VICCHIO – Fiumi di parole, in questo caso dettate nel vento. Quello che dovrebbe alimentare le pale eoliche da installare sul crinale appenninico fra Villore e Corella. Il sindaco Filippo Carlà Campa non accetta opinioni diverse dalle sue, anzi taccia di pretenziosità chi si frappone alla sua visione di gestione del territorio. Così attacca il comitato del NO al progetto eolico e l’associazione Italia Nostra che cerca di non far recare nuove offese al territorio. La difesa dell’ambiente e del paesaggio, temi cari anche a Cosimo I de’ Medici, granduca di Toscana, mugellano d’adozione, che durante il suo mandato fece leggi a tutela del patrimonio boschivo e del territorio.
In una delle sue ultime uscite il primo cittadino di Vicchio aveva tuonato: “Quello che non accetto è l’assolutismo dei comitati del NO, la loro pretesa di rappresentare tutti gli ambientalisti: i pochi che urlano no all’eolico hanno la pretesa di capire tutto di conoscere tutto.”. Una dichiarazione che poi si inaspriva contestando il ruolo dell’associazione Italia Nostra, rea di dare man forte agli oppositori contro la sua visione di gestione urbanistica e ambientale del territorio.
Intendiamoci subito. Se si formano i “comitati del NO”, bollati come figli dell’ideologia, è perché, parimenti, proliferano i “promotori del SI”, divulgatori di verità e soluzioni a prescindere. Sicché, anche nella bagarre dialettica, si dovrebbe partire da posizioni equanimi, e lo ripeto con un sottotitolo, senza cioè far pesare ruoli e incarichi pubblici, ascoltando la gente. Piaccia o non piaccia. Traduco e aggiungo. Se si porta (o ci si aggrega, non mi è chiaro) una comitiva, più o meno di rappresentanza, a vedere come funzionano le pale eoliche altrettanto si dovrebbero programmare delle conferenze o incontri, sempre con il patrocinio pubblico, con esperti e studiosi della tematica contrari al progetto stesso. Sintetizzo: si chiama corretta informazione istituzionale per i cittadini. Proseguo.
Certo, la procedura per le autorizzazioni è complessa, consta di vari pari passaggi nel labirinto della normativa nazionale e regionale. A volte è una tutela, altre uno scivolo più per il raggiungimento di fini imprenditoriali che per i benefici di pubblica utilità. Del resto la cronaca è piena di esempi, con i relativi dati di fatto. Occorre prudenza, discernimento, e non farsi ammaliare da probabili, se non presunte, ricadute economiche e sociali per il territorio. Senza mai dimenticare che nel mezzo a queste due c’è quella ambientale, fra natura e bellezza del territorio.
La salvaguardia del patrimonio boschivo e la difesa dell’ambiente, più in generale, furono la prerogativa del mandato da sovrano di Cosimo I de’ Medici, granduca di Toscana, mugellano d’adozione, svezzato nella villa di Trebbio. Una delle sue leggi, quella del 17 novembre 1559, tassativamente sanciva che un insieme di alberi, raggruppati o sparsi che fossero, per definizione del legislatore, venisse considerato un “bosco” a tutti gli effetti giuridici. Ne vietava l’abbattimento “per mezzo miglio” a cavallo della linea di cresta dei monti del demanio fiorentino. Erano previste pene severissime per i contravventori. Sicché, per le vicende quotidiane, in questo momento della politica nostrana, non esiterei a definirlo il progenitore della transizione ecologica. Ovvio, con portafoglio però. Ecco, un suggerimento, prima di appassionarsi per certi progetti sui crinali appenninici, forse, ripeto il forse, una rilettura della storia occorrerebbe.
E poi, nondimeno, il concetto del paesaggio e del bello. Sostantivi, quest’ultimi, non declamati per fini onirici o poetici, comunque rispettabili, ma legati allo sviluppo del turismo e delle attività sociali ed economiche correlate. A margine, e in palese difetto di comprendonio, soprattutto per questa vicenda, faccio fatica a capire perché si debba apostrofare come assolutismo l’opinione del “comitato del NO” e democratica la presa di posizione, perché questa è, di un sindaco. Inspiegabile, ma lo ripeto è un limite tutto mio.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 Febbraio 2021
8 commenti
É molto grave che il sindaco di Vicchio mantenga una posizione così priva di dubbi riguardo agli impianti eolici. Sono stati un fallimento energetico quasi dappertutto. La Norvegia il paese che per primo in Europa iniziò a utilizzarli ha dismesso i parchi eolici da 15 anni. Deturpano e alterano l’ecosistema di crinale boschivo. Procurano rumori, causano danni alle migrazioni degli uccelli. No signor sindaco il suo operato e la sua insistenza su questo fatto é molto discutibile. Anche da chi l’ha votata, viene una richiesta di serio ripensamento e caso mai l’apertura di un tavolo serio di democrazia partecipata con le forze scientifiche e politiche e con la cittadinanza su come ipotizzare un piano per energia pulita e sostenibile per il nostro comune.
Sono un normale cittadino, di Vicchio, non sono esperto di energia, ma ho potuto facilmente trovare che :
1) negli ultimi 15 anni la Norvegia ha molteplicato per 10 la sua capacità eolica (quindi ha una progressione MOLTO più forte che non l’Italia oppure la Germania -campione in Europa dell’energia eolica con la Danimarca-)
2) l’eolico non è una fonte di energia che interessa particolarmente alla Norvegia in quanto producono TANTISSIMA energia idroelettrica.
Da cui la mia domanda: perché affermare delle cose così lontane dalla realtà.
Tutti, se lo vogliamo, siamo capaci di trovare dei dati e delle informazioni sull’energia, è un settore assai trasparente.
Ovviamente la mia fonte è alla disposizione di tutti.
https://en.wikipedia.org/wiki/Wind_power_in_the_European_Union
Wikipedia?
Un’autorevolezza non proprio a prova di bomba…
Su Wikipedia potrei scrivere anch’io di come si cucinano le melanzane alla parmigiana…
A parte la curiosità di una pagina Wikipedia che parla di Norvegia trattando dell’eolico nell’Unione Europea. Della quale… la Norvegia NON fa parte. Ma passi…
E a parte il fatto che per la Norvegia, in un’area di interfaccia fra masse continentali e oceaniche, è facile tirare fuori un po’ più di energia dal vento. E’ certo più facile che per noi, circondati da masse continentali, fra una pozzanghera come l’Adriatico e qualcosa di poco di più come il Mediterraneo occidentale….
…la pagina citata è redatta dall’EWEA (European Wind Energy Association), anzi, ora WindEurope.
Cioè da chi? Dalla lobby degli industriali europei, insediata a Bruxelles per la promozione dell’installazione dei loro impianti eolici, ovunque si possa.
Insomma, citiamo l’oste in merito alla qualità del suo vino.
Non è un caso che neppure nelle note di riferimento si trovi un rinvio ai dati IEA (International Energy Agency).
Noi possiamo riferirci ai dati del GSE, con uno sguardo un po’ più di casa nostra, dai quali emerge la miseria del contributo eolico alla copertura del fabbisogno energetico.
https://www.gse.it/Dati-e-Scenari_site/statistiche_site
Comunque sorprende poco che le installazioni eoliche stiano aumentando: hanno priorità di dispacciamento sulla rete e, in caso di (rare) giornate ventose su larga scala, e quindi di picchi di temporanea sovrapproduzione, impossibili da assorbire per la rete di distribuzione, il produttore viene costretto da Terna al cut off, ma si fa pagare ugualmente (da noi) l’energia prodotta inutilmente e NON consegnata.
Alla faccia del rischio d’impresa, scaricato tranquillamente sull’utenza…
Certo sentire certi discorsibda un “farmacista” che dovrebbe essere un fautore lella salute pubblica fa RABBRIVIDIRE, sembra che a questo pseudo difensore della salute pubblica interessi solo vendere medicine per allieviare problemi che potranno arrivare con l’abbattimento del verde pubblico che consente di avere aria pulita e non inquinata, per non parlare o scrivere del danno che potrebbe provocare a quelle poche falde acwuifere che ancora ci sono el territorio mugellano!! Egregio sindaco ci ripensi e non avvalli una distruzione ulteriore del territorio per “qualche euro in più” al suo comune, la salute non si mantiene avendo contropartite economiche, ma garantendola con un operato ECOLOGICO senza tentennameti. Alla faccia dei programmi (forse) green del nuovo esegutivo nazionale (governo Draghi).
Buongiorno.
Riflessione semplice e di buon senso. Mi auguro che il modello Draghi sia una brezza leggera anche per il nostro territorio.
Cosimo I de’ Medici fece quella Legge dopo la disastrosa alluvione del 1557 che devastò la Toscana, colpendo soprattutto Firenze ed il Mugello, e fu la quinta alluvione del 1500, gli esperti dell’epoca evidenziarono la correlazione tra tali eventi e il disboscamento degli appennini, quindi tale Legge nasce per tutelare le vite e i beni delle persone più che l’aspetto estetico paesaggistico. Oggi il paragone con gli attuali amministratori è improponibile, basti pensare che all’epoca si finanziavano le opere di Giotto e Beato Angelico, oggi pagano qualcuno per fare dei quadrati bianchi in piazza Giotto… Davvero serve dire altro?
Spero che la posizione decisionale del Sindaco possa cambiare alla luce di quanto è stato espresso da questa nuova e ulteriore valutazione fatta da esperti del settore. Sarebbe davvero un gesto di grande di ragionevolezza, accogliere le valutazioni anche di chi ha un parere diverso e cercare di aprirsi a nuove considerazioni è un gesto di grande saggezza…..