This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
- Home
- Archivio
- Iniziative
- Idee
- Nel territorio
- CHI SIAMO
- Dai lettori
- Le Aziende del Mugello
- Le rubriche degli esperti
RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – “Beati voi, poveri. Guai a voi, ricchi”
“Beati i poveri. Guai a voi, ricchi”
Dopo la scelta dei Dodici, Luca inserisce il “discorso della pianura”. L’uditorio è composto dagli Apostoli, già coinvolti nella missione; dalla folla dei discepoli, che rappresenta la futura comunità cristiana; e dalla gran moltitudine di gente, cioè il “popolo di Israele”, distinto dai pagani.
Le Beatitudini di Luca costituiscono la prima parte di questo discorso e colpiscono per la loro brevità. A differenza di Matteo, Luca ne riporta solo quattro aggiungendovi però i “Guai” paralleli assenti in Matteo, – che Gesù rivolge direttamente e immediatamente ai suoi ascoltatori diverso dal più generale “beati i poveri…” in Matteo, e che non hanno una connotazione spirituale, ma prettamente sociale.
Molta folla era accorsa per ascoltare il Maestro. Tutto faceva presagire qualcosa di entusiasmante. Apostoli, discepoli e gente venuta da lontano: tutti lì per ascoltare le sue parole. Si sentono accolti e ascoltati dal Maestro che non guarda nel vuoto, che non si pone come “leader” irraggiungibile, che non pronuncia “frasi fatte” per emozionare e raccogliere seguici. Quel Maestro “alza gli occhi verso quei discepoli e dice loro “Beati voi…”
Tutta quella moltitudine si sente conosciuta e amata, perché con questo “voi” diretto, Gesù sa che ognuno dalla sua situazione presente si sente compreso, cioè porta con sé la povertà, la fame, il pianto e la persecuzione. Ognuno di loro sa cosa significa sentire il bisogno di Dio, andare alla ricerca di qualcosa che alimenti la sua propria vita, cercare la consolazione nell’abbraccio di una persona amica, sostenere sempre e comunque la Verità. In questo contesto di conoscenza reciproca, Gesù non parla di altri, non indica modelli da imitare, non disegna ipotesi di stili di vita, invece parla al cuore delle persone, parla di vita vissuta, di ciò che quotidiamente affrontano: povertà, fame, pianto e persecuzione.
Con le Beatitudini Gesù aiuta l’uomo a prendere consapevolezza della sua vita con tutti i limiti, le debolezze e le cadute, a non chiudersi in sé stesso e non piangersi addosso, ripiegandosi su ciò che ostacola la crescita personale e comunitaria: non si può pensare alla propria esistenza limitandosi a fame, pianto, povertà e non comprensione. Le Beatitudini invitano l’uomo di ogni tempo a credere a un futuro pensato da Dio, fuggendo l’illusione del ‘tutto e subito”. Le Beatitudini aprono la vita alla speranza anche quando la vita è ferita.
Don Lambert LIHANE NKOY
Unità pastorale di Scarperia, Fagna e Sant’Agata
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 febbraio 2025
A proposito dell'autore
Eolico Mugello. A Vicchio si è fatto il punto sui ricorsi
Assistere la vita e non il suicidio. Qualche riflessione sulla recente legge regionale
Post collegati
RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Siamo creati per brillare!
RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Dio ci chiama
RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Da acqua a vino nuovo
RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Il Battesimo nel Giordano
Cerca nel nostro sito
Gli articoli mese per mese