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Immigrazione. Numeri e dati di una emergenza
MUGELLO. Dopo un’estate tormentata dalle vicende sull’assegnazione dei migranti, fra annunci e smentite, tra accoglienza e la sparizione di qualche ospite, sembra tornata la normalità. Almeno quella della dialettica politica e sociale. Ma, reale o apparente che sia, il problema resta. Numeri e dati di un fenomeno in crescita, prodromi di un prossimo collasso.
Anche il Mugello è coinvolto in questa emergenza epocale. Un esodo cui l’aggettivo biblico appare inadeguato a contenerne le dimensioni. Uomini, donne e bambini in fuga, o più realisticamente in cerca di un futuro. Comunque un flusso migratorio inarrestabile. Precisamente la Toscana, alla data del 31 maggio, ospitava, in 592 strutture accreditate, circa 8500 migranti (di cui 2276 in provincia di Firenze), pari al 7% del totale nazionale. Poi il numero è ingigantito fino a 11682 del 30 settembre. E, oltre l’immancabile ipocrisia di facciata, è giusto ricordare che non tutti, tra quelli che giungono sulle nostre coste, sono profughi e richiedenti asilo.
Ecco i dati. Nel 2014 le domande per il riconoscimento dello status di accoglienza sono state 63456 (su 170100 sbarcati) e, di queste, solo 36270 hanno avuta, al momento, una risposta, determinando una incidenza di circa il 10% quali rifugiati e del 51% per assistenza sussidiaria e umanitaria. Nel 2015 le istanze sono state 83970 (su 153842 sbarcati), di cui 71117 esaminate, con il 5% circa di rifugiati ed il 36,5% per gli altri tipi di assistenza. E nel 2016 ne sono già sbarcati altri 144527, alla data del 10 ottobre. In questa bolgia di dati i siriani e gli iracheni, tanto per citare due paesi ove la guerra è conclamata, non arrivano al migliaio all’anno. Qualcosa in più per gli afghani. In ogni caso di moltissimi se ne perdono le tracce. Altri continuano a risiedere nel nostro paese come irregolari e clandestini.
Ancora numeri. Diamo voce alla contestazione. Il risvolto sociale, la rivendicazione dialettica e sostanziale di chi, italiano in Italia, cittadino di uno stato votato all’accoglienza internazionale, si sente, invece, abbandonato, figlio negletto in una patria matrigna. Assicurare il ristoro a questa fiumana di disperati, non nelle loro terre d’origine, ha costi che alla lunga diverranno insostenibili. Con l’ultimo dato disponibile, quello summenzionato del 10 ottobre, assicurare l’ospitalità a 144000 persone, più o meno, con una spesa di 35 euro pro-capite costa 5.040.000 euro il giorno, 151.000.000 euro il mese, oltre 1.800.000.000 euro l’anno. Una cifra esorbitante che evoca anche l’affarismo. E che equivale alla pensione sociale o alla retribuzione di cittadinanza, per i più deboli o i senza reddito, per almeno 260000 persone.
Fonte, report Ministero Interno, dati immigrazione
Abbiamo provato a capire in quanti e quali Comuni del Mugello fossero ospitati i migranti. Non ci siamo riusciti. Sul sito web della Regione Toscana compare questa scritta “L’albo degli Enti gestori è in fase di elaborazione e sarà online appena disponibile” (Ultima modifica: 03/10/2016 12:13:30 – Id: 13580884). Altrettanto su quello della Prefettura di Firenze le informazioni in merito sono sopraffatte dal nulla.
Certo qualcuno potrà obiettare che le iniziative umanitarie non si possono ricondurre ad algoritmi ed all’insensibilità dei numeri. Ma in certe situazioni proprio i numeri pesano più delle parole e delle buone intenzioni. Infatti qualcuno dei disperati di casa nostra fa notare: perché tanti di noi sono dimenticati e abbandonati, mentre per chi arriva da fuori l’aiuto e le risorse vengono trovati?
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 ottobre 2016
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