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Raccolta rifiuti porta a porta in Mugello. I tanti dubbi del sindaco di Vaglia
Si torna a parlare di “porta a porta” in Mugello, per introdurre nei comuni di Borgo San Lorenzo, Barberino di Mugello, Scarperia e San Piero, Vicchio, Vaglia (che sono i comuni i cui rifiuti vengono gestiti da Publiambiente) il nuovo sistema di raccolta, per aumentare la differenziata, oggi in Mugello molto bassa, intorno al 40%. Si ipotizza di iniziare con il “porta a porta”. Ma i dubbi e i problemi non mancano, e il sindaco di Vaglia Leonardo Borchi ne evidenzia parecchi, dai costi più elevati, al problema delle case isolate, alla questione della riscossione che Publiambiente vuol gestire in proprio, all’ammortamento dei mezzi che sarebbero caricati in tariffa. E Borchi pone un interrogativo inquietante, ma che molti si fanno: “Siamo proprio sicuri che i rifiuti differenziati poi si trasformino tutti in prodotti riciclati?”
Questo lo scritto integrale del sindaco di Vaglia:
“SCUSI….PORTA?”
…..A porta.
Si parla di raccolta rifiuti. E’ stata una mattinata monotematica, una riunione politica e tecnica all’insegna della prospettiva di passare alla raccolta a porta a porta nei cinque comuni, dove il servizio è gestito da Publiambiente: Borgo, Barberino, Scarperia-S. Piero, Vicchio e Vaglia.
Quando? Prepararsi nel 2016 per partire nel 2017? Possibile.
L’ipotesi era già passata nella giunta dell’Unione dei Comuni del Mugello, dove noi non sediamo. Gentilmente ci hanno offerto una seggiola anche a noi: “Prego accomodatevi!”.
Arrivati a discorso già avviato, ci mancano un po’ di informazioni: come sarà gestito eventualmente il servizio, quanto costerà, come sarà la tariffa….
La riunione congiunta con i tecnici della ragioneria e dell’ufficio ambiente aveva lo scopo di approfondire alcuni temi.
Cominciamo per ordine. Come sarà gestita la raccolta? Intensiva, no, spinta; insomma al più alto grado possibile per quanto riguarda la differenziata. Attualmente a Vaglia siamo al 39%, ebbene dovremo arrivare al di sopra del 90%, come nella Val d’Elsa, dove Publiambiente già esercita questa modalità di raccolta.
Bene, ma io voglio sapere: e le case isolate? Dove arriva il camion? Anche sulle strade vicinali pubbliche? Lasciando fuori ovviamente quelle private.
E poi, Si considerano i conferimenti dell’indifferenziata o della differenziata? E come’? Pesando i rifiuti o valutandone il volume? Se ci saranno dei cassonetti a calotta, a chiave personale, a quel punto come sarà determinata la tariffa al singolo?
Tutte domande che volevo fare, ma che dovrò aspettare quando avrò davanti un interlocutore qualificato di Publiambiente.
Altra questione spinosa: Publiambiente sembra che metta, come conditio sine qua non, che l’imposizione tributaria e la sua riscossione siano da lei gestite direttamente. Questo vuol dire che la società deve avere accesso alle banche dati dei comuni, che dovrà aggiornare continuamente e che dovrà recuperare l’insoluto. A parte che questo servizio lo mette in conto ai comuni (quanto?), da esperienze appena cessate da parte di alcuni comuni, vedi Scarperia, si ha la prova che quando è stata Publiambiente a gestire le tariffe, il mancato pagamento è aumentato di un buon 10/15%. Mancato incasso che comunque deve essere poi ripianato dal comune….mettendolo in conto a quelli che invece già pagano.
Ma la storia più preoccupante è il costo del servizio. E qui siamo nell’incertezza pura: c’è solo una sicurezza. Che questo aumenterà, ma la forbice tra il minimo ed il massimo è estremamente larga dal 10 al 30%.
Ma non basta, Publiambiente pretenderebbe che il costo di ammortamento dell’implementazione dell’operazione, acquisto macchinari, software, hardware, eccetera, sia a totale carico dei comuni ( e quindi dei cittadini, perché per legge, Dl.vo 152/2006, il costo della raccolta e smaltimento rifiuti deve essere coperto interamente dalla tariffa). Per di più, se dovesse succedere che la gara regionale per l’aggiudicazione del servizio, in corso ad oggi, su cui pende un ricorso, dovesse risolversi a favore dell’altro concorrente, prima che Publiambiente avesse ammortizzato i costi di avviamento, i comuni dovrebbero tirare fuori di tasca loro la differenza.
E quanto costa convertire il servizio al porta a porta? Non si sa di preciso. 4 milioni, 6 milioni di €? Forse.
Come si vede sono più i punti interrogativi che le certezze, o le probabilità.
E tutto questo è fatto allo scopo di incrementare la differenziata.
Bel proposito. Invece di mandare tutto a discarica, nell’indifferenziato, che ha un costo ora di circa 150 € a tonnellata e che oltre tutto è in aumento, perché è stata chiusa quella di Borgo e si va a conferire a Montespertoli, si mette il vetro da una parte, l’umido da un’altra, si fa un angolino per la carta……“Ma il polistirolo? Va nella plastica o no?”.
Questione shakespeariana, che toglie il sonno la notte.
In realtà, a fare il gatto alle palle, la questione è ben altra: si parla sempre di differenziare. Ma perché? Propedeuticamente per arrivare al riciclaggio, chiaro. Il vetro e l’alluminio che ho distinto e separato poi andranno ad essere riutilizzati in maniera che non dovrò estrarre, produrre nuove materie prime.
Ma è proprio così? Siamo proprio sicuri che i rifiuti differenziati poi si trasformino tutti in prodotti riciclati?
Non mi chiamo San Tommaso……ma devo indagare.
Augh.
Leonardo, sindaco
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 novembre 2015
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