Poli C. la storia di una grande famiglia
BORGO SAN LORENZO – Quello che conta è avere intorno a sé una famiglia solida, che ti ami e ti sostenga in qualsiasi momento della vita. Da lì puoi costruire tutto, perché le basi sono solide. Questa la filosofia di Corrado che ha fondato ben 41 anni fa la Poli C.
“Ero dipendente a Prato – racconta Corrado – in un’azienda che faceva impianti industriali ed ho lavorato lì fino a 30 anni, quando non morì un socio e l’impresa stava andando verso il fallimento. A quel punto molti clienti mi consigliarono, insieme ad un collega, di prendere in mano le redini della ditta e così è stato. Per quattro anni abbiamo fatto in due il lavoro di dieci operai, fino a che non ce l’ho più fatta, ho avuto un crollo fisico e psicologico che mi ha obbligato a mollare”.
Quindi Corrado si trasferisce con la moglie a Borgo ed inizia a lavorare nel garage di casa servendo qualche azienda ma accontentandosi soprattutto di lavorare per piccoli impianti “casalinghi”. Nel 2000 acquista il fondo in via Marconi insieme ad Enrico, il figlio, ed iniziano una grande nuova avventura. “Mio figlio ci ha dato quella forza – continua – quella spinta che mancava. Ha portato energie nuove ed idee che ci hanno permesso di non sentire la crisi”. Infatti dal 2004 è stato tutto un susseguirsi di assunzioni, ad oggi si contano 10 operai e nuove aree di competenza, come quello di sicurezza ed allarmi. Nel 2014 hanno aperto un’azienda di elettropompe e trattamento acque, concessionaria di Cillichemie, che si è trasferita da poco accanto alla sede storica in via Marconi e da 5 anni hanno anche acquistato una piattaforma aerea. “Devo ringraziare il giorno che Enrico è subentrato al mio posto – dice Corrado commosso – anche perché nel 2003 ho avuto un grosso incidente che mi ha fatto seriamente pensare di ‘tirare i remi in barca’, ma mio figlio non era d’accordo ed adesso, che vedo dove siamo arrivati, non posso fare altro che essere felice ed orgoglioso di un figlio che c’è sempre stato, in tutti i campi. Non tutti possono dire la stessa cosa”.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 31 marzo 2016