Storia di ordinaria “reclusione”: Sammy il fotografo mugellano dei Lego
SCARPERIA E SAN PIERO – Quando ad un fotografo togli la possibilità di andare in giro a catturare il mondo, cosa gli rimane? La fantasia, ovviamente. E questa certo non manca a Sammy Dhouioui fotografo professionista specializzato in ritratti e matrimoni ma con l’anima del photoreporter.
“Da quando è iniziata quest’emergenza sanitaria – spiega Sammy – il primo istinto è stato quello di imbracciare la mia fidata macchina fotografica e correre a Careggi, nel reparto di rianimazione, per immortalare il grande lavoro che medici ed infermieri stanno facendo e mettere ‘su pellicola’ la sofferenza che questo virus sta portando. Ovviamente, subito ho ricacciato indietro questo desiderio per un senso di responsabilità verso me stesso, i miei cari e la popolazione”.
Quindi, il fotografo sanpierino si è trovato, come tutti noi, chiuso in casa con moglie e due figli. Che fare allora? Con l’indice che prude dalla voglia di scattare, scattare e scattare ancora?
“Mentre guardavo i miei bambini giocare – racconta – mi è venuta l’illuminazione: rappresentare la quotidianità di una famiglia alle prese con la reclusione. I miei figli subito mi hanno sostenuto, prestandomi i loro giochi ma anche aiutandomi ad ideare le scenette. È un modo per passare tempo tutti insieme”.
E chi può non riconoscersi. Tutti abbiamo avuto, ad esempio, il desiderio di “scotchare” i figli per trovare un minuto di pace.
“Stare chiusi in casa tutti insieme – racconta tra l’imbarazzato ed il divertito – è pesante, specie con due bambini che, giustamente, sono iperattivi. Quella, è una delle foto che più mi rappresenta – ma ovviamente non l’ho mai fatto-. Un’altra foto nella quale mi rappresento è quella del ‘taglio dei capelli’. Mia moglie è parrucchiera e di lei mi fido ciecamente ma, io porto i capelli lunghi…quando vedo le forbici non sono mai tranquillo”.
Tanta fantasia, quindi, un po’ di tempo e molto talento e Sammy è riuscito a mantenere la sua passione anche fuori dall’ambito lavorativo. In una situazione durante la quale non è certo facile trovare la voglia ed i soggetti giusti.
“A volte – spiega – ci metto delle ore a pensare all’idea perfetta. Poi, mi metto all’opera cercando il giusto ‘set’, l’obbiettivo adatto e l’angolazione giusta, in modo che sembri scattata ‘dal vivo’ e non ‘dall’alto’. Questo progetto mi ha appassionato molto, quindi penso che lo porterò avanti anche quando tutto sarà tornato alla normalità, magari utilizzando i Lego per dei particolari scatti matrimoniali….chissà”.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 13 Aprile 2020