Ucraina, cambia ancora la storia: torna l’URSS versione 2.0
di Massimo Biagioni
Sempre più spesso la realtà supera l’immaginazione, e il combinato di più fattori presenta un conto inimmaginabile. L’assalto all’Ucraina è l’ennesima dimostrazione del superamento della fantasia. C’è quindi poco da interpretare, la realtà si è parata davanti in modo chiaro ricalcando il 1938 con l’invasione dei Sudeti da parte dei nazisti.
Se ne possono ricavare alcune considerazioni.
Mentre la diplomazia internazionale stava esplicando il massimo sforzo, Putin stava pianificando l’aggressione all’Ucraina, nei minimi dettagli, come aveva rivelato il Segretario di Stato americano illustrando il piano in anteprima, poi puntualmente seguito dall’esercito russo. Totale inaffidabilità quindi, e falsità di una trattativa che non è mai stata accolta dallo “zar”.
Alcuni spunti un po’ grezzi per alimentare lo scambio e il confronto.
1). Putin ha preparato l’aggressione introducendo tutta la demagogia possibile per risvegliare il nazionalismo, compreso il richiamo all’epopea zarista, alle divisione Occidente-paesi slavi, facendo leva sui dissapori per la “libertà” di autodeterminazione del Kossovo e dell’ex Jugoslavia. Le frottole circa la denazificazione o la sicurezza nazionale si commentano da sole.
2). E’ prevalsa la logica del più forte, della soverchiante superiorità militare, del fatto compiuto per trattare a risultati acquisiti. In questo c’è perfetta continuità con l’invasione dell’Ungheria, della Cecoslovacchia, e con la politica di aggressione perpetrata dall’URSS con l’”aiuto fraterno” portato ai Paesi che volevano autodeterminarsi nel corso dei decenni. Specularmente a quanto è avvenuto per le realtà delle repubbliche, dalla Georgia alla Cecenia, dalla Crimea al Donbas: o regimi fantoccio come la Bielorussia, dispotici e dittatoriali, proni agli ordini di Mosca, o l’aggressione. Rifare l’URSS in sostanza, con la stessa influenza sul territorio. Un segnale forse anche ai Paesi baltici.
3). La grande assente ancora una volta è l’Europa, imbelle e superficiale, intenta a rimirarsi o a intessere discussioni di ore sulla denominazione del Tokaj o del modo per favorire le grandissime aziende multinazionali, ma mai a mettere qualche mattone degli Stati Uniti d’Europa con politiche comuni, fisco e norme comuni, esercito comune, organismi di comando efficenti e rapidi. Quando la Cina invaderà Taiwan, come ha fatto con il Tibet, ci sarà un precedente a cui collegarsi.
4). Stupefacente il giustificazionismo di molti Italiani di fronte a una aggressione a freddo che calpesta libertà, impone un governo succube, ammazza e distrugge; non che ci potessimo aspettare i “Partigiani della pace” o i cortei pacifisti, ma questo strabismo con cui si cerca di addossare agli altri le “colpe” è veramente paradossale, e che purtroppo spiega la mancanza di una memoria nazionale comune di fronte ai passaggi cruciali della storia. Oggi si parla di Russia e Ucraina, degli USA o della NATO si parlerà in altro momento.
Ci aspettano giorni complicati e chissà per quanto tempo.
Massimo Biagioni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 Febbraio 2022
Un’ottima analisi politica quella di Massimo Biagioni, come sempre del resto. Sono contenta che ora scriva per Il Filo. Infatti è un ottimo personaggio che ha una conoscenza politica in senso lato molto profonda, uno studioso vero, sempre all’altezza della situazione e delle discussioni!