Riaprono i negozi di toelettatura per animali: la soddisfazione di “L’Arca di Noè” e “A tutto pelo”
BORGO SAN LORENZO – Tra le tante attività che quest’emergenza sanitaria ha costretto alla chiusura c’è la categoria delle “toelettature per animali”, il cui codice Ateco (una combinazione alfanumerica che identifica un’attività economica) è lo stesso di parrucchieri ed estetisti.
Ma la stessa cosa non sono, ed i proprietari di due negozi di Borgo San Lorenzo, “L’Arca di Noè” ed “A tutto pelo”, avevano lanciato un appello:”la nostra categoria non è riconosciuta ma noi, a differenza di parrucchieri ed estetisti, non veniamo a contatto con il cliente, se non per la consegna del cane. Possiamo lavorare garantendo la massima sicurezza” (articolo qui).
Sara, Massimo e Silvia si sono quindi rivolti al sindaco Paolo Omoboni per ottenere supporto ed aiuto e, finalmente, all’inizio della famosa “fase 2” hanno ottenuto il permesso di aprire.
“Con l’ordinanza 50 – spiegano i proprietari – il Governatore Rossi ci ha concesso la riapertura delle nostre attività, ovviamente con l’obbligo di seguire tutte le misure di sicurezza. Siamo soddisfatti, certamente, ma anche preoccupati che, se la situazione dovesse tornare ad aggravarsi, ci ritroveremo punto ed a capo, è importante, quindi, che si arrivi ad un riconoscimento della nostra categoria. Adesso siamo pieni di lavoro e ne siamo contenti anche se ci troviamo ad avere a che fare con cani che hanno bisogno di cura costante e che per due mesi sono stati affidati solo alle cure dei padroni che, nonostante tutti gli sforzi, più di tanto non possono. Il nostro è un lavoro dove, da marzo a giugno, è ‘alta stagione’. Gli animali cambiano il pelo ed è importante che vengano tosati, per la salute dell’animale e delle persone che ci convivono. È per questo che abbiamo una lista d’attesa di oltre un mese e non sappiamo se riusciremo ad accontentare tutti”.
Una ripartenza “a tutto gas”, quindi, ma lo stress non manca, sia per il ritmo frenetico, sia per l’attenzione alla sanificazione, alla sterilizzazione degli strumenti, al distanziamento sociale ma anche al portafogli, perché le perdite subite non sono poche.
“Abbiamo ricevuto – continuano – i famosi 600€ promessi dal decreto ‘Cura Italia’ ma ovviamente non sono bastati a coprire il ‘buco’ causato da due mesi di inattività”.
Grande sostegno lo hanno avuto da parte dell’amministrazione comunale che si è subito schierata dalla parte di queste attività:”Ci siamo sentiti molto appoggiati dal sindaco Paolo Omoboni, che si è speso in prima persona per risolvere il nostro problema. Ci ha ascoltati, ha inviato personalmente una Pec al Governatore Rossi spiegando la situazione che stavamo vivendo. Ci siamo sentiti realmente tutelati, quando parlavamo con lui ci ripeteva che tutto quello che era in suo potere lo avrebbe fatto, e così è stato. Per quanto riguarda, invece, la Regione, diciamo che dopo molte pressioni siamo riusciti ad ottenere almeno la possibilità di riaprire prima di giugno”.
Soddisfatto anche il primo cittadino:”Appena siamo venuti a conoscenza di questa situazione io ed il consigliere regionale Fiammetta Capirossi ci siamo subito attivati per capire se era possibile una modifica. Era assurdo che, per un codice Ateco, queste attività non potessero riaprire. Stiamo parlando della salute degli animali ma anche delle persone che li curano. Adesso siamo riusciti ad ottenere la riapertura e siamo molto contenti di questo risultato”.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 Maggio 2020