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RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – In cammino, liberi e felici
BORGO SAN LORENZO – Come ogni domenica, a turno, un parroco mugellano propone una riflessione tratta dal Vangelo della Messa domenicale. Oggi è la volta del pievano di Borgo San Lorenzo Don Luciano Marchetti.
“Mentre camminavano per la strada“. Così è scritto nel Vangelo di oggi. Ma quale strada e dove era diretta? Il Vangelo lo dice: “Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”. E noi camminiamo con Gesù. Il nostro andare, il nostro camminare è come una carovana. E benedetta sia la carovana. Da un lato è un rifugio, dall’altro è stimolo ad andare, a camminare, ad avanzare, a scoprire i sassi colorati nei sentieri del Vangelo, lungo la strada della vita. L’evangelista Luca non vuole descrivere la mappa stradale di Gesù in cammino verso Gerusalemme, ma indicare la sua scelta di incamminarsi liberamente e risolutamente verso il luogo della Croce e della Resurrezione. “Rese di pietra il suo volto”, dice il testo greco. Gesù rende duro il suo volto. Gesù è determinato, risoluto nel portare a compimento il disegno del Padre.
Salendo verso Gerusalemme con i suoi discepoli, Gesù manda alcuni di loro ad annunciare il suo passaggio in un villaggio della Samaria, ma vengono respinti. Non sempre Gesù è accolto. Ciò mi fa pensare a tutte le persone impegnate nell’evangelizzazione: nella propria famiglia, nella parrocchia, in ogni ambito ecclesiale e sociale, come sacerdoti, genitori, catechisti. Talvolta ci si scoraggia per un rifiuto, per una delusione, per un’iniziativa che non va bene. Ecco, non prendiamolo come un fallimento personale. Se Gesù è stato rifiutato, figuriamoci noi, con le nostre poche idee e con la nostra poca trasparenza del Vangelo. Non ci scoraggiamo. Gesù passa ad un altro villaggio e continua ad annunciare il Vangelo. Facciamo così anche noi. Continuiamo con determinazione, a vivere, a testimoniare, in modo semplice e umile, il Regno di Dio, al di là di qualsiasi rifiuto vero o che ci appaia tale. Gesù ci invita a non abbatterci, ad avere speranza. A questo rifiuto da parte dei Samaritani, i discepoli di Gesù rispondono subito con grande forza: “Vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”. La reazione dei discepoli non è mica male! Hanno rifiutato Gesù, diamogli addosso! Un bel fulmine, un bel fuoco che li uccida tutti. La reazione di Gesù a questo atteggiamento violento è però molto severa. La ritorsione o la vendetta sono del tutto escluse dallo stile di Gesù. Lo stile di Gesù non è mai violento. Non può esserci nessun tipo di violenza per il cristiano: che sia una violenza fisica, che sia una violenza verbale, che sia una violenza psicologica.
Dove c’è violenza, non c’è il Vangelo di Gesù. Questo non è facile perché, per la nostra esperienza di vita, sappiamo che talvolta siamo stati violenti – ognuno lo sa a modo suo – con le nostre parole, con i nostri gesti, con il nostro modo di essere, nella nostra famiglia, nelle nostre relazioni. Gesù insegna: “Chi segue me, non può che seguirmi per amore e nell’amore”. Gesù non ama la violenza, non giustifica la violenza. Gesù si offre, si propone, non si impone. Il suo rispetto per la libertà di ciascuno è totale. Se lo si rifiuta se ne va verso un altro villaggio, perché c’è sempre un’altra casa cui bussare e dove portare pace; c’è sempre un altro cuore a cui annunciare la bontà di Dio. Gesù e i discepoli riprendono il cammino e ci sono tre esempi di sequela e di non sequela, perché la gente accampa delle scuse. Delle scuse serie, delle scuse importanti. Ma dove sta il problema? Il problema sta nel fatto che finché noi pensiamo che con Dio ci sia un rapporto di concorrenza, noi non seguiremo mai Gesù. Finché noi pensiamo a un Dio che viene a derubarci di qualcosa, che viene a derubarci della felicità umana, noi non stiamo seguendo il Vangelo di Gesù, noi stiamo prendendo una cantonata, noi stiamo facendo un errore di valutazione del Vangelo. No, Gesù non viene a derubarci di nulla. Gesù non viene per derubarci della nostra felicità. Abbiamo in mente questa fede dove la fede è identificata con la rinuncia. Se io seguo Gesù, devo rinunciare a un sacco di cose. Se io seguo Gesù, la mia vita è fatta solo di sacrifici. Se io seguo Gesù, beh, la felicità è da un’altra parte. Ma dove sta scritto? Il Vangelo è a servizio della mia felicità. Seguire Gesù è scoprire una ricchezza che non ha paragoni. E’ diventare ricchi non di cose, di luoghi ma di incontri, di opportunità, di luce. Le parole di Gesù sono sempre, anche quelle più dure, una risposta al mio bisogno di felicità. Gesù non mi deruba di un bel niente. Anzi, mi dona la vita. Non solo la sua vita, ma la mia stessa vita: la possibilità, la capacità di leggere, di interpretare, di vivere la mia vita in un modo estremamente bello.
San Paolo, nella Lettera ai Galati, dice: “Cristo ci ha liberati per che cosa? Per la schiavitù? Per la tristezza? No, Cristo ci ha liberati per la libertà”. Perché noi possiamo vivere la nostra libertà senza che ci sia nulla che ci rende schiavi. Totalmente liberi. In Gesù noi scopriamo la nostra vera libertà. La nostra vera libertà è vivere l’amore, è essere mediante l’amore a servizio gli uni degli altri. La vera libertà è vivere amando. Questa è stata la vita di Gesù. Gesù ci ha dato la libertà per percorrere con la nostra faccia, la nostra voce, la nostra storia – che sono uniche a questo mondo – percorrere quello che Lui ha vissuto, cioè un amore incarnato. Gli aspiranti discepoli accampano scuse. Talvolta il nostro rapporto col Vangelo è sempre un rimandare a domani: “Aspetta, che devo fare delle cose”. Il tempo di Dio è oggi. Non viviamo un Cristianesimo sempre rimandato a domani, viviamolo oggi. Oggi è il tempo di Gesù. Oggi viviamo con semplicità il Vangelo. In dispensa abbiamo i vasetti di conserva. Spesso la nostra fede è solo conservare qualcosa del passato. Viviamo, invece, la freschezza dei prodotti di stagione. Viviamo la freschezza del Vangelo, oggi. Non può darsi che anche noi, sull’esempio di Gesù, dobbiamo “indurire il volto”, cioè deciderci decisamente a fare il cammino che in questo momento è richiesto dalla nostra vita? Oggi, in questa giornata. La nostra settimana inizia adesso.
Buona vita di Vangelo, oggi.
Don Luciano Marchetti
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 giugno 2022
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