Repressione russa contro i Testimoni di Geova, oltre 200 fedeli mugellani in protesta
MUGELLO – Il 24 febbraio scorso il tribunale russo di Abakan ha condannato Valentina Baranovskaja, 70 anni, e suo figlio Roman Baranovskij, 46 anni, rispettivamente a due e sei anni di reclusione unicamente perché professano la religione dei Testimoni di Geova. Una sentenza che segue una controversa decisione della Corte Suprema russa, che nel 2017 aveva sciolto gli enti legali dei Testimoni in Russia e Crimea. Valentina Baranovskaja è la prima donna testimone di Geova a essere condannata e incarcerata in Russia dal 2017. Un fatto che ha colpito non solo gli enti come Human Rights Watch, ma anche gli oltre 200 fedeli mugellani che, nel loro piccolo, vogliono far sentire la propria voce insieme a quella di chi è stato incarcerato solo per la propria fede.
Il 10 febbraio scorso un altro testimone di Geova, Aleksandr Ivšin, è stato condannato a sette anni e mezzo di prigione. Si tratta della pena più lunga inflitta a un testimone di Geova dal 2017. Tra i “crimini” commessi da Aleksandr ci sarebbero l’aver organizzato pacifiche funzioni religiose in videoconferenza e l’aver cantato canti basati sulla Bibbia. Secondo molti esperti, la persecuzione dei testimoni di Geova in Russia è sobillata dalla Chiesa Ortodossa russa e da gruppi “anti-sette” collegati alla controversa FECRIS.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 4 marzo 2021