Una sconfitta annunciata? Prosegue la riflessione in previsione delle elezioni amministrative 2019 – 3
BORGO SAN LORENZO – In un primo articolo ( vedi qui ) ho fotografato la situazione dei Comuni mugellani a sei mesi dalle elezioni. In quello successivo ( vedi qui ) ho invece approfondito1 la situazione di Borgo in cui il centrosinistra potrebbe essere sconfitto nel ballottaggio.
Abbiamo dunque visto i tentativi di Omoboni di essere il candidato del centrosinistra per le prossime amministrative e i numerosi dubbi del PD. Vediamo ora le altre forze politiche.
I 5 stelle borghigiani si stanno posizionando in vista delle elezioni e sono tornati a discutere e proporre attenzione su alcuni temi tipici del movimento: la gratuità dell’acqua, i rifiuti, la salvaguardia ambientale, gli eccessivi stipendi dei dirigenti. Mancano però di esperienza e di persone conosciute nella cittadina. Sono però lanciati dall’attività governativa e contano di confermare il 22% dei voti già riscossi alle politiche.
Il centrodestra è ormai forse sotto l’unica bandiera della Lega che ha fagocitato tutti gli altri voti. La maggioranza forzista si era già ridimensionata alle politiche col 7,8% ma nei mesi successivi, secondo i sondaggi nazionali, dovrebbe essere ulteriormente diminuita. La Lega che era al 14% dovrebbe essere cresciuta parecchio prosciugando anche Fratelli d’Italia e la parte dell’Udc rimasta a destra. Questo processo ha visto Ferruzzi, che fu capolista nel 2014 di Forza Italia, confluire nella Lega. Di recente i leghisti hanno incassato anche l’entrata di Gozzi, consigliere che era stato eletto dai grillini, e che rappresenta dunque quella parte dei voti 5 stelle attirati dall’influenza di Salvini. Il centrodestra vale ancora il 26% o è addirittura aumentato ?
I due gruppi, se sommati, rappresentavano il 48% dell’elettorato. Vero è che la politica non è solo un dato numerico ma oggi questa realtà è in grado di piazzare un leghista al ballottaggio e di far riferimento agli alleati governativi per fare un dispetto al PD ed eleggere un sindaco della Lega, il primo non di sinistra dal dopoguerra.
Manca solo il riferimento al gruppo della sinistra radicale che vale oltre il 10% ma alle politiche era divisa in tre pezzi: Liberi e Uguali, una formazione che si è già sciolta, Potere al Popolo, Partito comunista.
In caso di ballottaggio tra un candidato di destra ed Omoboni non è detto che la sinistra radicale voti. Se lo facesse potrebbe addirittura favorire la destra (da ricordare il ballottaggio romano di dieci anni fa tra Rutelli e Alemanno).
Se la politica la facessero solo i partiti, che tendono a chiudere col lucchetto i voti detenuti, il discorso sarebbe dunque finito. Ma siamo ormai abituati a vedere che c’è la possibilità di un protagonismo dei gruppi e dei comitati che potrebbe rimettere in gioco tutto.
Questi liberi elettori della sinistra moderata e radicale dovrebbero però autorganizzarsi ed essere in grado di costringere i vari partiti per cui hanno votato negli anni, a lasciarsi alle spalle le rendite di posizione e le pigrizie d’una evanescente rappresentanza per confrontarsi in modo serrato su un programma minimo e concreto, lasciando a casa gli ideologismi e le furbizie.
Occorrono volti nuovi e credibili. Persone oneste e capaci. Passione politica e amore per il proprio paese. Siamo così convinti che non sia possibile ?
I numeri non danno per condannata questa ipotesi. La politica locale può trovare spazi attraverso una lista civica per il governo di sinistra, là dove sarebbe precluso un accordo tra sigle e bandiere contrapposte.
Naturalmente lo spazio è bruciato per chi ha già esperienze schierate e concluse, ma ci sono tante nuove speranze, tante energie ancora non liberate e volenterose che il rischio d’una sconfitta non credo precluda il tentativo.
Prima dunque del voto di primavera si vedrà se questa possibilità appena evocata ha le gambe e il cuore per cambiare la sconfitta annunciata.
Andrea Banchi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 gennaio 2019