolomeo, 1450-1505), soprannominato “Bachiacca” o “Bacchiacca”, nacque presumibilmente a Firenze [fonte Treccani Dizionario Biografico], secondo altri a Borgo San Lorenzo, il 1 marzo 1494 e morì, sempre a Firenze, il 5 ottobre 1557. La storiografia ufficiale lo individua come allievo di Pietro Perugino. Aveva due fratelli, Bartolomeo detto Baccio (1484- ignota la data della morte), definito professionalmente “gran coloritore e così esatto nell’imitare”, attivo anch’esso nella bottega del Perugino, e Antonio (1499-1572), apprezzato ricamatore d’arazzi. Tutti sono ricordati e citati nei documenti storici come “Bachiacca” o “Bacchiacca”. Insomma la famiglia dei “Bachiacca”.
Recentemente, anche Robert Gene La France (Ball State University), nel suo volume “Bachiacca: Artist of the Medici Court” (Leo S. Olschki, 2008, Firenze), nel ricostruire la vita e l’attività artistica di Francesco Ubertini, il “Bachiacca” originale, ne attesta il luogo di nascita a Firenze. Sostiene sì che la famiglia fosse originaria di Borgo San Lorenzo, e che in Mugello disponesse di alcune proprietà, case e terreni. Ne riscopre, fra l’altro, anche la derivazione del probabile cognome, quel Verdi, citato in documenti dal 1540 in poi.
Veniamo adesso al dipinto ospitato nella Pieve, il “San Sebastiano” e i due santi a lui affiancati. Alcuni siti internet, certe pubblicazioni e qualche articolo sulla stampa locale hanno parlato di questo quadro come di un’opera del pittore Francesco Ubertini “Bachiacca”, individuando in San Benedetto e in San Domenico le due figure di fianco a San Sebastiano. Una tesi che però, relativamente ai due santi di contorno, non trova conferme fra gli studiosi. Anzi sembra del tutto inadeguata.
Infatti, Francesco Niccolai nel suo volume “Mugello e Val di Sieve – Guida Topografica Storico Artistico Illustrata” (1914), descriveva così il dipinto : “Un San Sebastiano fra i SS. Macario e Vincenzo, tavola quadrata (m. 1,70 x 1,70), probabilmente di Baccio Ubertini, pittore borghigiano, del Perugino discepolo e imitatore nella soavità espressiva dei volti, con sopra una lunetta in cui sono raffigurati due begli angioli.”. Quindi nessun dubbio sul soggetto principale, San Sebastiano. Tuttavia con una attribuzione del quadro a Baccio “Bachiacca”, il fratello maggiore di Francesco “Bachiacca”, e la citazione, forse per la prima volta, dei due santi che vi compaiono, l’eremita egiziano Macario e il missionario valenciano Vincent Ferrer (Vincenzo Ferreri). La sintesi di questa tesi è peraltro la stessa racchiusa nel titolo della documentazione fotografica della Soprintendenza, il Polo Museale di Firenze.
La Fondazione Federico Zeri, nel proprio catalogo, fra le opere studiate dal compianto studioso annovera, nella pieve di borghigiana di San Lorenzo, “una pala d’altare di Francesco Ubertini, detto Bachiacca, databile fra il 1550 e il 1557, che raffigura San Sebastiano con San Romualdo e San Vincenzo Ferrer”. Quindi con l’inserimento di San Romualdo e l’attribuzione a Francesco “Bachiacca”.
Continuo, ancora, con le notazioni del già citato Robert Gene La France che asserisce : “è mia opinione che Francesco (“Bachiacca”) dipinse questa pala fra il 1525-28, coadiuvato dal fratello (Baccio, n.d.a.), quando entrambi si rifugiarono in campagna per sfuggire alla peste che colpì Firenze (San Sebastiano era infatti considerato protettore dalla peste).”. Soprattutto attesta che i due santi ai fianchi del San Sebastiano siano proprio San Macario e San Vincent Ferrer. Inoltre aggiunge qualche dettaglio, non di poco conto. In particolare che “la cappella era dedicata ai santi Sebastiano e Macario. La figura di San Vincenzo potrebbe essere stata voluta dall’ordine domenicano al quale la pieve era stata affidata dal 1516”.
Ecco, così ognuno potrà farsi la propria opinione. E nel chiudere queste righe mi preme ringraziare Rossana Bonetti, di Borgo San Lorenzo, che ha restaurata questa pala, fra il 2009 e l’inizio del 2010, ed è da lei che ho ricevute molte di queste preziose informazioni.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 aprile 2016
Gentile Gianni
credo che un confronto con Marco Pinelli possa essere utile per aggiungere qualcosa di altro e forse ancora più circostanziato.
Don Maurizio, pievano
Volentieri, buona idea.