Una speciale raccolta differenziata
“Il nostro Dio è un fuoco divoratore” (Eb.12,29)
Nella classe di Noemi, la maestra aveva parlato a lungo di “raccolta differenziata” ed aveva invitato tutti i ragazzi a dare dei suggerimenti per migliorare le abitudini degli abitanti e l’aspetto del paese.
Noemi era rimasta colpita, anzi entusiasta: aveva scritto tre pagine di suggerimenti adatti a risolvere il problema, come per esempio formare gruppi di sorveglianti volontari pronti a multare i disordinati che buttano per terra gli involucri delle merendine e le carte delle caramelle ed anche le bottiglie di plastica nei giardini , senza dimenticare coloro che portano i cani a seminare i loro bisogni sui marciapiedi .
Poi, a casa, aveva garantito alla mamma che avrebbe preso lei il compito di dividere la carta dalla plastica e dagli avanzi dei cibi e portando a spasso il suo bastardino si era munita di paletta e sacchetto.
Era passato già un paio di settimane di assoluta dedizione alla pulizia in casa e fuori casa, quando Noemi un pomeriggio sentì suonare il campanello.
Era sola in casa. Allora andò alla porta senza aprire e gridò: “Non apro perché non c’è la mamma. Torna più tardi.”
Poi tornò al tavolo di cucina dove stava facendo i compiti e proprio lì, seduto sulla sua seggiola, vide un omino piccolissimo che somigliava ad uno gnomo (lei conosceva benissimo gli gnomi perché li aveva visti al cinema).
“Chi ti ha detto di entrare?” chiese, un po’ arrabbiata, Noemi.
“Be’, tu sai che per me le porte chiuse non sono un problema” rispose l’omino. “Piuttosto, ascolta: ho visto che sei brava a “differenziare” ma qui c’è ancora molto lavoro da fare perché ci sono molti, moltissimi rifiuti.”
“E dove? “ chiese, offesa, Noemi dopo aver dato una rapida occhiata in giro.
“Non vedi che è tutto così pulito che potresti anche mangiare per terra?”
L’omino fece una risatina e, puntandole contro il dito, disse: “ Parlo dei “Rifiuti Speciali” che conservi segretamente nel tuo cuore. Serve a poco essere puliti fuori se non lo si è anche dentro.
Comunque non sono venuto per rimproverarti, ma per aiutarti.”
E tirò fuori tre secchielli: uno nero, uno verde ed uno rosso.
Noemi spalancò gli occhi e rimase tanto stupita da non riuscire a dire neppure “Oh” così che l’omino ne approfittò – come un esperto venditore porta a porta – per illustrare la sua mercanzia.
“Il secchio nero serve per buttarci i pensieri neri, mi sembra evidente. E i pensieri neri di solito cominciano con un “non”. “Non m’interessa”, “Non sono capace”, “Non c’è più nulla da fare”, “Non ho voglia”…
Il secchio verde invece serve per raccogliere le parole velenose che ogni tanto ti escono di bocca: parolacce, offese, critiche…
Nel secchio rosso poi dovrai buttare i sentimenti che bruciano il cuore: il rancore, l’invidia, la gelosia, la rabbia…
Se non elimini questa sporcizia non sarai mai libera, anche se adesso ti sembra di esserlo. Resta pure in silenzio, non dire nulla, pensaci su: lo so che ti sto chiedendo un lavoro difficile ma, credi a me, è davvero importante.”
Noemi restò a lungo in silenzio e poi chiese:” Ma poi? Qual è la discarica dove gettare tutti questi secchi?”
E allora l’omino sorrise, le strizzò l’occhio e disse:” Tu pensa a lavorare e ti assicuro che c’è un Fuoco di Amore sempre pronto ad ingoiare tutto il male di questo mondo. E se lavorerai bene, lo scoprirai da te.”
Nicoletta Martiri Lapi
© il filo, Idee e notizie dal Mugello, ottobre 2008