La Pasqua degli animali
Che c’Γ¨ di nuovo? E’ successo qualcosa? Vogliamo saperlo anche noi!” strillarono due paperine quando videro di lontano il popolo dell’Aia riunito in seduta straordinaria.
C’erano tutti: Mamma Oca-Rina con la sorella Miss Ochetta, l’Associazione delle Allegre Comari Galline, i nobili coniugi De Tacchinis che avevano sempre paura d’impolverarsi la coda stando insieme alla plebe del cortile, il gallo Brenno i cui antenati – secondo le sue ricerche storiche- si erano uccisi pur di non finire nella pentola di Giulio Cesare e quel burlone di Ciccio, il maialino punk che sfoggiava un brillantino al naso ed un anello in cima al suo vivace codino. C’era perfino la mucca Caffellatte, che raramente usciva dalla sua calda stalla perchΓ© era depressa ed aveva sempre attacchi d’ansia.
Anche la timida famiglia del Signor Koniglio, stipata nella gabbia addossata al muro dell’orto, cercava di allungare le orecchie per capire cosa stesse succedendo.
In mezzo al gruppo, la pecora Bee-bi stava piangendo a dirotto e tutti la guardavano con preoccupazione, per non dire con spavento.
“Andate via voi, siete piccole, non potete capire ” disse subito Mamma Oca-Rina. Ma Miss Ochetta, che leggeva sempre sulle riviste i consigli su come allevare i figli, la rimproverΓ². “Sono piccole, ma presto saranno grandi e devono conoscere i pericoli di questa vita.”
“La nostra vita Γ¨ sempre in pericolo” disse col suo tono depresso la mucca Caffellatte e una lacrima le rotolΓ² sul muso.
“Ma oggi il pericolo Γ¨ raddoppiato. Ho ricevuto un messaggio segreto” disse Bee-bi.” Non bastavano le terribili notizie sull’eccidio delle mie cugine inglesi, che mi hanno sconvolta : questo messaggio Γ¨ rivolto a noi, popolo dell’Aia e dice cosΓ¬: SIETE TUTTI IN PERICOLO, PRESTO ARRIVA LA PASQUA!”
“Che cos’Γ¨ la Pasqua? Un mostro spaziale?” dissero in coro le paperine.
“Beate voi che non lo sapete” sospirΓ² la pecora. “La Pasqua Γ¨ una bella festa per gli esseri umani ma per noi Γ¨ una strage! E io ho paura soprattutto per il mio piccolino”.
“Anche il famoso Natale Γ¨ pericolosissimo” disse il signor De Tacchinis, rabbrividendo, ma cercando di non perdere la sua abituale distinzione.
“Noi cerchiamo di cavarcela con la tassa delle uova, ma non sempre basta” sospirarono le galline, che avevano perso un po’ della loro allegria.
“E noi -sussurrΓ² Miss Ochetta che leggeva sulle riviste anche le ricette di cucina- finiamo in compagnia della salsa d’arancia. Mi sono sempre state antipatiche, le arance” aggiunse, con una smorfia.
“Ma via, -disse, spensierato, Ciccio.- Che mi potrebbe succedere?”
“E’ un momento di emergenza. Non ti daranno nemmeno il tempo di crescere, vedrai. Attaccheranno i tuoi bei cosciotti salati al soffitto di casa!”
“Su, coraggio, non tutto Γ¨ perduto.” disse il gallo Brenno, prendendo il comando della situazione. “C’Γ¨ un rimedio da prendere immediatamente: fuggire!”
“Ma dove? Gli uomini sono dappertutto!”
“Vi dirΓ² -disse, con aria d’importanza il gallo.-Β Ci sono degli uomini che non hanno lo stupido desiderio di vederci allo spiedo o in padella”.
“Ah sΓ¬, ora ricordo, l’ho letto anch’io -disse Miss Ochetta .- Si chiamano vegetariani”.
“Esatto -confermΓ² Brenno.- Ma io non l’ho letto, IO SO dove sono e questa Γ¨ la cosa importante. Ci sarΓ un viaggetto da fare, ma vale la pena di tentare. Chi viene?”
“Io resto -disse mestamente la mucca.- Non si sfugge al proprio destino. Ma sento che impazzirΓ² nell’attesa.”
“Noi naturalmente veniamo con te” dissero le galline, strizzandogli l’occhio.
“Anche noi” -dissero le oche e i tacchini. “Anch’io” -disse Ciccio il maialino.
“Verremmo anche noi, ma siamo chiusi in gabbia” dissero i conigli.
“Ci penso io” disse la pecora. E dette una musata al nottolino della gabbia, che si spalancΓ².
“Dobbiamo stare attenti a non farci vedere da Fido, che Γ¨ la spia del padrone; per fortuna Γ¨ legato alla catena. Prenderemo la strada opposta, passeremo dal bosco, sarΓ un po’ piΓΉ difficile, ma pazienzaΓ”
CosΓ¬, a notte fonda, il gruppo scelse la libertΓ . Brenno, nell’entusiasmo, avrebbe voluto intonare un canto rivoluzionario, ma gli fecero capire che non era proprio il caso.
Il viaggio fu davvero difficile. Trotterellavano tutti con i loro passetti corti e c’era sempre da aspettare qualcuno che restava indietro. Arrivati al torrente, le oche si fermarono per fare il bagno e ci vollero gli argani per farle uscire dall’acqua. Le galline, affamate, si misero a rimpiangere il granturco della loro Aia e il maialino ruzzolΓ² tre volte e lo dovettero spingere in salita. Ma Brenno non si perse d’animo.” Manca poco ormai, forza, per l’ultimo sprint! Guai ai vinti, come diceva il mio omonimo” continuΓ² a ripetere finchΓ© – sali, scendi, arrampicati, scivola – arrivarono in vista di una vecchia casa in cima ad una collina.
All’ingresso di un recinto, fatto con dei tronchi d’albero, c’era un cartello: “COMUNITA’ DEL CAVOLO”.
“Questo nome mi suona bene” disse Ciccio.
Intorno alla casa c’erano degli orti e degli uomini ci stavano lavorando.
“EhilΓ amici -disse uno di loro- non abbiate paura, venite pure avanti”. Delle donne con dei bambini uscirono dalla casa e cominciarono a fare domande: “Da dove venite? Poverini, siete stanchi? Come avete fatto ad arrivare quassΓΉ?”
Gli animali si buttarono per terra, sfiniti, solo Brenno aveva ancora fiato da vendere. SpiegΓ² in poche parole la situazione. “La nostra -disse- Γ¨ una missione di salvezza, soprattutto per questo piccolo innocente” e, con gesto teatrale, allungΓ² l’ala verso l’agnellino che se ne stava rincantucciato accanto alla sua mamma. Poi continuΓ²: “Ho due domande da farvi. Prima: Ci potete ospitare? Seconda: Non Γ¨ che prima o poi pensate di mangiarci?”
“Noo -dissero le donne.- Noi mangiamo soltanto cereali, frutta e verdura. Se vi accontentate di queste cose potete restare con noi”.
“A un patto -disse uno degli uomini che era arrivato dal campo. -Che non andiate a razzolare negli orti e ci roviniate il raccolto”.
“Ci sembra giusto” dissero gli animali.
“Ci farete i casottini per andare a dormire?” chiesero le galline.
Le donne si misero a ridere. “Si vede che la civiltΓ vi ha abituate male. Qui le galline dormono sugli alberi”.
“E noi, ci chiuderete in gabbia?” chiesero i conigli.
“Se vi comporterete bene come avete promesso, sarete liberi di correre sul prato. E anche voi ochette, tacchini, povere pecorine e anche tu, bel maialino: tutti liberi sotto il sole!” “Urrah!” gridarono gli animali.
Poi furono portati grandi vassoi di grano, orzo, segale e mais e cesti di radicchio di campo e mele e tutti ci si precipitarono sopra.
“Ora che avete rimesso a posto lo stomaco ” dissero le donne ” venite a farvi vedere dal nostro Anziano. “Zitti, zitti, in fila indiana gli animali seguirono le donne dentro casa fino ad una stanza dove un vecchio con la barba bianca leggeva, seduto vicino alla finestra.
Il vecchio ascoltΓ² con attenzione quella storia a cui Brenno ogni volta aggiungeva particolari pietosi.
Poi sorrise. ” Questa storia mi ricorda un po’ quella che Γ¨ scritta in questo librone ” disse. “Anche voi siete fuggiti dal vostro Egitto. Ma adesso potete starvene tranquilli: siete nella vostra Terra Promessa. Benvenuti, fratelli animali”.
Nicoletta Lapi
il filo, Idee e notizie dal Mugello, aprile-maggio 2001