Progetto Cafaggiolo, i Comuni danno il via libera definitivo
MUGELLO – “E’ un progetto del quale siamo molto soddisfatti -dice il sindaco di Barberino Giampiero Mongatti-, un importante progetto di sviluppo e di valorizzazione di un’area di grande valore storico e ambientale. E tutto è progettato con un grandissimo rispetto all’ambiente, al paesaggio, all’architettura dei luoghi, inserito in un progetto imprenditoriale di altissimo livello. Diciamolo chiaramente: c’è il rischio che tutto si perda, se nessuno interviene: un monumento storico come Cafaggiolo, senza un progetto di recupero, rischiava il decadimento. E anche l’ambiente circostante. Così invece si va nella direzione dello sviluppo e della creazione di posti di lavoro”.
E’ questo il commento del sindaco a proposito del semaforo verde che i due comuni interessati stanno dando al progetto turistico-ricettivo-agricolo di Cafaggiolo. Perché l’altro ieri Scarperia e San Piero, oggi Barberino di Mugello approvano in via definitiva la variante urbanistica del mega progetto.
Così, dopo nove anni dalla sottoscrizione del primo accordo con la Regione il “sogno di Cafaggiolo” fa un passo avanti forse decisivo. Il forse è dovuto alla mancanza, ancora, di qualche tassello nel complesso disegno progettuale sugli oltre 500 ettari della tenuta, che prevede un investimento di 170 milioni di euro.
Il principale elemento ancora mancante è la decisione circa lo spostamento della strada che attualmente fa passare il traffico proprio davanti alla villa medicea, patrimonio culturale dell’umanità, come ha proclamato l’Unesco. E nelle prossime settimane e mesi si dovrà sottoscrivere una convenzione, tra la proprietà e gli enti pubblici, per regolare i dettagli circa l’utilizzo delle aree.
Nove anni di attesa non sono pochi, e l’imprenditore argentino Alfred Lowenstein ha dimostrato una pazienza incredibile. A chi gli pone il dubbio che l’affare Cafaggiolo sia un castello di carte a fini speculativi lui risponde con un sorriso e una domanda: “Pensa che se avessi voluto speculare sarei rimasto qui, fermo, per un decennio? Il denaro che investo e prevedo di investire qui, lo avessi impiegato in America, si sarebbe già trasformato in realizzazioni concrete, in mille camere d’albergo. Ma io e mia moglie siamo innamorati di questi luoghi e credo nel loro valore”.
Sui tempi lunghi dice qualcosa anche il sindaco Mongatti: “Credo che sia la complessità del nostro sistema. Ma posso dire che gli ultimi anni sono stati molto produttivi grazie a un lavoro di collaborazione piena tra i diversi enti e il privato, con la proprietà che ha prodotto un progetto di grande livello. Si tratta infatti di una grande riqualificazione e valorizzazione di un territorio. Vengono recuperati tutti gli edifici colonici, ora in stato di completo abbandono, vengono recuperati tutti i terreni incolti, che torneranno ad essere coltivati. A mio giudizio credo si sia giunti a un progetto con un livello qualitativo enorme e che mostra un grande rispetto verso tutti gli aspetti che ci stanno a cuore. Per questo non comprendo le contrarietà pregiudiziali che qua e là si mostrano. Si preferiva che beni storici e ambientali andassero in rovina? Gli enti pubblici mantengono un’attenzione elevatissima e anche nei procedimenti successivi di attuazione, i controlli continuano e continueranno”.
Certo, i numeri fanno impressione: 170 milioni di euro, 425 camere di cui 190 in agriturismo, 720 addetti impiegati direttamente, una dozzina di bar e ristoranti. Ma ora con la variante approvata, davvero si può cominciare a pensare ai cantieri. E si potrà iniziare a costruire non appena la convenzione sarà firmata. Si sta arrivando al dunque.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 Settembre 2020
certo che con la burocrazia italiana solo chi ne ha tanti, ma tanti, si può permettere così tanta pazienza!!
un medio imprenditore italiano non solo avrebbe abbandonato l’idea dopo tre-quattro anni, ma probabilmente avrebbe portato la sua azienda al fallimento a causa del capitale investito per l’acquisto.
creare lavoro in Italia … mission impossible !
A chi gli pone il dubbio che l’affare Cafaggiolo sia un castello di carte a fini speculativi lui risponde con un sorriso e una domanda:
“Pensa che se avessi voluto speculare sarei rimasto qui, fermo, per un decennio? Il denaro che investo e prevedo di investire qui, lo avessi impiegato in America, si sarebbe già trasformato in realizzazioni concrete, in mille camere d’albergo”
L’ha detta in punta di fioretto.
Regione, Comuni, Sovrintendenza, ANAS, e non so quale altro ente sia coinvolto nel processo decisionale:
il messaggio è per voi.
Il lavoro non si crea per decreto, si crea facilitando gli investimenti.
Capisco che non siamo in Cina, e che ci siano dei passaggi/discussioni da fare, ma mi chiedo: 9 anni per non aver ancora chiuso la fase progettuale (manca il nodo viabilità) è un tempo ragionevole?
E meno male che questo Signore continua a crederci… 10 anni di lungaggini burocratiche, ricatti.. Danno idea di cosa vuol dire investire nel patrimonio artistico e culturale di una regione e sopratutto storico ricordiamoci chi è nato e amato tantissimo la tenuta:Lorenzo il Magnifico, Caterina dei Medici e Cosimo I personaggi che hanmo fatto la storia del rinascimento. Ben venga un investitore privato che non sia ostaggio di banche e assicurazioni e che sopratutto crei opportunità di lavoro. Cafaggiolo deve tornare allo splendore dei Medici!
Ma vedi se dobbiamo sentir dire che “i monumenti che vanno in rovina” devono essere salvaguardati dai privati. Altro scandalo dell’istituzioni che senza il privato è incapace di valorizzare e restaurare un bene di DOMINIO PUBBLICO! Il non senso dei valori sociali e collegiali che “dovrebbero” elevare un corpo istituzionale, sempre “creato” dalla sovranità del popolo. Una grande pena e una mera, continua falsità dell’intero sistema. Interessi segreti e privati sulle virtù degli ignari cittadini. Evviva.