C’erano una volta i bei sentieri nei boschi mugellani… La denuncia di un gruppo di escursionisti fiorentini
MUGELLO – Sono delusi. Un gruppo di escursionisti fiorentini, quattro persone, è appena rientrato dalla camminata. Nei boschi del Mugello, con meta, uno dei luoghi più belli e affascinanti per chi va per sentieri nell’Alto Mugello, le cascate del Rovigo. Per raggiungerle e camminare sui sentieri mugellani avevano pernottato due notti al rifugio “I Diacci”.Ma non tutto è andato secondo le previsioni.
Ma ecco la loro testimonianza, dalle parole di uno di loro, Gianni. “Anzitutto -premette- dobbiamo dare un giudizio più che positivo sul rifugio, sui gestori, in gamba, e sulla cucina, ottima. Noi siamo un gruppo che va a camminare anche sulle Dolomiti e abbiamo una certa esperienza, e dobbiamo dire che questo rifugio è tenuto davvero bene. Ma la zona circostante, purtroppo non è curata. Specialmente per arrivare alla cascata del Rovigo, quest’inverno sono caduti tutti gli alberi, che intralciano completamente il sentiero, ed è davvero arduo, se non saltando sopra ai grossi tronchi, diventa davvero troppo impegnativa. Questi sentieri sono tenuti malissimo.”
E dire che per anni il Mugello ha fatto vanto, ed anche ha investito molto sulla rete sentieristica: chilometri e chilometri immersi nel verde delle foreste mugellane, frequentati da tanti escursionisti.
E anche sul piano della promozione turistica molto si è puntato sui percorsi trekking. I disastrosi effetti della nevicata dello scorso inverno, con centinaia di alberi spezzati hanno messo in crisi tutto.
Certo, trattandosi di percorsi segnalati, e non mancando le cartografie dove essi sono tracciati, occorrerebbe un impegno chiaro e determinato a ripristinare almeno la sentieristica principale. E magari non solo quella utilizzata per l’Ultra Trail nella zona di Moscheta.
Il compito di intervenire spetta in primo luogo all’Unione montana dei Comuni del Mugello e alla Regione Toscana. Sempre nella zona del Rovigo sono in situazioni disastrose, oltre al tratto tra Val Cavaliera e le cascate del Rovigo, l’anello di Pian di Rovigo, molto frequentato, intorno a Diacci, anch’esso occupato da piante cadute, e soprattutto l’anello della biodiversità, che era il fiore all’occhiello di questa area, realizzato dall’allora Comunità montana, e che sta cadendo davvero a pezzi, con tratti impraticabili a causa dei tronchi d’alberi che interrompono il sentiero.
Davvero urge una soluzione, e un intervento. Altrimenti si propagandano i sentieri, si fanno guide e carte, si fa promozione al turismo verde, e poi i turisti che arrivano si trovano di fronte sentieri distrutti, e percorsi che sembrano quelli di una gimcana ad alta pericolosità.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 agosto 2018
Le foto sono molto significative, ma nessuna mostra la situazione, molto peggiore, esistente nel letto del torrente Rovigo, ASSOLUTAMENTE IMPERCORRIBILE. Il brutto guaio è che se venissero ripuliti i sentieri, ciò che verrebbe tagliato finirebbe anch’esso nel torrente, come è ANTICA E VERGOGNOSA abitudine di tutti i tagliatori (quella di gettare nei torrenti, brocca e frascame del tagliato).
Le autorità mugellane, che pur ci tassano con il “Contributo di Bonifica”, se ne sbattono altamente le pa..e di questi problemi.
Inviate articolo e foto all’esimio sig. Bottino (poveretto, con quel nome che si ritrova), autore della “convincente” lettera di accompagnamento al bollettino di pagamento del contributo, oppure al sig. Andrea Salvadori del
Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, Ufficio Relazioni con il Pubblico.